31. Cortocircuito

7.4K 313 71
                                    

Zayn's POVS
Erano passate due settimane da quando Liam era stato ospite a casa mia, e le cose sembravano essere tornate come prima.
L'unica differenza era Harry.
Harry che aveva lasciato Louis, Harry che aveva abbandonato Niall, Harry che non frequentava più il corso di canto, Harry che non andava quasi neanche più a lezione.
Io, da parte mia, mi ero occupato di iscriverlo comunque al concorso, facendo ben attenzione ad occuparmi di ogni singolo pagamento, grazie a Liam che aveva avuto questa idea per farsi perdonare tutto quello che aveva causato.
Lo stesso Liam che la notte, adesso, si svegliava per andare ad abbracciare Louis che piangeva e non riusciva a prendere sonno, fregandosene di dover andare a scuola il giorno seguente, fregandosene dei suoi soliti esperimenti.
Lo stesso Liam che aveva fatto coming out, lo stesso Liam che era venuto a piangere da me quando lo avevano picchiato nel corridoio e lo avevano deriso a scuola, lo stesso Liam che aveva affrontato tutto pur di ripagare i suoi peccati.
Perché aveva deciso di darsi tutte le colpe per quello che era successo tra Louis ed Harry, nonostante sia io che il diretto interessato gli avessimo assicurato che in quella storia la sua intromissione avrebbe comunque cambiato ben poco.
Nel frattempo, la mia azienda era in ritroso, troppo occupato a prendere il posto di Louis nelle lezioni con Niall e  a informarmi su tutto quello che il mio amico combinava, usando Liam come spia.
Cercavo di aiutare come potevo, ma non potevo creare del tempo che non avevamo.
«Zayn?» una voce proveniente dal corridoio.
«Lí?» chiesi, seguendola.
«Sai qualcosa?» domandai immediatamente, dopo esserci salutati con un abbraccio.
«Credo stia peggiorando, non è uscito da camera sua tutto il giorno.»
Sospirai, dandogli le spalle per evitare che vedesse la mia espressione fin troppo preoccupata.
«È per questo che ho chiamato Harry.»
Restai destabilizzato per qualche secondo, voltandomi di scatto.
«Non ti arrabbiare» disse immediatamente, notando il mio sguardo.
«Non ho dovuto convincerlo, ha detto si fin da subito.»
«Si a cosa?» sbottai, frustrato.
Cosa diavolo aveva combinato?

•••

«Harry?»
La voce di Louis rimbombò per tutta la casa vuota e in completo silenzio.
Di fronte alla soglia vi era proprio lui, l'unica persona che aveva avuto in testa dall'ultima volta in cui l'aveva visto.
«Posso entrare?» chiese timidamente, cercando di non sembrare troppo frettoloso o indispettito.
Il più grande stette rigido ancora per qualche altro secondo prima di permettergli di percorrere il corridoio che dava sul soggiorno.
Una volta lì le cose si fecero, se possibile, ancora più imbarazzanti.
Si ritrovarono seduti il più lontano possibile, nonostante Louis avesse una voglia matta di stargli vicino, anche solo per risentire il suo profumo, che ormai aveva impresso come fosse il proprio.
«Scusa» disse di botto il riccio, senza guardarlo.
Nessun preparativo,
nessun discorso pronto.
È così quando si ama, non si ha il tempo di pensare, a volte bisogna andare di istinto e basta.
E l'istinto di Harry gli aveva urlato di tornare da Louis, gli aveva gridato di farsi perdonare per le cattiverie che aveva osato rivolgergli.
Il suo Louis, tutto quel male, non lo meritava.
«Ho solo paura» continuò, senza aspettare una risposta.
«Ti ho sempre detto che avremmo affrontato qualsiasi cosa assieme» mormorò piano il liscio, anche lui con il volto chino.
«Ho paura di non esserne in grado» rispose «perché continuo sempre a sentirmi in colpa.»
«Non capisco come tu possa reputare noi una cosa sbagliata» sbottò improvvisamente il maggiore.
Era stato male, malissimo per colpa sua.
Gli aveva prima fatto abbassare la guardia e poi lo aveva abbattuto completamente,
annientandolo e lasciandolo al tappeto.
Mai in tutta la sua vita Louis aveva provato una mancanza del genere in così poco tempo.
E, per carità, tutto ciò dimostrava quanto lui lo amasse, ma non poteva pretendere di giocare ancora con i suoi sentimenti, non poteva venire lì e pretendere di essere perdonato.
Non poteva e basta,
Harry semplicemente non poteva pretendere di mettere piede in casa di Louis senza che questo facesse nulla in risposta.
E fu per quello che non si rese nemmeno conto di aver annullato le distanze e di aver baciato le sue labbra, assaporandone il sapore dolce mischiato a quello
di chewing gum -quelle alla fragola, le sue preferite- e stringendogli con forza la vita, portandoselo addosso.
Ed Harry, davvero, non poteva pretendere di rispondere al bacio e terminare la cosa.
Perché Louis non voleva fermarsi, non ora.
If tomorrow you won't be mine,
won't you give it to me one last time?
E fu come trovare punti dei loro corpi mai scoperti fino ad allora, fu come se liberarsi dei propri vestiti significasse abbandonare assieme a quei tessuti anche tutto il loro dolore, la loro mancanza, le loro paure, la loro rabbia.
Perché in quel momento esistevano solo
Harry e Louis,
due ragazzi che si amavano e null'altro.
Non c'era la madre di Hazza a rompere le balle, come avrebbe comunemente detto il più grande, e non c'era nemmeno il solito senso di colpa o groppo alla gola che quest'ultimo aveva quando stava per fare qualcosa di quel tipo.
I baci da uno divennero un milione, era come essere sotto l'effetto di una maledizione, costretti a baciarsi ripetutamente e incessantemente.
Ma a nessuno dei due
dispiaceva realmente.
Harry, come al solito, era finito addosso a Louis, i ricci sudati che gli coprivano metà viso, cosicché il più grande doveva continuamente toglierglieli dagli occhi per poterlo ossservare.
Perché era seriamente uno spettacolo perdersi nelle pagliuzze dorate sperdute in quel verde, o ammirare le sue labbra diventare sempre più rosse, o le sue guance prendere colorito.
E poi, adorava i suoi crateri lunari, che in quell'ultimo periodo aveva quasi dimenticato.
«A-andiamo di sopra» ansimò improvvisamente, quando lo vide inarcare piano la schiena ad un contatto con la sua erezione.
Ed Harry quasi gemette a quella richiesta, annuendo freneticamente, il desiderio che ardeva in entrambi i corpi, bollenti, che mandavano quasi scariche elettriche, collegandoli come pezzi dello stesso marchingegno, in grado di funzionare solo se assieme.

Volevo solo dirvi che sono in ansia per Dusk Till Dawn,
bYE.
xx

YOU'RE TOO CUTE! | Larry Stylinson |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora