15. Bad liar

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La voce di Liam riecheggiò dal piano di sotto e realizzai di essere fottuto.
Ero su un letto ricoperto di sperma, con il suo migliore amico completamente nudo.
E lui non sapeva nemmeno della sua presenza in quella casa.
«Liam!» urlai in risposta, cercando di pensare il più velocemente possibile.
Ma, ahimè, il mio cervello sembrava essersi congelato quanto un frappuccino.
Per tutta risposta Harry era raggomitolato in un lenzuolo, cercando di farsi il più piccolo possibile.
Volevo stringerlo ma capí di dover far ben altro, non potevo permettere a Liam di trovarlo in quello stato.
Non me lo sarei mai perdonato.
Lui era il mio cucciolo, e volevo proteggerlo, sempre.
«Puoi darmi il tuo caricatore?» chiese di nuovo la voce di mio fratello.
Mi venne la pelle d'oca.
Era nel corridoio.
Mi affrettai a strappare il filo collegato alla presa e uscì dalla stanza, richiudendomi la porta alle spalle e intimando ad Harry di stare in silenzio.
«A te» bofonchiai, allungando il braccio.
Il suo sguardo mi percorse da capo a piedi, facendomi rabbrividire.
Poi i suoi occhi si ridussero a due fessure e..
«Sei un porco!» urlò, mettendosi le mani davanti agli occhi e spostandosi schifato.
Ero nella merda.
Aspetta.
Per cosa ero nella merda?
Seguì il suo sguardo con il mio e solo allora notai una stramaledettissima macchia di sperma, del diametro di una pulce, stampata sui miei skinny neri.
Mi maledissi mentalmente per aver scelto di indossarli proprio quella sera.
Poi pensieri più preoccupanti fecero irruzione nel mio cervello, gelandomi il sangue nelle vene.
«Potevi almeno ripulirti prima di uscire, Cristo. E sai cosa? Dormo da Niall, non ci sto qui con un maniaco che non fa altro che segarsi!» continuò, gettando il caricatore per terra e pulendosi le mani contro il muro.
«Posso spieg- aspetta, che?»
Non aveva capito.
Lui, che si definiva Einstein, aveva preso un enorme bidone e, per di più, mi lasciava casa libera!
Non mi resi nemmeno conto della sua sparizione a causa della sorpresa, finché un ricciolino in boxer fece capolino e con paura chiese:«È andato via? È tutto ok?»
Tremava da capo a piedi, come una fogliolina versione umana.
«Va tutto bene, Haz, tutto bene» sussurrai, abbracciandolo.
Rimanemmo in quell'abbraccio, ciondolando leggermente, per almeno cinque minuti, prima di staccarci.
«Che ne dici se ti rivesti mentre vado a fare qualcosa per cena? Non aspettarti granché, però» aggiunsi, facendogli un occhiolino.
«Grazie, amore» e mi diede un bacio sulla guancia.
Forse fu l'essere chiamato così da lui per la prima volta o per il gesto successivo alla frase.
Fatto sta che arrossì violentemente, borbottando e recandomi quasi di corsa in cucina, mentre lui ridacchiava alle mie spalle.
E le farfalle che avevo nello stomaco sembrarono essersi trasferite nel mio cervello, impedendomi di fare qualsiasi cosa.
Per carità, non ero mai stato granché in cucina -per dirla tutta, ero negato- ma quella volta fui un vero disastro.
Quando Harry scese le scale e fece il suo ingesso mi ritrovò pieno di farina da capo a piedi, con il ripiano in subbuglio e i capelli in disordine.
Per giunta, avevo anche incendiato uno straccio e ora l'intera stanza puzzava di fumo.
«LouLou» sospirò lui, ma aveva un sorriso tutto fossette stampato sul viso.
Mi si sedette sulle gambe, dandomi un piccolo bacio a stampo.
«Mi dispiace, sun» sussurrai, il capo chino.
Mi sentì quasi offeso quando sentì la sua risata rimbombare sulle pareti.
«Posso fare io, mh?» disse subito, notando la mia espressione da cane bastonato.
«Ma sei tu l'invitato» borbottai, oscillando le gambe avanti e indietro.
«Sembri più piccolo di me, ora!» replicò lui, aprendo il freezer e trovando le stesse confezioni della prima volta in cui ci eravamo conosciuti.
«So come non farle bruciare» sogghignò.

•••

Harry si era rivelato dieci volte migliore di me in cucina, cosa di cui non avevo dubbi, preparando anche qualche stuzzichino con gli unici avanzi che vi erano nel frigo.
Dopo cena lo avevo appoggiato giocosamente sul divano e ora stavamo guardando un film.
Sembrava un tipico appuntamento, quello che lui sognava il giorno prima nella mia auto.
Fu per questo che non ebbi paura nel baciarlo all'improvviso e chiedergli, blu nel verde, «Vuoi diventare ufficialmente il mio piccolo fidanzato?»

Lo so, lo so.
È tutto troppo affrettato e confuso
ma ho molte idee e non vedo l'ora
di scrivere i prossimi capitoli,
quindi prendete questo come un
capitolo di passaggio!
Grazie mille,
xx

YOU'RE TOO CUTE! | Larry Stylinson |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora