Capitolo 28

48 3 0
                                    

Non riesco a fare niente, non so cosa me lo impedisca, però sono l'unica che ha gli occhi aperti. L'unica in parte cosciente. Sono viva, ma i due corpi accanto a me no. Finalmente dopo un po' riesco a muovermi e a scoprire l'identita dei due, che mi sconcerta: sono Ian e Ben. Li scuoto, li rianimo, ma niente, non si svegliano. Provo a parlargli ma non reagiscono. Di colpo sento chiamare il mio nome, non so da dove, ma da così vicino, solo che non sono ne mio figlio ne Ben. Mi giro alla ricerca di quella voce ma poi vedo una fievole luce. Stavo sognando, mi ero promessa di non fare incubi ma il mio cervello ha tanta immaginazione da farmi sperimentare torture sempre peggiori. Era la mamma che mi chiamava. "Aurora svegliati! Aurora!" Grida. Ho fatto un'incubo, ma per quale motivo sta gridando? Forse ho parlato? "Mamma, sono sveglia!" Grido. Mi giro verso mio figlio e lo sento piangere nervosamente, strillare. "Mamma perché piange?" Chiedo con un filo di voce. "Aurora stai bene? Mi hai fatto venire un colpo..." "Ho fatto un'incubo, per-perché?" Prendo mio figlio tra le mie braccia nella speranza di calmarlo mentre mia mamma mi spiega il motivo del suo spavento. "Aurora mi hai fatto spaventare, non facevi che urlare e piangere, pensavo ti fosse successo qualcosa di grave. Poi tuo figlio sentendoti gridare e piangere ha reagito così e ho avuto paura fosse successo qualcosa" mi racconta. Non mi era accorta fosse un sogno, era tutto così reale e in effetti le mie reazioni si sono fatte sentire anche nella realtà. Cullo mio figlio tra le mie braccia sperando si calmi, spero davvero lo faccia altrimenti mi agiterò anch'io. Con il passare dei minuti non si calma e mia madre è andata di sotto, magari ha fame. Ma rifiuta tutto, come in Grecia. "Ti prego Ian, sta' calmo su, è tutto finito" gli ripeto, mi metterei a piangere in questo momento, sta andando tutto storto, ne andasse una per il verso giusto. "Shh, c'è la mamma qui" lo tranquillizzo ancora, è frustrante non riuscire a calmarlo, una lacrima mi cade, sono davvero una piagnucolona, non sono per niente forte, sono così banale. "Devi calmarti piccolo, la mamma sta bene. Tranquillo, ti prego non piangere più, altrimenti piange anche la mamma, vedi?" Cerco in tutti modi di calmarlo. Poi d'un tratto smette di piangere. Mi guarda, con quei bellissimi occhi azzurri, che mi ricordano tanto suo padre. "Hai visto? Adesso la mamma è felice perché lo sei anche tu!" Gli sorrido. È così rassicurante parlare con Ian, rilassante. È il simbolo dell'amore che provo per Ben, è amore puro, il nostro. I suoi occhi m'incantano e non posso farne a meno. Gli dedicherò tutto il mio tempo d'ora in poi, mi fa stare bene stare con lui, occuparmene. So come rinascere, ripristinare un mio equilibrio. Con lui posso essere più forte.

La Perfezione Del Caos  4 - Infinito | B&F Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora