Capitolo 65

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"Stai arrossendo" "È il tuo amico che mi mette in imbarazzo" "Ci sono strati di vestiti tra noi e la sua sola evidenza ti fa arrossire?" "Si" "Forse allora dovrei farti diventare paonazza" "Forse.." sospiro imbarazzata. I miei occhi si chiudono e sento le sue labbra spingersi contro le mie in un bacio dolce e lento, da togliere il fiato. Le sue mani lasciano cadere le stampelle per terra e mi sollevano mettendomi seduta sul bancone, mentre penso che farlo in cucina non sia proprio il luogo più adatto, anche se non sarebbe la prima volta.

"In cucina?" "Ovunque tu voglia" "Prendi le stampelle però" lo rimprovero e insieme saliamo al piano di sopra. Arrivati in camera butta di nuovo le stampelle per terra e inizia a baciarmi mentre ci spogliamo a vicenda. Mi butta sul letto e sale su di me. Restiamo entrambi in mutande ma per ora sembra bastargli, come al solito sono nelle sue mani. Inarco la schiena mentre sfiora la mia pelle intorno al petto che subito reagisce al suo tocco iniziando a provocarmi dei tremori. Cerca di slacciarmi il reggiseno ma non ci riesce e quando cerco di aiutarlo me lo impedisce.

"Lascia fare a me.." continuo ad avere la schiena inarcata, che è iniziata a farmi male e lui invano continua a provare a sganciare il mio reggiseno. Del resto è stato operato e deve recuperare la manualità e ciò vale anche per queste. È a cavalcioni su di me con un'espressione infastidita, ed io che non sono in grado di fare molti movimenti, cerco di persuaderlo a farmelo fare a me, anche se una cosa simile, non essendomi mai capitata, mi mette notevolmente in imbarazzo, sono letteralmente inerme di fronte a questa situazione.

"Benjamin, lo sappiamo entrambi che la tua mano a tornare come prima ci metterà del tempo, ti prego, lascia fare a me" lui mi guarda negli occhi senza rispondere e mi pento delle mie parole, anche se non ho detto nulla di male, appena si alza e inizia nervosamente a rivestirsi. Non riuscendo ad abbottonarsi la camicia con le sue mani nervose e tremanti riesce a strapparsela di dosso e a scappare di via da quella stanza furioso mentre cerco di calmarlo e quasi inciampa in una delle stampelle che ha lasciato per terra.

Corro di sotto e lo cerco in cucina, in sala da pranzo, mentre finisco per trovarlo in salotto, seduto sul divano con le mani nei capelli. Mi siedo accanto a lui e gli parlo, penso abbia reagito troppo male alla cosa, è normale.

"Benjamin.." "Lasciami stare" è frustrante vederlo così, ma per me è arrivato il momento di prendere in mano la situazione.
"No e rispondimi male quanto vuoi ma io ti seguirò ovunque tu andrai, qualunque cosa tu farai" "No, non lo faresti" "Si invece e adesso voglio capire cosa ti prende e lo scoprirò, potrei arrivare a corromperti, non sarebbe un problema per me, lo sai" "Smettila, non mi fai ridere" "Nemmeno se ti faccio il solletico?" "No" è serio, troppo serio. "Spiegami cosa ti prende forza, adesso sono tranquilla e sei fortunato perché potrei anche arrabbiarmi, io queste tue reazioni non me le spiego e ho bisogno di chiarimenti da parte tua quindi, sono tutt'orecchie" "Mi sono innervosito ok? Non posso nemmeno fare l'amore per te per colpa di queste stupide mani tremanti che non funzionano come devono" "Ma è normale!" "Si ma mi da fastidio, va bene?" "Potevo farlo io, lo sai..." "No, volevo farlo io, e pensa se ti succedesse qualcosa, a te o a Ian, non so sganciare un reggiseno figurati proteggervi!" "È un'altro discorso questo" "Ed invece io credo proprio di no" "Quindi sei arrabbiato con te stesso e, a parte il fatto che non dovresti, puoi sempre chiedermi aiuto, devi smetterla di fare il supereroe, tutti abbiamo delle debolezze, la tua è anche momentanea quindi..."

"Forse ho esagerato ma ero nervoso. Aspettavo quel momento da secoli, ti amo troppo per non starti attaccato un secondo capisci? E così tanti chilometri hanno aumentato il desiderio" "Sono d'accordo ma tu, quando non riesci in una cosa, devi permettermi di aiutarti, va bene?" "Va bene" abbassa la testa sollevato.

"Vieni qui" lo abbraccio e infilo la mia testa nell'incavo del suo collo. "Mi mancava il tuo profumo" "A me mancavano i tuoi abbracci" appoggia le sue labbra sulla mia spalla lasciando dei piccoli baci.

La Perfezione Del Caos  4 - Infinito | B&F Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora