Capitolo 12:

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Lauren:
Per stemperare un po' la tensione decido di mettere le cuffiette, sperando che la musica possa essermi d'aiuto, come lo è stato la maggior parte dei momenti di smarrimento totale. Oggi sono le note de "The Fray", il mio gruppo preferito. Tra la playlist ho scelto il brano "Never say never ", la preferita di mia madre e, in parte, anche la mia. Adoro soprattutto il titolo emblematico. Il "mai dire mai" è la sostanza di cui i miei sogni si nutrono, è ciò che non li lascia nel vuoto più totale. Questa canzone ha il potere di calmarmi in qualsiasi occasione, così la metto a ripetizione durante questi maledetti minuti che mi separano dal mio destino inaspettato.

...You're the queen of everything
As far as the eye can see.
Under your command

I will be your guardian
When all is cimbling
Steady your hand.
You can never say never....

Subito dopo aver sentito questi versi, i miei preferiti, stacco le cuffie dal cellulare, prendo un bel respiro e mi affretto a scendere dall'auto.
Ora sono molto più stabile sia mentalmente che fisicamente, ma ho pur sempre paura del futuro. Paura che i prossimi attimi possano essere come una bomba a ciel sereno.
Tutte le emozioni che provavo prima dell'incidente sono scomparse. Tutto l'odio, l'amore, il disprezzo, la felicità... persino la tristezza se n'è andata dopo le ultime lacrime.
Mi sento come svuotata. L'unica cosa che rimane nel mio animo vuoto è la paura, la sola emozione, quella che ha sovrastato tutto il resto.
La mia paura, la più grande che abbia mai provato, è quella di perdere mia madre. Penso che per ogni figlio una delle paure più grandi sia quella di perdere i genitori, il proprio nido. Solo che a volte ci si scorda di questa paura, semplicemente perché ve ne sono altre che, solo apparentemente, la sovrastano. Già, apparentemente, perché appena un genitore è in pericolo, anche per un male banale, quel terribile sentimento riaffiora e prende possesso di tutto il tuo corpo e mente, superando tutto il resto. Per questo io, adesso, non riesco a provare niente. Tutto è come congelato, l'unica cosa che potrebbe curare il mio animo è un vento caldo di sicurezza e serenità.
Se, ad esempio, adesso arrivasse qualcuno e mi dicesse che siamo giunti alla fine del mondo, molto probabilmente non reagirei, tutto sembra così futile davanti alla paura tiranna.
Entro in ospedale e mi metto a correre, seguita da Brian e Kate che arrancano intenti a raggiungermi. Penso di non aver mai corso così velocemente. Scontro un sacco di persone e infermieri ma non mi importa, l'unica cosa di cui mi importa è raggiungere mia madre.
Dopo pochi giri nell'ospedale trovo il reparto giusto e scorgo mia nonna, intenta a prendere un caffè dalle macchinette.
"Nonna! Eccoci!" Dico appena ripreso il fiato necessario.
"Bene, allora avviso la dottoressa." Afferma lei con una freddezza tale da gelare ancor di più il mio cuore.
"Ti hanno detto niente?" Chiedo ansiosa ma soprattutto impaurita, a dir poco terrorizzata dalle parole che potrebbero uscire dalla sua bocca.
"No niente, ho chiesto di aspettare il tuo arrivo per riferire tutto ad entrambe. So quanto tu stia soffrendo, ma so anche che sei abbastanza grande per sopportare tutta questa situazione ." Dice infine con tono aspro, lasciandomi sospesa sul filo dell'incertezza. Non faccio in tempo a formulare un'altra frase che non la vedo più, ha già preso le lontananze dalla sua unica nipote. spero sia andata a chiamare la dottoressa.
Mi volto e vedo che  Brian e Kate si sono appartati per lasciarci un po' di privacy. Non appena si accorgono che li sto guardando mi sorridono dolcemente. Quei due sorrisi accennati mi danno coraggio, è come se loro, attraverso quel piccolo gesto, mi avessero donato amore e allo stesso tempo una forza immane. Facendomi capire che , in ogni caso, non sarei sola, mai e poi mai.
Cerco di ricambiare il sorriso, anche se sorridere in questi casi è terribilmente difficile, mi volto e vedo la dottoressa che,con mia nonna, mi si avvicina sempre più.
Più si avvicinano, più il timore delle future parole sale. È una sensazione stranissima, che non mi è mai capitata prima, è come se tutto il mio corpo formicolasse.
La dottoressa appena mi vede mi saluta e mi invita a sedere accanto a lei.
Perché mi fa sedere? Forse perché ha paura che la notizia mi possa stravolgere a tal punto da perdere i sensi?! Okay, devo sedermi e calmarmi, senza pensare troppo.
Calmati Lauren, andrà tutto bene.
Continuo a ripetere questa frase finché la dottoressa non si decide a parlare.
"Signorina Argent ha bisogno di un bicchiere d'acqua o qualcos'altro?" Inizia la dottoressa con tono gentile.
"No, ho solo bisogno di mia madre." Rispondo con tono secco, fin maleducato, non vorrei essere così scortese ma in questo momento non riesco a farne a meno.
"Bene allora tua madre si è svegliata..." Non la lascio finire e salto in piedi correndo da Kate e Brian per abbracciarli.
Si è risvegliata!
Bene.
Questo vuol dire che non è un pericolo di vita e che tutto tornerà come prima. Potrò riabbracciarla e condividere tutto con lei, come abbiamo sempre fatto.
Ad un certo punto un poco di gioia inizia ad affiancare quella famosa paura, ma è una gioia ancora debole, che non la riesce nemmeno di poco a superare.
Continuo ad abbracciare i miei migliori amici ma, con la coda dell'occhio, vedo che la dottoressa si sta avvicinando nuovamente. Quasi come un fantasma che vuole annientare quel poco di felicità appena nata in me.
Cosa c'è ancora?!
Così mi stacco da Brian e Kate per girarmi verso la dottoressa che mi guarda sorridente. Dopo pochi attimi di attesa, visto che non accenna a parlare, chiedo:" Quindi la posso vedere?! Dov'è?"
"Ora non puoi vederla purtroppo, sta facendo delle visite e, dato che le ultime sono molto stancanti, dopo dovrà riposare."
La famosa paura si insinua nuovamente in me, prendendo il possesso della mia anima.
Se deve fare delle visite vuol dire che non è ancora del tutto a posto.
E se fosse ancora in pericolo di vita?
"Scusi ma mia madre è ancora in pericolo di vita?"
"No no. È sana e salva, solo che dopo l'intervento che ha subito deve eseguire una serie di esami. Domani mattina potrai venirla a trovare e parlare un po' con lei." Conclude poi la dottoressa salutandoci e andando via.
Sono terribilmente confusa, non ci capisco più niente ma di una cosa sono certa: mia mamma non è più in pericolo di vita, e questo mi basta.
Domani le parlerò. Non vedo l'ora, mi manca così tanto. Lo so, non sono passati nemmeno due giorni ma a me sembra un'eternità. Mi volto nuovamente e questa volta sono Brian e Kate ad abbracciarmi, anticipandomi.
Stretta nel loro caloroso abbraccio sussurro :" Grazie ragazzi, siete fondamentali per la mia vita."
Non ho detto altro che la verità.

Mentre esco dall'ospedale scorgo un uomo, dal volto molto famigliare.
No, non può essere, quel verme.
Ebbene sì, quello è proprio mio padre.
Appena mi vede accenna un sorriso ed io lo guardo con fare cagnesco.
Non posso lasciarlo senza niente, anche se non ho la certezza che sia stato lui, gli devo parlare lo stesso.
"Io vi raggiungo, intanto andate pure verso la macchina."
Appena Brian e Kate se ne vanno, mi avvicino a mio padre.
Ora mi sento forte e pronta a dirgli tutto ciò che penso in faccia. Tutto questo deve finire, la sua violenza nei confronti di mia mamma deve finire e subito.

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