Lauren:
Vengo portata all'interno dell'appartamento, dove mi vengono legate le mani con una corda, o almeno penso.
Quelle maledette mani estranee continuano a spingermi e a farmi percorrere tutta la casa. Anzi appartamento* perché "casa" è il posto dove l'amore regna e qua, regna tutto tranne che l'amore.
Ad un certo punto entro, sempre forzata, in una stanza gigantesca con al centro un enorme letto matrimoniale, nonché con un sacco di gente intenta a bere.
E cosa ci fa qui praticamente tutta la scuola?! Mi hanno portata come pagliaccio? Come animatrice della festa?
Hanno deciso di farmela pagare nel modo più umiliante possibile, con davanti a me i volti di un sacco di ragazzi che conosco, almeno di vista. Di solito in questi terribili casi, c'è sempre un aiutante addetto alle riprese, riprese che poi dovrebbero diffondersi in tutta la scuola ,se non in tutta la città. Però secondo me è meglio. Per il semplice motivo che non hai persone davanti che ti ridono in faccia o fanno cose ancora peggiori.
Davanti a te hai solo una videocamera. Sai qual' è il tuo destino ma sei anche consapevole che quella videocamera non potrà farti del male fisico.
Non appena smetto di compiere gli ultimi passi verso l'inferno terreno, mi spintonano sopra al letto.
Tutti iniziano a ridere, come se non attendessero altro che il mio corpo. Non sento più niente, nemmeno i commenti spregevoli e sporchi degli "spettatori". Percepisco solo un sacco di risate in sottofondo. Non sento emozioni tranne vergogna e paura. Quest'ultime sono talmente potenti da sovrastare lo schifo che provo per le persone qui presenti. Non sento nemmeno più le mani estranee percorrere tutte le parti del mio corpo, partendo da quelle più intime. Poco e niente resta in me.
Vergogna, paura. Per il resto solo vuoto.
Iniziano a sbottonarmi la camicia, appena finito passano ai pantaloni e così via... Continuo a dimenarmi, cercando in qualsiasi modo di levare questi vermi da me, ma la forza è poca e le mani sono legate stette.
Non ho via di scampo. In questo momento sarebbe bello addormentarsi, lasciare che questi schifosi facciano quello che vogliono, ma non provare dentro quello che provo io. Delle emozioni logoranti, che sono costretta a sopportare, non mi hanno né drogata né costretta a bere. Vogliono che io sia totalmente lucida mentre loro si approfittano di me. Questa è la punizione peggiore. Sono nuda. Totalmente nuda davanti a tutti, davanti ai commenti di tutti quelli che mi conoscono.
Nessuno, a parte chi ha già vissuto queste terribili esperienze, può capire come mi senta in questo momento.
Umiliata davanti a tutti gli alunni della mia scuola. Nessuno mi vedrà mai più come prima, la prima cosa che assoceranno al mio nome sarà l'immagine del mio corpo sfruttato dal primo che passa.
Stanno facendo delle foto.
Cazzo.
È un incubo. Io, nuda, con il mio corpo cicciotto, davanti a tutti. Con persone che a caso mi toccano il seno, la pancia, e sono intente a scendere sempre più.
Io cerco in tutti i modi di muovermi per evitarli ma è impossibile. Sono un piccolo agnello in pasto a leoni affamati che non si fermeranno certo per un po' di pietà.
Ecco, queste sono le cose che portano una ragazza, in seguito a tutto questo, al suicidio. Perché sappiamo tutti che non mi libererò mai delle "voci" su questa vicenda, dai ricordi che non svaniranno più. Anche se decidessi di cambiare città, vita, anche tra cinquant'anni. Tutto questo continuerà, all'infinito.
Le foto.
I video.
E soprattutto la memoria delle persone che stanno assistendo ad un atto di bullismo, senza muovere un dito se non su di me.
Ma io avrò la forza, una volta libera, di continuare e soprattutto di non darla vinta a questi vigliacchi che non meritano nemmeno un briciolo di me.
La cosa che mi indigna di più di queste persone è che, fra tutti, nessuno, prova a mettersi dalla mia parte. Giocano tutti il ruolo di spettatori e non cercano neanche minimamente di aiutarmi. Nessuno prova un minimo di compassione. Nessuno.
Continuo ad avere paura, tantissima.
Paura, un'altra volta, del futuro.
Mentre due ragazzi si stanno approfittando di me e delle ragazze mi insultano, sputandomi pure in faccia, entra un ragazzo.
Alla sua entrata si girano tutti.
La "new entry" dice qualcosa che non riesco ad udire e distribuisce delle pasticche a ciascun "partecipante". E' sicuramente droga. Dopo la consegna il fattorino se ne va, beh almeno ho uno spettatore in meno...
Durante gli attimi dopo la consegna mi hanno lasciata stare. È stato l'attimo di quiete durante la tempesta. L'attimo tra il fulmine e il tuono. Un momento d'attesa. Che però purtroppo, è durato molto di più nella mia mente.
Dopo aver ingoiato le pastiglie tutto tornano a rivolgere lo sguardo cupo e come voglioso di nuovo divertimento verso di me, che me ne sto qua come pietrificata. Spettatrice del mio stesso dolore e soprattutto umiliazione. Cerco di coprirmi le parti intime aggrovigliando le gambe, ma il mio tentativo fallisce miseramente.
Si avvicinano tutti a me, ecco ricomincia la tortura. Inaspettatamente, non mi toccano come prima, né ridono, si limitano soltanto a scrutarmi. Sento lo sguardo degli altri troppo pensante su di me, a dir poco insostenibile. Così chiudo gli occhi, sforzandomi ad immaginare un posto migliore in cui non sono ridotta uno straccio dagli abusi de chiunque ne abbia la voglia.
Riapro le palpebre deboli pochi attimi dopo e noto che hanno tutti degli strani pennarelli indelebili in mano.
Ed ora cosa avranno in mente? Penso che tutto questo è bastato, ma evidentemente per loro è solo un infinito inizio.
Sono costretta a subire e subire finché loro non si stancheranno del giocattolo. Nessuno verrà a salvarmi. Non ci sarà alcun principe azzurro o meglio principessa ad arrivare per portarmi via. Sono sola contro un branco di lupi affamati di vendetta e non posso fare niente.
L'unica speranza che rimane è quella che le pastiglie di droga assunte siano potenti a tal punto da stordirli, almeno il giusto da poter provare a scappare. Fuggire da questo tormento.
Ma per ora non si sono stancati, anzi sembrano più pronti che mai a continuare con quello che loro chiamano divertimento. Non sono soddisfatti di avermi già rovinato la vita. Vogliono di più.
Mi spintonano facendomi cadere dal letto. Una volta a terra mi tirano calci così mi affretto a rialzarmi, anche se non ho la certezza che vogliano questo.
Smettono di picchiarmi, ho capito cosa volevano in quel momento.
Sono sempre nuda, non sopporto queste circostanze. Sembrano tutti dei giganti cattivi in confronto a me, piccola, terribilmente imperfetta, ma soprattutto INDIFESA.
Odo parole terribilmente taglienti che entrano nel mio cervello, ma ne vengono direttamente eliminate. Il mio animo non è abbastanza forte da sopportare altri insulti, altre risate, altri attimi.
Mentre scrivono qualcosa sul mio corpo impaurito, mi dimeno, solo che ogni movimento è uno schiaffo se non un calcio. Così, li lascio finire senza dimenarmi troppo. Una mossa in più potrebbe essere fatale. Voglio evitare tutto l'evitabile.
L'unica scritta che riesco, per ora, a decifrare è un "sono una fottuta lesbica" inciso sulla gamba destra.
Presumo che le altre scritte siano cose simili, se non peggiori. Ma le scritte piano piano scompaiono, i ricordi no.
Cerco di vedere il lato positivo: nessuno si sta approfittando di me e tantomeno mi sta picchiando.
Finito il loro capolavoro mi spingono nuovamente sul letto. Ecco, ci risiamo. La paura prende possesso di me, ancora una volta.
Temo che adesso si possano spingere oltre. Già, oltre in quel senso.
Proprio mentre Max mi tiene ferma e Trevor inizia a spogliarsi, un richiamo interrompe i loro piani.
Sono scioccata a tal punto da non capire ciò che esce dalla bocca di quella persona, che potrei benissimo chiamare salvatrice.
Dopo quel richiamo vengo lasciata sola in quella stanza immensa che poco prima, con tutta quella gente, sembrava piccola come una scatola di scarpe.
Scorgo alcune persone e capisco che sono tutti intenti a prendere pasticche miste ad alcool.
Forse la speranza che avevo prima si può avverare.
Mi affretto ad alzarmi, cerco qualcosa di appuntito per tagliare la corda che tiene le mie mani legate l'una all'altra.
Ecco, lo spigolo appuntito di uno specchio.
Per fortuna ha funzionato.
Appena mi giro e vedo il mio riflesso sullo specchio, non posso far altro che soffermarmi un attimo a fissarmi. So che dovrei sbrigarmi, ma è inevitabile, più forte di me.
Il mio corpo basso e tondo, nudo e ricoperto di scritte. La mia faccia sconvolta, con quel poco trucco che avevo tutto sbavato.
Ecco, questa è l'immagine che tutti hanno e avranno per sempre di me.
Okay devo sbrigarmi se non voglio che le cose peggiorino ancor di più.
Recupero le mie mutande ed un felpone, non mio, ma abbastanza lungo per farmi da vestito.
O ora o mai più,. Per una volta devi sapere cogliere l'attimo Lauren. Poco prima che riesca ad uscire Melanie e Grace entrano nella stanza.
No, questa non ci voleva.
Devo assolutamente riuscire ad uscire di qua. È il momento esatto. Se solo non ci fossero queste due tra i piedi...
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Inaspettatamente
RomanceLauren, una ragazza di diciassette anni, da pochi mesi ha capito di essere lesbica. Lei e il suo migliore amico Brian, omosessuale, vengono ripetutamente perseguitati dai bulli della loro scuola, dai quali vengono reputati diversi. La protagonista v...