11. Maledizioni

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Non potevo essere così sfigato.
Chissà se il mio ex fidanzato -un fissato per i riti voodoo- c'entri qualcosa ma, bando alle ciance, ero rovinato.
Perduto.
«Spiegamelo una seconda volta» mormorai, scivolando piano contro la porta di camera mia e finendo col sedere sul pavimento.
Mi ero rinchiuso lì non appena avevo capito la serietà della questione.
Udì Zayn sbuffare.
«Mi è arrivato un messaggio, da un numero che non conoscevo! Dopodiché, pam, ho provato a chiamarlo e puff, mi ha risposto una donna. E mi ha chiesto chi diavolo fossi e perché stessi chiamando il suo piccolo figlioletto. Dopodiché ho cercato di spiegare ma lei non ci ha capito nulla, quindi te lo ripeto per l'ultima volta, o risolvi o ti dissolvi
Mi volevo strappare i capelli ad uno ad uno per la disperazione.
Come diavolo avevo fatto a scrivere il numero di Zayn invece del mio?
Santo troll del Venezuela.
«Chiarirò con Anne, okay? Dammi il tempo di chiamarla, passami il suo contatto su WhatsApp» sussurrai, col poco di voce che mi era rimasto, a causa dello shock.
E la situazione peggiorò quando cliccai la cornetta verde, ricevendo dei tuu tuu in risposta.
Mi schiarì la voce e:«Signora Styles? Sono Louis Tomlinson, il fratello maggiore di Liam.»
«Oh, Louis! Ho avuto una chiacchierata con il tuo amico, uhm, Zeit? Zann?» chiese, con un tono di voce piuttosto pacato.
«Ehm, Zayn. Essì, ho chiamato per darle delle delucidazioni al riguardo» bofonchiai, notando solo dopo di sembrare vagamente un avvocato.
Un avvocato ritardato.
«Ecco, credo di aver commesso un errore nello scrivere il mio n-numero ad Harry, per questo si è ritrovato Zayn e non me ed, ecco-»
«Oh! Ora è tutto più chiaro! Ero decisamente preoccupata che lui volesse fare del male al mio cucciolo, grazie per avermi tolto questo peso ma-»
Sudai freddo. Ma avevo caldo.
«Come mai ti ha scritto Dobbiamo parlare?»
Volevo sprofondare nel parquet di mogano che mi circondava.
«Voglio fare una sorpresa a Liam» sentenziai, senza capacitarmi di come fossi riuscito a mettere su una bufala del genere in meno di un secondo.
«Meraviglioso! Allora te lo passo!» rise quella, eccitata, chiamando il ricciolino al telefono usando soprannomi stucchevoli.
«Lou?» sussurrò lui, e lo potei immaginare mentre scappava dalla mamma e sorrideva di nascosto.
«Piccolo» mormorai, sorridendo a mia volta.
«Non dobbiamo parlare, a meno che non lo voglia tu, tra l'altro tienimi il gioco, si tratta di una sorpresa per Liam, d'accordo?»
«Si, Louis» disse, alzando il tono della voce «ora chiedo alla mia mamma!»
Diedi un leggero colpo con la fronte alla parete.
Che stava combinando?
«Mammina, vorrebbe che io andassi con lui a prendere un regalo per il mio amichetto! Posso, mamy?»
Fantasticai su come stesse mettendo il broncio e gemetti quando sentì la donna acconsentire e fargli delle raccomandazioni.
«Ha detto che va bene, quando passi a prendermi?» chiese, sempre mantenendo il tono di voce alto e scandendo bene le parole.
«Quindici in punto, amore» sussurrai l'ultima parola, prima di interrompere la telefonata.

•••

Non ero mai stato più in ansia di così.
Nemmeno quando ero andato al mio secondo incontro di karate, successivo al primo dove mi avevano persino lanciato addosso un tavolo.
Ma questa è un'altra storia.
Quando presi le chiavi della macchina mia madre non fece tante storie, fortunatamente quel giorno non aveva i suoi soliti impegni.
Così, uscì, inventando un giro in città con Zayn.
Una volta arrivato al vialetto di casa sua mi guardai qualche volta nello specchietto, sistemandomi i capelli e Santa miseria, mi sto facendo bello per un sedicenne.
A cui ho fatto una sega.
E di cui sono innamorato.
Okay, prendiamo solo le prime due affermazioni.
Smisi immediatamente di acconciarmi quando vidi la figura di Anne uscire, seguita dal figlioletto.
«Louis, caro, ti chiamerò ogni tanto per controllare che vada tutto okay, d'accordo? È una delle poche volte in cui Hazzy esce da solo.»
Povero amore mio.
La sua vita doveva essere una prigione continua.
«Ma certo, signora! È in buone mani» dissi, forzando un sorriso.
«Oh, chiamami Anne. E divertitevi!» terminò, mandando un bacio volante al mio orsacchiotto e sventolando la mano.
Partimmo in silenzio, poi chiesi:«Sai giocare bene la carta del piccolo e innocente, eh?»
Lui per tutta risposta si slacciò la cintura e mi posò un bacio all'angolo della bocca.
«Accosta.»

Siamo arrivati a mille letture,
grazie grazie grazie!
xx

YOU'RE TOO CUTE! | Larry Stylinson |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora