5. Cambiamenti

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Zayn era uno dei miei più fidati amici, c'era sempre stato per me ed era come un vero e proprio fratello.
Questo, però, non gli impedì di urlarmi contro quando gli raccontai della richiesta di Liam.
Ebbene sì, Zayn ed io eravamo legati anche da un altro tipo di rapporto.
Il moro dal sorriso enigmatico e dagli occhi luccicanti e misteriosi è, infatti, a capo da un paio d'anni di una ditta che produce tabacco.
Per precisione, producono le migliori sigarette dell'intera città e ogni tanto qualche scatolone arriva dritto dritto in camera mia.
«Tu sei impazzito!» mi urlò contro, frustrato.
Dovetti cedere, raccontandogli ogni singola cosa.
Lui, come sarei stato in grado di predirre, scoppiò a ridere senza alcun contegno.
«Tu sei un malato del sesso, amico! Sei a dei livelli superiori!» esclamò, ancora ridacchiando.
«Zayf, ti prefo» pregai, con la bocca piena di popcorn.
«Solo per le prime due settimane! E niente di più. Ora dimmi, come mai avevi tutto quel bisogno di beh, sai cosa.»
Aveva capito.
Dannazione, ti detesto.
A volte.
«Il nuovo amico di Liam è hot, okay?» esplosi, con un tono minaccioso.
Dall'altro lato sentì un semplice "oh" e dopo..
Beh, quello che accadde dopo fu storia.
Mi strozzai con un pop corn ingoiato male, cominciando a tossire e immaginando la mia morte.
Da completo idiota.
Mi iniziai ad auto picchiare, dandomi colpi sulla schiena, mentre Zayn dall'altro lato urlava:«Amico! Lou!»
Il coso infernale volò fuori dalle mie labbra in un ultimo colpo, raggiungendo..
Mia madre.
In fronte.
«LOUIS WILLIAM TOMLINSON!»

•••

Erano passati circa cinque giorni da quando avevo traumatizzato il povero Hazzy TiAmmazzi, ma non avevo avuto il coraggio di chiedere a Liam che fine avesse fatto.
E poi, ero stato molto impegnato.
Mia madre, per esempio, aveva minacciato di gettarmi fuori di casa e Zayn mi aveva anch'egli fatto promesse poco positive.
Per catturare, quindi, due piccioni con una fava decisi di trovarmi un lavoro.
E, beh, devo ancora trovarlo.
Ma dettagli.
In questo modo avrei passato meno tempo in una casa piena di urla isteriche di una donna schizzata e avrei potuto guadagnare abbastanza per continuare il patto con quell'aguzzino di mio fratello.
Avevo passato, quindi, molto tempo a cercare annunci ed uno solo mi era apparso interessante, un lavoro in una gelateria.
Così, con orgoglio, avevo annunciato a mia madre la mia partenza per il luogo del colloquio.
Ma, ahimè, mai i miei piani corrono per la dritta via.
«Stasera non puoi, chiama il tuo capo» sbottò la strega, afferrando scialle e pochette.
«Non è ancora il mio capo!» strillai, come una checca isterica.
«Non mi interessa! Devo uscire ed Harry viene da noi stasera! Anche io ho un importante, ehm, riunione.»
Alzai un sopracciglio e feci per ribattere, ma lei era già sparita.
Improvvisamente, però, l'idea di rimanere a casa non mi dava poi così fastidio.
Decisi che avevo decisamente bisogno di farmi perdonare dal riccio, completamente dimentico delle ultime parole da lui stesso pronunciate durante il nostro precedente, e primissimo, incontro.
Per questo mi misi all'opera, non sapendo bene a che ora dovesse suonare alla nostra porta.
Alle 8 la cena era già impiattata, patatine e roast beef.
Le uniche cose commestibili che sono in grado di fare.
Liam corse improvvisamente giù dalle scale e la sua espressione fu delle più incredule.
«Chi diavolo sei tu, e che cosa ne hai fatto del vero Louis? Quello menefreghista, egocentrico, perverso e..»
Lo interruppi, sbottando:«È ancora qui, coglione» e potei notare un po' di tristezza quando rispose «Ah, ecco.»
Si sedette ad una sedia, addentando un boccone.
«Mi spieghi come mai tutto questo, uhm, darsi da fare?»
Gli rivolsi uno dei miei sorrisi più angelici e innocenti del mondo.
«Per Hazzy Sticazzi.»
Non feci in tempo a finire uno dei suoi tanti soprannomi che il campanello suonò.
Appena aprì la porta un ricciolino corse in mia direzione, abbracciandomi e urlando:«LouLou!»
Liam strabuzzò gli occhi e io, beh, mi sciolsi.

YOU'RE TOO CUTE! | Larry Stylinson |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora