Capitolo 21

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A quelle parole i miei pensieri diminuiscono di peso, forse posso mettermi in contatto con i dottori per informarmi sulle condizioni di salute di mio figlio. "Mi segua" mi fa il dottore. Lo seguo alla reception dove chiede se possibile mettermi in contatto con l'ospedale. Proviamo a chiamare il primario del reparto e chiedere informazioni. "Mi dispiace ma sono private..." "Gli dica che è mio figlio! Lui è mio figlio!" Nel frattempo mi squilla il telefono: è mamma. Sono indecisa se rispondere ma poi mi decido a dirgliene quattro.
"Siamo arrivati, dove sei?" Cosa? "No la domanda spetta a me, dove sei tu?!" "Tranquilla, siamo qui..." mi giro e li vedo. Sembrano felicissimi di vedermi, ma non posso dire lo stesso di me. Riattacco rimanendo a bocca aperta.
"Mamma, mi spiegate cosa ci fate qui?" Chiedo sbigottita, sto cercando di mantenere la calma il più tempo possibile prima di esplodere.
"È stato snervante Aurora, torna a casa, loro torneranno appena potranno..." "Mamma, ma sai cosa gli è successo? Lo sai? Come posso abbandonarli adesso? Me lo spieghi?" Grido. "Tesoro stai calma, ci guardano tutti, ascolta..." decido di ascoltarli, voglio capire il motivo del loro arrivo qui. "Aurora, sei giovane, hai vent'anni e sei sposata con un figlio di due mesi. Ti capisco sai, è difficile, hai bisogno di staccare e stare un po' da sola. Prima di rimettersi ci impiegheranno molto tempo, quindi tu adesso torna a casa con noi e riposati. Loro staranno bene..." se fossi loro amica potrei anche fare una pausa e riposarmi. Ma loro sono la mia famiglia, non posso andarmene. "Mamma ma loro sono tutto per me!" "Starà la mamma di Ben con loro, l'ho chiamata e..." "Sai qual'è il punto mamma? Il punto è: come fai a sapere tutto? Come mi hai trovato? Come sai le condizioni in cui sono Benjamin e Ian?" La interrompo. "Credevo te ne ricordassi..." si sta arrampicando sugli specchi, ma devo sapere come fa a sapere tutto questo. "Cosa mamma?" Chiedo con una risata nervosa sicura che stia mentendo. "L'hai presente due giorni fa? Era sera e mi hai telefonato: piangevi disperata implorandomi aiuto e piangendo a dirotto come non ti ho mai sentito piangere da quando è morto tuo fratello. Non so perché tu non te lo ricorda ma ho avuto l'impressione tu fossi ubriaca Aurora." Rimango basita, sconcertata. "Non ricordo minimamente niente di quel che mi hai raccontato! Stai mentendo mamma, è così meschino da parte tua..." faccio con espressione di disgusto. "Guarda...". Mi mostra il sui telefono e mi fa ascoltare la registrazione della chiamata. "Eri distrutta, ero sicura non ti ricordassi niente, non volevo arrivare al punto di farti sentire quanto eri distrutta." Ero davvero distrutta, lo ammetto, ma non capisco perché non ricordi nulla, nemmeno di aver iniziato a bere. Sono in trappola, non ho più scuse, ma la mia famiglia non l'abbandono.

La Perfezione Del Caos  4 - Infinito | B&F Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora