Capitolo 30:

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Lauren:

Il pensiero che non avrei mai più rivisto Kate in vita mia mi ha perseguitata per settimane se non mesi. Voglio chiudere definitivamente la porta tra il presente e un passato che pesa più che mai. Non posso permettermi di voltarmi indietro, se non per prendere spunto da quel che ho sbagliato, essendo troppo comprensiva con persone evidentemente tossiche per il mio animo. Ogni volta che penso di averci chiuso definitivamente, percepisco qualcosa che mi riconduce a lei e lo spiraglio si riapre, rovinando ogni mio tentativo di guardare avanti. Come se lei non se ne fosse davvero andata dalla mia vita, a volte il suo fantasma non si presenta, lasciandomi lo spazio per provare a costruire la felicità da tempo perduta. Invece in altri momenti sento di non farcela e vorrei poterla riavere un'altra volta tra le mia braccia per rivivere ogni singola emozione che abbiamo condiviso. Non riesco ad accettare il fatto che lei resterà solo un ricordo che, con il tempo, sarà sempre più sfuocato e marginale. Vorrei poter guardare quei suoi stupendi occhi non solo nella mia mente o in una sfera immaginaria, ma qua, accanto a me. Proprio in questi istanti la mia forza di volontà cade inerme davanti al potere della delusione e delle cose lasciate a metà. Mi sbagliavo, il nostro amore non è bruciato come quella lettera nel camino di casa mia; esso vive ancora in ognuna di noi e ci perseguita. Lo nascondiamo, certe che prima o poi ci abbandonerà, anche lui stufo delle nostre anime ormai sconfitte davanti a tutto. Io però spero almeno di poterlo trasformare per poter far felice Hannah, che è diventata in così poco tempo così tanto per me. Ora stiamo insieme, è un rapporto totalmente nuovo e ancora in fase di sperimentazione. Diciamo che con lei non c'è stato il classico colpo di fulmine, quel fascino che ti colpisce dritto al cuore e senti che non ne potrai più fare a meno. E' stato un'insieme di rabbia condivisa nei confronti del mondo di oggi e di consolazioni. Ogni volta che parliamo sputiamo emozioni e paura, per quello che verrà, dopotutto la paura di soffrire ancora non abbandona un corpo già forgiato più volte dal dolore.
Abbiamo condiviso molto, oserei dire quasi tutto, e la sua vicinanza mi sta aiutando. Se la sto usando come antidoto per scordarmi di Kate? In un certo senso sì, ma non ci vedo nulla di male. Sto cercando di prendere la vita con più leggerezza, mettendo a tacere i mille pensieri che non mi hanno mai portato molto lontano finora. Di una cosa sono certa, non sto con Hannah perché temo la solitudine, con il suo affetto non voglio colmare nessun vuoto, solo creare nuovi spazi solo nostri. In seguito alle mille perdite che ho subito quest'anno ho imparato a convivere con la solitudine; la vita, con i suoi mille imprevisti mi ha posta faccia a faccia con il vuoto più totale e devo dire che ho imparato ad apprezzare i lati positivi di esso. Innanzitutto imparare a sapere di cosa la solitudine è fatta e saperla accettare è un passo fondamentale nella vita, è proprio ciò che ti rende forte ed indipendente. Se adesso dovessi tornare ad essere sola in mezzo al nulla, anche senza Hannah, saprei come accogliere la solitudine, facendola accomodare senza temerla, aspettando la persona con la giusta luce per scacciare il buio in me di troppo. Inoltre se concedi a qualcuno il posto al tuo fianco, vuol dire che se lo è davvero guadagnato con i fatti e non con promesse buttate al vento. Io, un po' come il mare che non si stanca mai di provare a baciare la sabbia, vado avanti, tra i miei alti e bassi ma pure sempre consapevole di chi sono, di cosa voglio, ma soprattutto di cosa non ho bisogno; ho smesso di farmi del male da sola cercando persone con testa ed occhi altrove, ora desidero quel qualcuno che riservi i suoi sguardi e le sue attenzioni sul nostro "noi", senza mezze misure. Non mi accontento più di essere vista ma non guardata, di essere sentita ma non ascoltata, di essere un oggetto su cui testare le nuove emozioni, non permetterò a nessuno di gettarmi più in quel modo, e sapete perché? Adesso io mi basto, ho un'arma, la solitudine, che non mi farò rubare da nessun impostore d'amore. Dopo Kate ho ricominciato dalla sola anima che mi era rimasta sempre accanto, la mia, e continuerò così, portandomi un po' più di rispetto. In mezzo al buio più totale non vedi più nessuno, nemmeno la tua ombra.

"Signorina Argent, è tra noi?" Ecco che la prof. di letteratura interrompe i miei pensieri; tutti hanno notato che, in certi momenti, mi assento dalla normalità, per pensare. I professori me lo rimproverano sempre ma non capiscono che questo è il mio modo di respirare aria pulita, quella del mio profondo. Se dovessi vivere a pieno ogni momento di questa normalità assassina probabilmente non ce la farei. Finita l'ora più pallosa della mia vita esco nei corridoi, alla ricerca di Hannah; siamo in due classi diverse però al cambio d'ora cerchiamo sempre di vederci. Il nostro non è un rapporto morboso però devo dire che più la ho al mio fianco più mi sento a casa e sicura, come se creassimo un insieme indistruttibile: due enormi fragilità che, con l'amore e l'unione, sono capaci di diventare due fortezze. Questo è uno degli aspetti che più amo di noi.
Incrocio Brian che mi saluta a stento, con un debole gesto della mano. Adesso non condividiamo più l'appartamento ma purtroppo questa è una delle tante cose che non condividiamo più. Ogni volta che cerco di parlargli di cose più serie e intime, lui cambia discorso o addirittura se ne va, senza aggiungere nulla. Non capisco questo suo atteggiamento, il Brian dell'anno scorso non si sarebbe mai comportato così, non con la sua migliore amica. Forse dovrei smetterla di attribuirmi questo nome, che evidentemente non mi appartiene più. La cosa che più odio è vederlo conciato così, sempre ubriaco o fatto; è spento, privo di sogni da coltivare, come se la sua anima fosse stata svuotata completamente, proprio da colui che era
stato l'artefice della serenità più pura mai vissuta prima. Cody si è portato via davvero tutta la sua luce, l'ha consumata e adesso la solarità che lo contraddistingueva se n'è andata, proprio come hanno fatto tutte le persone a cui lui più teneva. A cominciare con suo padre quando era ancora un bambino, per finire con Cody, colui che sembrava davvero la sua persona in mezzo a miliardi. Ma la vita è un teatro di sorprese, alcune mozzafiato, ma la più parte delle volte, ti tolgono la speranza, il vero motore che è in ognuno di noi.
Potrei fare molto di più per Brian, insistere anche a costo di prendermi tutti i colpi che ha incassato e che non vede l'ora di restituire, anche a chi colpe non ne ha. Ma non so perché, mi accontento di questo nostro rapporto più leggero. Non mi sto comportando da vera amica ma sono stanca di rincorrere chi non ha alcuna voglia di essere raggiunto. Inoltre si percepisce il suo fastidio quando mi vede felice con Hannah e non lo biasimo. Oltre ad essere la cugina di Cody, lui sta troppo male per vedere le persone altrui felici. Non è egoismo, lo so, ma avrebbe bisogno di qualcuno con cui condividere il proprio dolore, le stesse ferite interiori che lo fanno ormai sentire inferiore ad ogni rapporto, persino alla nostra amicizia.

Continuo a girare per i corridoi alla ricerca di Hannah che sembra non volersi far trovare, provo anche nel nostro posto, quello in cui andiamo quando tutto sembra più oscuro del solito e in questa scuola ci sentiamo soffocare.
Nulla, di lei non c'è traccia.
Decido di andare in classe, tra tutti i casini dell'ultimo anno ho saltato molte lezioni, e non voglio trascurare gli studi. Visto che sono all'ultimo
anno voglio dedicarmi alle basi del mio futuro, per entrare nell'università di giornalismo, anche se è ancora tutto un sogno per me.
Faccio per entrare in classe e scorgo Hannah, in fondo al corridoio, che esce dal bagno dei ragazzi. Stringo gli occhi per poter vedere meglio e sì, è proprio quello dei maschi.
Vedo anche Chris che la segue a ruota, come se là dentro fossero assieme. Chris è dell'ultimo anno come noi, è appena arrivato ma di solito non parla mai con nessuno, è un tipo che sta sulle sue, tutto scuola e casa.
Proprio quando la curiosità mi spinge a seguirli per poter vedere se la mia ragazza mi nascondesse qualcosa, che la Prof. di storia dell'arte mi rimprovera di rientrare nell'aula.
L'immagine di quei due, quasi attaccati, si ripercuote per la mia mente durante tutto il giorno.
Ora sono cambiata, mi sento più sicura di me stessa e per questo decido di non farne una storia inutile, cercando di archiviare il tutto.
Ma ormai una crepa è aperta in me, anche se cerco di non darle ascolto...

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