Ad accoglierci nell'immensa villa di Michaela c'erano due guardie poste all'entrata, ci fecero parcheggiare esternamente e poi una di loro ci accompagnò da un terzo sorvegliante: una ragazza che poteva avere più o meno la mia stessa età. La signorina ci scortò fino all'ingresso della casa. Durante la lunga passeggiata nel viale fiorito, non potetti fare a meno di ammirare la bellezza di quel posto. La casa, in stile coloniale, era circondata da un enorme giardino curato; numerose erano le piante e i fiori che lo decoravano, ma più di ogni altra cosa mi colpì un piccolo stagno con al centro la statua di Venere adagiata su una conchiglia, mi ricordò uno dei quadri di Botticelli.
L'intero vialetto centrale era illuminato dalla luce fioca di tante lanterne di dimensioni diverse, che gli davano un aspetto molto romantico. Mathieu mi circondò un fianco accarezzandomi timidamente, forse il suo era un tentativo di riscaldarmi o un modo per riavvicinarsi a me. Lo guardai sorridendo e sperai di riuscire a distruggere presto la corazza che lo proteggeva.
Quando arrivammo di fronte alla porta di casa, la ragazza ci salutò consegnandoci al maggiordomo, che gentilmente ci fece entrare all'interno e ci guidò verso la sala dove si teneva il ricevimento. Quella villa era incantevole, grande, ma soprattutto era calda e ospitale. La sala principale poteva accogliere circa una cinquantina di persone; ammirai incantata i grossi lampadari in vetro colorato e le pareti caratterizzate da alcuni ritratti di famiglia, ai lati della sala c'erano due tavoli dov'era stato allestito un piccolo buffet per gli ospiti, dall'altro lato della stanza un ampio camino classico conferiva quel calore e quell'atmosfera tipica invernale. Una dolce melodia accompagnava le chiacchiere degli invitati, c'erano davvero tantissime persone e a un tratto sentii l'ansia impadronirsi di me.
Mi appoggiai a Mathieu, respirando il suo profumo, con lui accanto ero più forte. Dovette percepire la mia agitazione perché con il braccio mi strinse energicamente, dandomi quel senso di protezione di cui avevo bisogno per sopravvivere a quella cena.
«Credo di aver adocchiato Norah, sta parlando con un uomo» disse indicandomela con gli occhi.
Ed effettivamente la vidi anch'io sorseggiare un bicchiere di vino vicino a un signore molto affascinate, probabilmente si trattava del suo accompagnatore. Curiosa mi concentrai sullo sguardo di Norah, aveva qualcosa di diverso nei suoi occhi: una scintilla che la rendeva più radiosa.
«Vuoi che ci avviciniamo a lei?» aggiunse poco dopo Mathieu visibilmente in imbarazzo, forse si sentiva a disagio anche lui in mezzo a tutte quelle persone di classe.
Annuii alla sua proposta, la mia attenzione era completamente focalizzata sugli invitati. Riconobbi alcuni dei dieci stilisti che avrebbero gareggiato alla sfilata finale, molti di loro parevano reggere quella situazione in maniera totalmente differente da come la stavo vivendo io. Nei loro volti c'era competitività, entusiasmo e un pizzico di ipocrisia. Pur essendo diversi, c'era qualcosa che ci accumunava, ognuno di noi era guidato dallo stesso desiderio, vincere o ottenere perlomeno un buon piazzamento.
Io e Mathieu attraversammo la sala unendoci a quelle persone e più precisamente alla mia datrice di lavoro. Quando Norah mi notò, mi accolse con un meraviglioso sorriso a trentadue denti ed emozionata mi presentò Thomas: l'uomo che aveva conosciuto a Capodanno. Ebbi finalmente la possibilità di parlare con lui e conoscerlo meglio, mi resi conto che oltre a essere affascinante era anche un tipo estroverso e particolarmente intelligente. Ci intrattenne per una buona mezz'ora raccontandoci aneddoti sulla sua vita e la sua famiglia. Anche lui come Norah era divorziato, ma aveva due splendidi figli di nove e cinque anni. Pareva davvero una brava persona e mi fece piacere conversare con lui.
Alla nostra chiacchierata si unì anche una splendida Michaela, quella sera era più bella che mai, inoltre era anche una padrona di casa perfetta: l'avevo vista più volte dedicarsi ai suoi ospiti con premura senza mai farli sentire in difficoltà. L'ammiravo davvero tanto, perché non tutti avevano questa capacità. Poi arrivò il fatidico incontro, quello che stavo evitando praticamente da quand'ero entrata in quell'immensa villa.
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La Ragazza che cuciva sogni
ChickLitCome spiegheresti a una bambina che suo padre non è un eroe, ma semplicemente è fuggito abbandonando lei e sua madre? Per otto anni quella bambina ha atteso invano il ritorno del suo eroe, credendo a una menzogna... Belle è una diciottenne tremend...