26. Viva la France! (i frullati in questo capitolo non c'entrano niente, okay)

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«Giacca?»
«Si.»
«Lo zaino?»
«Anche.»
«La coroncina?»
«Yup.»
«E il mio mazzetto-»
«Louis» sospirò Harry, ridacchiando.
«Hai ragione, scusami» borbottai, decidendomi ad aprire la portiera e ad aspettare che facesse il giro dell'auto.
«Non scusarti, sei solo gentile, molto» disse sorridendomi, per poi stamparmi un bacio sulla guancia.
Io risposi scompigliandogli i ricci, per poi mormorare un "ci vediamo domani" e allontanandomi per resistere alla fottutissima necessità di baciarlo.
Ma qualcosa mi diceva che non era possibile, e quel qualcosa era Anne intenta a fissarci dalla finestra come una maniaca.
Tra l'altro, ignara del fatto che fosse chiaramente visibile.
«Ciao, Loueh» mi salutò lui, facendomi capire con lo sguardo che non ero il solo a voler poggiare le mie labbra contro le sue.
«Ciao, principessa» dissi, prima di ritornare in auto e chiedermi per quanto tempo ancora saremmo dovuti essere un segreto.

•••

Una volta a casa, i pensieri malinconici un po più lontani, sbloccai il telefono per controllare che non vi fossero messaggi da parte di Zayn.
Fui sollevato nel non trovarne.
Al suo posto però vi era un torno domani da parte di mamma -che ignorai accuratamente- e oh cazzo.
Venti messaggi dal mio datore di lavoro, tra cui l'ultimo in stampatello.
TURNO EXTRA ALLE 7,
OSA NON PRESENTARTI
E SEI FUORI, COGLIONE!
Erano le sette e dieci.

•••

Se mai lavorerete in una gelateria, sappiate che turno extra è solo un modo più carino di dire lava i cessi intasati da qualche ciccione con la diarrea.
Avevo passato un'ora nel cercare di ripulire quell'abitacolo -e nel tentativo di non rimettere il pranzo di Natale 1999- ed ero decisamente esausto.
Fu per questo che decisi di prendermi due minuti per una sigaretta.
Ancora col ridicolo berretto in testa -lo slogan era cambiato, ora recitava "gelati prelibati, da gennaio stagionati"- diedi alcuni scatti con l'accendino.
Essendo nel retrobottega non mi aspettavo di udire qualcuno parlottare.
Fu per questo che aguzzai l'orecchio.
E non perché sono peggio di una zitellona civettuola, con una voglia matta di cazzi altrui (magari prima in entrambi i sensi, ma ora vi ricordo Hazzy Materazzy).
«È un concorso?» chiese una voce acuta, che già mi faceva venire il mal di testa.
«È la crème de la crème dei concorsi!» sbottò una voce con un forte accento francese.
Odio la Francia, le baguette e i cappellini neri.
«Per questo possono partecipare solo coloro che possono permetterselo, e intendo non solo per talent ma anche per il dennnnnnnaro!» continuò.
Alzai le sopracciglia a tutte quelle d, rivolgendo un'occhiata alla staccionata che divideva me e gli strani soggetti.
«Mille dollari per un'opportunità di firmare un contratto discografico!» continuò, facendomi tossire una volta udita la somma.
«Ma che scherziamo?» strillai, terminando la sigaretta e buttandola per terra, con l'intenzione di rientrare.
«Chi parla?» chiese la voce, improvvisamente allarmata.
Io dieci una pacca abbastanza violenta alla recinzione.
«Io! E dico che lei, mio caro signore, ha delle rotelle fuori posto! Quale cazzo di rincoglionito spenderebbe tanto? Lei è sicuramente un truffatore peggiore delle televendite di padelle e padellini! Con mille dollari ha una mezza idea di quanti dildi si possano comprare? Di quanti porno? Sono più che convinto che persino lei scoperebbe con mille dollari, cosa alquanto improbabile visto che me lo immagino come un vecchio decrepito, coi baffetti unti alla francese e le mutande che puzzano di piscio. Oh, magari anche con un pancione penzolante e calvo.»
Fui sorpreso di udire una risata dall'altro lato.
Dannati francesi e il loro perbenismo.
Neanche insultati si incazzano, sono davvero-
«Signorino, credo che lei non sappia proprio con chi stia parlando!»
Di nuovo una risata.
«Con un francese di merda?» chiesi di rimando.
«Oh no no, mon cher! Credevo che qui in Inghilterra mi avrebbero acclamato!»
Di nuovo grosse risate.
«Ma perché? Chi cazzo è lei?» chiesi, ormai perdendo le staffe.
Nessuna risposta.
Attesi quelli che parvero minuti interi prima di decidere di ritornare al lavoro.
Fu quando mi voltai per tornare indietro che mi trovai faccia a faccia con la persona meno inaspettata del momento.
«Come immaginavo» disse, sempre col solito accento.
«Dopotutto, chi potrebbe mai immaggginare di ritrovarsi face à face con Stromae* di fronte ad una valanga di bidoni di immondizia che.. mon dieu, puzzano di merda!»

*Stromae: noto cantante francese, lol

Capitolo senza alcun senso, lo so, ma scoprirete di più nel prossimo.
Tra parentesi, non ho nulla contro la Francia, chiamasi ironia, lol.
Bacini a forma di pene,
xx

YOU'RE TOO CUTE! | Larry Stylinson |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora