Capitolo 16:

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Kate:
Appena le sue labbra sfiorano le mie, un brivido intenso percorre tutto il mio corpo a partire dalla bocca.
Non ho mai provato nulla del genere, neanche lontanamente.
I brividi che continuano a percorrermi sono nuovi, diversi, mai provati prima.
Ho sempre pensato di essere "insensibile" dato che cambiavo continuamente ragazzo, semplicemente perché non provavo mai niente di vero. Pensavo che fosse normale, che non avessi ancora trovato "quello giusto" oppure che fossi semplicemente fatta io così, semplicemente inadatta per l'amore. Ma questo bacio sta mettendo in discussione tutto, praticamente tutta la mia vita.
Per quei pochi attimi in cui la mia lingua sfiora delicatamente la sua, capisco di cos'è fatta la felicità.
Però appena riesco a tornare alla realtà mi ritraggo, sinceramente non so il perché di questa azione. Forse perché le emozioni erano troppe. Forse perché non ci capivo più niente. Forse perché so che questo stravolgerà la mia vita. E perché, dando per un attimo spazio alla ragione, è la cosa giusta da fare per non rovinare la nostra amicizia.
Non so che mi sia preso, è stato tutto uno sbaglio. Un bellissimo sbaglio... no Kate non doveva succedere, quindi di conseguenza non può essere definito così. Cerco di auto-convincermi.
Forse invano, ma devo comunque convincermi.
Questa non sono io. Sarà stato l'attimo, noi due sole, lei così piccola e indifesa tra le mie braccia, tutto qua.
Dopo essermi ritratta dico :" Emh, scusa è tutto uno sbaglio."
La sua faccia è passata nuovamente dalla vita alla morte. Mi dispiace. Ma noi possiamo essere solo amiche. Niente di più, niente di meno.
Nonostante sia palesemente delusa risponde :"Si hai ragione tu. Amiche. Facciamo finta che non sia successo niente." Mi accorgo che il suo tono cambia mentre pronuncia l'ultima frase. Non è quello che vuole, ovviamente. È brava a nascondere le emozioni, davvero tanto; nonostante questa sua barriera io riesco a capirla attraverso un solo sguardo. Saremo buone amiche. Ne sono certa. Non possiamo fare altrimenti.
Detto questo ci alziamo praticamente all'unisono recandoci nel corridoio.
Il silenzio è pesante, quasi insostenibile. Gli unici rumori sono quelli dei nostri piedi pesanti che attraversano il parquet.
Più tardi dovrò fare i conti con ciò che è accaduto o meglio che io stessa ho fatto accadere. Anche se adesso faccio finta che non sia successo niente sento che, nel profondo, qualcosa è cambiato, ma è difficilissimo capire cosa.
Quando il silenzio accumulato diventa davvero troppo, decido di parlare :"Hai ancora intenzione di andare dalla polizia, vero?"
Sono davvero patetica, cerco di sviare in tutti i modi il discorso del bacio; tanto prima o poi sarò costretta a farci i conti. Non posso sfuggire dalla mia coscienza.
Mi sento abbastanza a disagio a parlare con lei, prima non era così. Mi sento in questo modo perché sono stata io a baciarla, approfittandomi di lei alla prima confusa emozione che ho provato nei suoi confronti. Mentre lei, lei si che è forte. Riesce a tenersi tutto dentro, so per certo di piacerle, e anche da parecchio tempo, ma da quando le ho detto di voler solo un'amicizia lei ne era entusiasta, lo stesso. In tutto questo tempo non ha mai provato ad avvicinarsi o a fare discorsi che toccassero i suoi sentimenti per me. Anche se erano ben visibili, lei pensa di saperle nasconderle bene ,ma non sa che io la riesco a leggere come un libro aperto.
Io sono fatta così, quando c'è un problema, cerco sempre di scappare e ancora scappare, distraendo la mia mente pensando ad altro. Ma, si sa, alla fine tutto viene a galla e, se non vuoi affogare nelle emozioni lasciate a metà, devi farci i conti. In ogni caso sono sicura di non essere lesbica e di non provare niente per le altre ragazze. Ma Lauren non è le altre e il mio cuore lo sa benissimo.
Me lo sento dentro, qualcosa c'è, qualcosa è cambiato. Quell'attimo di felicità è stato strano, una sensazione mai provata prima. Non me ne capacito. Sono talmente immersa nei miei pensieri che non capisco se Lauren ha risposto alla mia domanda. Alzo lo sguardo e noto che mi sta fissando, come in attesa di un'ulteriore risposta.
Ma perché diavolo continuo a provare delle emozioni così strane per questa ragazza?!
Non ci capisco più niente.
"Allora mi dò una sistemata e andiamo?"
"Ehm... s-si il bagno è di qua." Rispondo io a dir poco balbettando.

Siamo in macchina. Decido di accendere la musica per smorzare un po' il silenzio.
Non parla.
Non parlo.
Per mezz'ora rimaniamo nel silenzio più totale.
Immerse entrambe nei nostri pensieri.
Siamo arrivate. La lascio entrare da sola, mi sembra la cosa giusta. Lo so, sono egoista, ma adesso non ho proprio la testa per ragionare e potrei commettere ulteriori errori.
Dovrei essere lì dentro ad aiutare una delle persone più speciali per me ed invece non ci sono. Per pura insicurezza e aura dei miei sentimenti.
Penso che, anche se poi capissi di essere bisessuale o lesbica non vorrei stare con Lauren, non per il suo aspetto o perché non mi potrebbe piacere, anzi; lo farei per lei, lei merita di meglio, merita una persona tanto speciale quanto lei ed io non sono quella persona. Lo si è capito dal primo giorno in cui ci siamo parlate. Per colpa mia Lauren è stata male più di un weekend e questo non me lo perdonerò mai.
Noi possiamo essere amiche e basta.
Sento la porta aprirsi e Lauren precipitarsi da me.
"C'è bisogno di un maggiorenne per sporgere denuncia!"
Urla Lauren, poi continua con tono leggermente più basso anche se sempre estremamente agitato :"E adesso come faccio?! I miei genitori non devono sapere niente di tutto ciò... è già successo un disastro e non voglio peggiorare tutto."
Sta per piangere.
No.
Non posso sopportare di vedere un'altra sola lacrima scendere dal suo dolce e tremante viso.
Così entro a parlare di persona con il commissario.
Ho in mente un piano. Spero che funzioni.

Dopo aver parlato con il commissario mi precipito a mia volta da Lauren.
"Ho trovato una soluzione ed il commissario la approva!"
Lauren non parla, si limita ad accennare un sorriso.
Il suo sorriso è il più sincero e naturale che abbia mai visto. Mai nulla di costruito, lei è ciò che vive veramente. Vederla contenta mi fa capire che forse qualcosa di buono riesco a farlo.
"Allora, puoi sporgere denuncia con Brian. Lui è maggiorenne, anche se da poco, ma lo è. Sono riuscita a convincere il commissario. Solitamente se un ragazzo è minorenne dovrebbe venire un genitore però non è obbligatorio. Va bene anche un maggiorenne qualsiasi!"
"Vado da Brian. Oltretutto sarà preoccupato di non avermi sentita per tutto il giorno."
"Tieni, le chiavi della mia macchina. Vai da lui e denuncia quei cretini."
"E tu come fai a tornare a casa?"
"Tranquilla, me la caverò! Di sicuro questa macchina adesso è molto più utile a te!"
"Grazie Kate, davvero!"
È così felice. Non pensavo di essere capace di rendere qualcuno felice.
"Ah Lauren!"
Grido inseguendola.
"Sii?"
"Poi dobbiamo parlare." Dico con schiettezza ma anche con altrettanta dolcezza.
"Okay, dopo la denuncia vengo a riportarti la macchina e parliamo."
"Perfetto!"
Avrò tempo di pensare.
Per una volta ho scelto di affrontare il destino, senza scappare.
Mentre percorro la strada per il ritorno penso e ripenso a quell'attimo. Quel fantastico attimo.
A dir poco inaspettato...

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