Capitolo 1:

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L'amore è il motore dell'anima. L'amore non richiede compromessi, nulla di legato al nostro sesso, alla razza, all'apparenza o al nostro modo di essere.
L'amore è la chiave che apre tutte le porte, persino quelle dell'impossibile.

Lauren:

La scuola è un vero e proprio schifo. Le persone che la frequentano sono dei veri e propri cretini.
Mi ritrovo di nuovo in presidenza, ma tanto ormai dovrei averci fatto l'abitudine. In quest'ultimo periodo si può dire che io passi più ore qua che in classe a fare lezione come tutti gli altri studenti.
Volete sapere la mia unica colpa?
Essere lesbica.
E il motivo di tutto ciò?
L'andar fiera di quel che sono senza farmi mettere i piedi addosso da nessuno. Essere semplicemente ciò che sono senza vergogna alcuna, anche se poter essere liberamente ciò che si è, sta diventando sempre più complicato ed opprimente in questo mondo.
Non sono il tipo di persona che continua a subire senza dire niente, lasciandosi opprimere dall'ignoranza altrui. Cerco di cambiare il loro pensiero, di non lasciarmi mettere i piedi addosso, soprattutto quando ho a che fare con questo tipo di gente. Persone senza sentimenti che si divertono facendo sentir male i più deboli o, in questo caso, i diversi.
I miei pensieri vengono interrotti dall'entrata del preside che, non essendo affatto stupito nel vedermi lì seduta di fronte alla sua scrivania, mi dice imitando un tono autoritario che però non gli si addice affatto :"Signorina Argent, la professoressa Adams mi ha raccontato tutto, ci è mancato poco perché la sua compagna Melanie finisse all'ospedale, tutto a causa sua."
Beh le starebbe anche bene, penso senza dare alcuna risposta al preside che, ad un certo punto, borbotta: "Per questa volta la passa liscia, ma la prossima volta verrà sospesa e pure a lungo." Mi congeda così, in fretta senza darmi troppa importanza; avrà di sicuro qualcosa di meglio da fare che perdere del tempo con me, avrà capito anche lui che sono una grandissima testarda. Un caso perso insomma, come dicono le famose persone di cui parlavo prima.

Arrivata in corridoio mi accoglie Brian, il mio migliore amico, la mia unica ancora di salvezza in questo inferno in terra, il solo che sia stato al mio fianco fin dall'inizio, nonché l'unico capace di comprendere a pieno la mia natura sessuale. Noi due siamo in perfetta sintonia ed è una strana sensazione, di quelle che capitano di rado nella vita. Lui riesce a capirmi in un attimo e a provare in ogni modo ad aggiustare tutto il mio piccolo mondo che ultimamente va sempre più in frantumi; in specie quando i famosi "bulli" di cui si parla tanto colpiscono nel profondo, trafiggendo pian piano l'anima altrui. Essendo omosessuale viene preso di mira anche Brian, sempre dalle stesse maledette persone, questa è un'altra pena a cui siano entrambi, giorno dopo giorno, sottomessi. Questo ci accomuna ancor di più, solo chi è vittima di bullismo può capire a pieno la terribile sensazione che si prova ogni volta che si rischia di incontrare i propri bulli, a scuola, per strada, in un posto qualsiasi.
Lui ed io siamo e rimarremo per sempre come delle piccole barche contro la marea, che cercano in tutti i modi di stare a galla sostenendosi a vicenda, nonostante a volte le onde d'insulti provochino quasi totalmente la distruzione della nostra piccola ed indifesa imbarcazione.

"Dov'eri finita piccola peste?!" Urla Brian appena mi vede.
"Dove sono oramai quasi tutte le mattine!" rispondo ridacchiando.
Lui sa tutto di me, come io di lui; è la mia più grande certezza assieme al fatto che so di potermi fidare ciecamente del mio migliore amico. 
"Per poco non mandavo quella stronza di Melanie all'ospedale e non venivo sospesa!" Aggiungo in seguito.
"Sempre loro eh."
"Già sempre le solite gallinelle." Dico avviandomi verso l'uscita di scuola e continuando poi a parlare:" Oggi non ho ancora visto lei."
Brian ridacchia dicendo che nemmeno lui aveva notato Kate, già, Kate è il suo nome. Come suona bene.
Chissà... sarà di sicuro con uno dei tanti ragazzi con cui si diverte... niente di nuovo.

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