Capitolo 9:

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Lauren:
È lunedì mattina e devo andare a scuola, potrei benissimo dire ai miei delle cazzate e loro non mi farebbero andare. Ma devo. Devo perché l'ho promesso a me stessa. Mi sono promessa che non mi sarei fatta rovinare la vita da Kate, o da tutti quelli come lei, ho già passato il weekend a piangere e mi è bastato. Non le darò più il potere di prendermi e gettarmi via come della spazzatura inutile. Mai più.
Prendo coraggio ed imbocco la via che porta all'infermo.
Entro e scopro di essere stranamente in anticipo, non vedo Brian ma penso che sia con Kate a parlare. Spero che le dica ciò che venerdì non sono riuscita a dire io,e che lei capisca quale mostro è in lei, ma di sicuro se ne fregherà. Come fanno sempre tutto qua.
Visto l'anticipo ne approfitto per mettere un po' a posto il mio armadietto, che è sempre il più disordinato di tutta la scuola.
Appena lo apro milioni di fogli escono sotto forma di bomba. Così mi chino per raccoglierli, sentendomi enormemente a disagio in mezzo al corridoio. Con Brian al mio fianco mi sento più sicura in ogni singola cosa che faccio.
Ecco di nuovo loro. È arrivato il gruppo dei simpatici, noto che tra loro manca Kate, spero che sia con Brian. Nel profondo del mio cuore una speranza è rimasta, solo quella più forte perché tutte le altre sono svanite venerdì sera, se non prima.
Mi affretto a raccogliere i fogli, sempre cercando di non dare troppo nell'occhio.
Se solo mi vedessero sarebbe la fine. Inizierebbero a prendermi in giro se non di peggio. Solitamente quando c'è Brian non osano sfiorarmi, perché, in fondo, sono i più spaventati di tutti; vedono che Brian ha un fisico possente, facendo sempre palestra, e sanno che non starebbe fermo.
Nemmeno io sto ferma, come non lo sono stata con Melanie l'altro giorno, però contro loro non ci sarebbe competizione e forse mi converrebbe anche star ferma.
Mi volto per mettere i fogli che ho raccolto a posto e sento un voce proprio dietro di me dire :" Guarda un po' qua chi c'è, la lesbica senza il frocetto!" Mi volto e vedo le facce di Trevor e Max, che si appoggiano con le braccia all'armadietto, per bloccarmi.
Non so se controbattere o no. Rispondendo rischierei dato che potrei irritarli ancor di più, però usando le parole giuste potrei anche riuscire a farli allontanare. So benissimo che stando zitta non risolverei comunque niente.
Dato che sono testarda ed incapace a starmene zitta esclamo, anche se non ne ho la certezza :"Brian è andato a fare due chiacchiere con la vostra amichetta Kate."
A quelle parole loro rimangono come basiti. Forse per una volta ho colpito il bersaglio.
"Non è la nostra amica è la nostra..." Dice Max, interrotto però subito da Trevor.
"Attento che potresti rompere il piccolo cuoricino della biondinona."
Si riferisce a me, tutti sospettano che io abbia un debole per Kate. Poi ultimamente Mi chiamano sempre "biondinona" perché sono bionda, ma non di quelle bionde esili con il faccino da angioletto. Sono un po' fuori forma, come sono sempre stata, e così ne approfittano pensando che mi dia fastidio. Ma non sanno che in realtà non è così, ho imparato ad accettare i miei innumerevoli difetti. Mi vedo sempre come un disastro e forse è perché l'ho accettato che non mi fanno più effetto le battute sul mio aspetto esteriore.
Cerco di liberarmi dalla loro stretta per andarmene, ma loro stringono ancor di più la presa.
Non so che fare, sono nel panico più totale.
Continuano imperterriti ad insultarmi e iniziano a toccarmi. Sono talmente intenta a respingere le manate che non capisco cosa dicono.
Brian dove sei? Senza lui sono persa. Solo lui potrebbe salvarmi, ancora.
Scorgo i volti di Melanie e Grace che mi guardano e ridacchiano.
Trevor comincia a tirarmi giù una spallina del reggiseno, io non posso fare niente, Max tiene strette le mie mani e sono come paralizzata.
È un incubo. Un vero e proprio incubo.
Mi sento sporca. Non è normale perché quelli a doversi sentire così dovrebbero essere loro.
Forse se non fossi così imperfetta la gente mi rispetterebbe. Sono io il problema.
Sono
Io
Quella
Diversa.
Ed è giusto che accetti le conseguenze. Lo so mi sto arrendendo. Non dovrei farlo. Ma è una battaglia troppo dura per me e non so se riuscirò a combatterla ancora a lungo. Sono esausta, non trovo un motivo per continuare.
Proprio mentre Trevor inizia a toccarmi un seno e Max l'altro, sento la voce di qualcuno.
Non vedo nulla, ho deciso di tenere gli occhi chiusi, cosicché quando ricorderò tutto ciò, nella mia mente risuoneranno solo parole senza i volti di questi mostri. In questo modo potrei dimenticarlo prima, forse. Cerco di occupare la mente in ogni modo possibile, facendo finta di niente.
Ma quella voce è familiare.
No, non è possibile, è Kate. Ma questa volta è dalla mia parte. Per un attimo penso che sia tutto frutto della mia immaginazione ma, trovo la forza di aprire gli occhi e la vedo lì.
"Luridi vermi lasciatela!" Dice a Max e Trevor spingendoli. Loro, sorpresi, mi lasciano subito andare. Una volta libera mi precipito prima tra le braccia di Kate che era accanto a me, e subito dopo, tra quelle di Brian, che era con lei.
"Ma Kate hai bevuto?!" Dicono i suoi amici o forse dovrei chiamarli ex amici.
"No, sono sanissima, siete voi quelli che avrebbero bisogno di una bella cura!" Dice e si volta da me prendendomi per braccetto e portandomi via. Via da tutte le paure. Via dall'angoscia. Via da quella orribile parte del mio mondo, che prima o poi dovrò affrontare.
"Ora ti devo parlare Lauren." Dice con tono deciso ma dolce ed io annuisco, non so più cosa aspettarmi da lei, è imprevedibile.
Ancora scioccata, mi giro e noto che Brian non c'è più. Dopo lo chiamerò per ringraziarlo, ancora una volta, ma prima devo parlare con Kate.
La Kate di oggi non sembra affatto quella di venerdì sera. Oggi non è solo perfetta esteriormente ma anche interiormente, soprattutto interiormente.
Mi porta nel cortile dove ci sediamo su una panchina per parlare.
Sono agitata, spero che vada meglio dell'altra sera.
Devo dire che lei mi ha salvata. Non ci fosse stata lei in quel momento, non so come sarebbe finita.
Interrompe i miei innumerevoli pensieri dicendo :"Prima di parlare, hai bisogno di un po' d'acqua o di mangiare qualcosa?"
Si preoccupa davvero per me? Oddio sono emozionantissima. Però non devo aspettarmi troppo, perché poi finirò per rimanerne delusa come sempre.
Faccio cenno di no con la testa e lei, più rilassata, si siede.
Prende le mie mani tra le sue e inizia a parlare.

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