Capitolo 36:

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Lauren:

Mancano pochi giorni a questo stramaledetto ballo di fine anno e sono piena di cose da fare. Oltre a dover studiare per gli ultimi esami dell'anno, prima di godermi definitivamente l'estate lontano da tutto e tutti, Melanie mi costringe a passare il mio poco tempo libero dietro ai preparativi per la festa. Lei è stata scelta come organizzatrice principale, ma non riuscirà mai a sistemare tutto in così pochi giorni, così ha supplicato per il mio aiuto ed ho accettato. D'altronde non mi dispiace fare qualcosa di diverso dal solito, mi aiuterà a distrarmi dal caos che ho dentro, un miscuglio di rabbia e risentimento con cui, prima o poi, dovrò fare i conti, ma che per adesso cerco in tutti i modi di schivare. Così mi preparo a passare tre giorni in compagnia di Melanie ma anche del resto della sua compagnia, tutti coloro che, chi più chi meno, hanno contribuito alla mia sofferenza. Star con loro non mi spaventa, non più, ho smesso di dar certi poteri ai codardi. Devo ammettere che si stanno comportando incredibilmente bene con me, non sembrano le stesse persone che mi hanno umiliata in tutti i modi possibili fino a pochi mesi fa. Evidentemente, vedendo che non me ne sono più stata zitta dopo le aggressioni, hanno capito che non sono più il piccolo coniglietto indifeso da poter sbranare e distruggere solo per passare il tempo. In questa vita bisogna saper tirare fuori i denti quando necessario ed io ho imparato a farlo. A furia di essere maltrattata per cose di cui non avevo nessuna colpa ho capito che, quaggiù, se mostri le ferite ti perdi per sempre, divorato dall'ingordigia dell'ignoranza altrui. Ora posso essere fiera di essere me stessa, senza alcun tipo di vergogna o paura di mostrarmi per quel che veramente sono. Sapete, in questo mondo, è sempre più complicato riuscire a mostrare l'essenza del proprio essere; troppi canoni dominano la nostra esistenza, si insinuano nelle nostre menti come dei segnali che tentano continuamente di farci cambiare strada. Canoni dettati per lo più da pregiudizi, invidia e soprattutto pura e semplice ignoranza. Colui che discrimina in realtà teme tutto ciò che è al di fuori del proprio concetto di normalità e tende a giudicare per soffocare anime autentiche. E' come se tutto ci inducesse a diventare dei cloni, persone più vuote ed egoiste, più facili da controllare, che non hanno niente da rivendicare, persone che si lasciano vivere dalla vita anziché esserne i veri protagonisti. Cercano in ogni modo di fare a pezzi le differenze, anziché ammirarle, essendo ciò che ci rende speciali e inconfondibili. Loro credono che le fragilità più grandi siano proprio le cose che ci rendono diversi, ma non sanno nulla. Ai diversi non importa di quello che può pensare la gente che non vuole far altro che giudicare, ci si abitua a lasciarsi scivolare i commenti sprezzanti addosso. Di chi non può nemmeno immaginare cosa si provi a sentirsi sempre sotto esame , di coloro che ci vogliono far essere come vogliono, come se fossimo solo degli inutili burattini. Invece io, a differenza di quanto possano credere, porto proprio sul palmo della mano ciò che mi rende diversa, come un trofeo, consapevole che nessuno potrà cambiarmi, se non io.

Non appena finito di addobbare la palestra della scuola, esausta, decido di tornare a casa. Il ballo sarà domani sera ed io non so ancora cosa mettere; in casa non ho nulla, visto che mi vesto sempre come capita e non credo di aver mai comprato né indossato un vero vestito. Domani mattina dovrò ritagliare un po' di tempo allo shopping, Dio solo sa quanto detesto sprecare tempo in quel modo, ma devo se voglio apparire un po' meno sfigata di quanto ormai tutti in quella scuola mi reputino. Mentre apro il cancelletto per casa mia scorgo che la luce della cucina è accesa. Strano, di solito viste le bollette salate ed il mio scarso stipendio non dimentico mai le luci accese. Apro lentamente la porta, come per non farmi sentire e capisco che qualcuno è in casa. Un incantevole profumo del piatto preferito mio e di Brian mi invade prima che possa urlare aiuto. Così mi precipito in cucina ad abbracciare il mio migliore amico. "Non ci credo!! Ce l'hai fatta!! Oddio quanto mi sei mancato!" Non ricordo di esser mai stata tanto felice di vedere qualcuno come ora. Brian ed io passiamo la notte a parlare di qualsiasi cosa ci sia successa in questo mese separati. Nonostante ogni sera ci chiamassimo, ad entrambi mancava il contatto visivo, la certezza di essere l'uno al fianco dell'altra. Avevo proprio bisogno di sfogarmi con qualcuno, di vomitare tutta la rabbia accumulata a causa di Hannah ma non solo, e Brian è l'unico amico che ho disposto a passare ore ad ascoltare ogni mia paranoia, incertezza o problema. Ed io con lui mi comporto come un libro aperto senza alcuna censura, è l'unica persona con cui mi apro senza alcuna paura di essere giudicata per sentimenti per lo più irrazionali. Mi ha detto che Hannah è riuscita a trovare una sistemazione proprio di fronte a loro, così potranno aiutarla una volta nato il bambino.

"Sai, mi sembra che Hannah ora abbia accettato la situazione e sia felice. All'inizio non sapevo se dirtelo o no, però tra noi non ci sono mai stati segreti, anche se questa notizia potrebbe ferirti." "Dimmi, ormai il peggio l'ho affrontato quando ho scoperto del tradimento e sto cercando di farmene una ragione." "Chris è arrivato la scorsa settimana, è piombato in casa sua senza alcun preavviso, dicendo di essere deciso a prendersi cura del bambino con lei. Le ha dichiarato il suo amore e devo dirti che sembrava sincero, probabilmente all'inizio, spaventato dalla notizia, se l'è data a gambe ma poi ci ha ripensato, prendendo la decisione più matura ma anche coraggiosa e rischiosa in parte. Però devo ammettere che non è da tutti i diciottenni decidere di prendersi le proprie responsabilità in quel modo." Un po' scioccata dalla notizia, prendo fiato e chiedo:" Quindi Hannah tornerà qua da Chris?" "Sarà lui a trasferirsi a casa di Hannah, in Olanda. All'inizio non ci credevo neppure io, costruirsi una famiglia da zero, in un posto tutto nuovo e lontano miglia da casa. Però, per adesso, stanno bene insieme e Cody dice di non aver mai visto Hannah tanto rilassata e senza pensieri.. Mi dispiace." "Non devi dispiacerti, la mia vita non è un granché qua, però non mi arrendo facilmente e continuerò a combattere per un po' di felicità. Ora sto bene. certo, se mi metto a pensare è finita, così provo a vivere con più leggerezza concentrandomi su me stessa. Non voglio più incastrarmi in amori complessi e impossibili, di delusioni sono piena e di illusioni sono stanca. Sono contenta che Hannah provi a crearsi il suo lieto fine, davvero. Dopotutto se lo merita. Ma ora dormiamo che domani mattina mi tocca un lungo tour per cercare qualcosa da indossare domani sera!" Così, con il mio migliore amico affianco, con il pensiero del lieto fine di Hannah e con l'amaro in bocca mi addormento.

Finalmente è giunta la "grande serata". Per la prima volta mi piace come sono, il vestito nero scollato e attillato ma non troppo corto che porto, le scarpe con un tacco moderato su cui riesco a camminare e il viso accuratamente truccato grazie ai tutorial trovati su YouTube. Decido di stirarmi i capelli e di raccoglierli leggermente sul davanti. Dopo ore chiusa in bagno esco, Brian si starà chiedendo se sono viva o morta. Anche lui è elegantissimo, stravaccato sul divano come suo solito. "Allora? Come ti sembra?" Si volta lentamente a guardarmi e la sua espressione stupita dice tutto. "Oddio Laur non ti ho mai vista così bella e curata! Non ti si riconosce quasi! Lascerai tutti a bocca aperta." "Anche te non sei niente male." Dico ammiccando un sorriso e usciamo di casa.

Nel tragitto una strana sensazione si fa strada in me, quelle farfalle che ti dicono che qualcosa di inaspettato sta per accadere, ma cerco di non darle ascolto, ad una come me non capiterà mai nulla di sorprendente, o almeno non in senso positivo.

Entriamo e Brian mi tiene braccetto, mentre mi fa i complimenti per gli addobbi che hanno trasformato la palestra in una vera e propria sala da ballo che si vede nei film americani. Incontro tante persone che, diversamente dal solito, mi guardano quasi con ammirazione, sorridendomi di tanto in tanto. Per la prima volta non sento commenti spregevoli o insulti da parte di sconosciuti e questo mi rende felice. Quella maledetta sensazione si fa sempre più sentire finché una ragazza interrompe la musica e sale sul palco con un microfono in mano. Tutti si mettono ad urlarle contro ma non riesco a capire chi sia, così Brian ed io decidiamo di avvicinarci al palco per poter capire cosa stesse succedendo. Non credo ai miei occhi, quella intenta a parlare sul palco è proprio Kate, tornata appositamente per questo. Ma cosa mai vorrà dire, non era programmato alcun discorso. Aveva anche rifiutato l'invito ed ora eccola qua, più bella che mai. Incrocia il mio sguardo turbato tra la folla e si illumina, come se stesse cercando proprio me...

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