37. Gemma

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Casa Styles non era mai stata più movimentata di quella mattina.
Passi frettolosi risuonavano in continuazione sulle scale, mentre Anne strillava continuamente di scendere a fare colazione.
Alla fine si ritrovarono tutti seduti attorno alla tavola imbandita, stile brunch, chi sveglio e chi ancora mezzo addormentato.
Gemma era seduta accanto a Niall, entrambi piuttosto silenziosi, la ragazza che brontolava mentre immergeva i biscotti nel latte.
Harry era di fianco a Louis, cercando di farsi imboccare e ricevendo sempre un no come risposta, mentre Liam era di fronte a Zayn.
Questo non riusciva a fare altro che guardare il più piccolo e sogghignare, mentre imburrava il pane o gli passava qualcosa.
A capotavola Clara ed Anne, una dinanzi all'altra, intente ad urlarsi scoop mattutini da un lato all'altro della tavolata.
«Non mi sono ancora scusato con te» bofonchiò Liam, la bocca piena e lo sguardo rivolto ad Harry.
«Tutti facciamo degli sbagli, io per esempio ne ho commesso uno due settimane fa» si voltò verso Louis, ridendo.
«Per fortuna ci hai posto rimedio!» strillò Niall, alzando gli occhi dal suo piatto stracolmo.
«Zayn è pessimo come insegnante, senza offesa, tabaccoman!»
Gemma fu l'unica a ridere, mentre Liam lo guardò con gli occhi ridotti a fessure.
«A proposito di concorso» iniziò Harry, spezzettando le sue uova.
«Louis mi ha detto che i provini saranno a fine settimana» terminò, mentre sua madre sussurrava qualcosa all'orecchio di Clara.
Quando le sentì ridere non poté non alzare le sopracciglia, per poi notare l'espressione del liscio.
Sembrava gli avessero appena ammazzato il cucciolo di tricheco-foca di nome Georgie.
«Sbrigatevi, pettegoli! La scuola vi aspetta, avete due macchine a disposizione e due maggiorenni, quindi muoversi» esclamò la signora Tomlinson, ricevendo borbottii e sonori sbuffi in risposta.

Niall's POVS
«Dunque non ti dice mai nulla?»
Avevo fatto quella domanda un minimo di duecento volte.
«Cristo Imburrato, no! Io e lei non andiamo molto d'accordo, per il culo della Minaj!» sbottò il ricciolino.
«Il mio è molto meglio» rispose di rimando Louis, mentre dava ancora un'ultima occhiata alla bozza della canzone che i due più piccoli avevano scritto.
«Insomma, perché te ne interessi? L'hai vista un'unica volta, sai a malapena che è mia sorella.»
Mi morsi la lingua, cercando di non mostrare alcuna reazione.
Non potevo dirgli del nostro incontro notturno, o di come avesse passato la notte a piangere per un ragazzo che non la meritava, o di come avevo cercato di calmarla abbracciandola e di come mi ero risvegliato con lei fra le mie braccia e..
No, dovevo contenermi.
Mi schiarì la voce.
«Sembra interessante, tutto qui.»
«Puoi prenderla, è tutta tua se vuoi» rispose quello, facendo spallucce.
«Smettetela di parlare di donzelle e cazzuole, piuttosto rifate l'intera canzone» disse con severità Louis.
«Cosa?» sbottai.
Okay che era il capo e tutto, ma quel testo mi piaceva e a volte lui sembrava mestruato.
«Sto scherzando» disse, con tono impassibile, per poi aggiungere «ma dovete scriverne un'altra, ne vogliono due.»
Mi sentì mancare.
Ci restava un solo giorno.
«Mi dispiace, Liam ha ricevuto l'e-mail solo oggi» spiegò, lasciando un bacio a stampo fra i ricci di Hazzy Sghignazzy.
«È il nostro manager, si?» chiese questo, facendo occhioni da bimbo.
Il romanticismo mi urtava quasi quanto la pizza all'ananas.
Louis annuì, perso nei suoi occhi.
«Faccio io» dissi, riscuotendoli dal loro mondo di arcobaleni, dildi glitterati e fiocchetti rosa.
«Vuoi che ti aiuti?» mugugnò il ricciolino.
«Nope, stai qui con lui e passate un po di tempo assieme.»
Magari lontano da me e i miei sentimenti inesistenti, thanks a lot.
Detto questo uscì dalla stanza, senza neppure un cenno di saluto.
Ero ispirato, dovevo scrivere.

•••

Avevo finito l'intera canzone da un'ora circa, e rileggendola avevo più volte pensato di gettarla nel cestino.
E non perché fosse brutta, ma perche alcune strofe erano fin troppo esplicite.
Non sapevo perché, ma avevo una voglia matta di parlare con Gemma.
Fu per quello che digitai il suo nome nella barra di ricerca di Instagram, mandandole un dm.

@gemthepsychopath: dimmi pure😈
@nialleternalhungry: ho scritto una canzone, volevo un parere
@gemthepsychopath: Avernoy Street, incrocio tra il mini market e l'edicola. Ti aspetto lì tra venti minuti.

Guardai lo schermo per quelli che parvero secondi interminabili.
Dopodiché deglutì a fatica e inviai un semplice okay, per poi tornare al foglio di carta sulla mia scrivania.
Se per esplicito avevate capito con riferimenti sessuali -adatti a Louis- o volgari -adatti sempre a Louis- avevate capito male.
Era esplicito perché aveva un destinatario.
Rilessi alcune righe, in preda al panico.

let me be the one to light
a fire inside those eyes
you been lonely,
you don't even know me
but I can feel you crying.
let me be the one to lift your heart up and save your life.
I don't think you even realize,
baby you'll be saving mine.

E nella disperazione del momento, decisi di cambiare il soggetto.
Fu per questo che aggiunsi Diana in cima al foglio, prima di modificare qualcos'altro e poi prendermi la testa fra le mani, sospirando.

YOU'RE TOO CUTE! | Larry Stylinson |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora