4. Accordo

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Harry era seduto su una sedia nel soggiorno, con in mano un bicchiere d'acqua, almeno da venti minuti buoni.
Non aveva aperto bocca, rimanendo con quell'espressione scioccata e confusa allo stesso tempo.
Lo guardai per la milionesima volta, a braccia incrociate.
«È tutta colpa tua!» strepitò Liam, sull'orlo delle lacrime.
Bamboccio.
Mi avvicinai al ricco, cercando di non afferrarlo per le spalle e scuoterlo, e gli sorrisi.
«Harry, va tutto bene? Per favore, rispondimi, altrimenti diverrò triste» sussurrai, mettendo il broncio, e sfruttando il suo punto debole.
Il piccolo sbatté le palpebre e aprì la bocca in una piccola "o", facendomi indurire per la seconda volta nell'arco di qualche ora.
Poi parlò, piano.
«S-sto bene, sono solo molto c-confuso» mi rispose, diventando completamente rosso.
Liam fece per avvicinarsi e abbracciarlo ma io lo bloccai con un braccio e gli intimai di andare in un'altra stanza.
Per la prima volta dopo anni, mi ubbidì.
Rimasi solo col piccolo riccio.
Ero dispiaciuto per quello che era successo, mi sembrava di avere di fronte un bambino piccolo e indifeso.
«Q-quello che hai visto è una di quelle cose brutte» dissi con amarezza le ultime due parole, perché il sesso è una delle cose migliori della mia vita «che hanno fatto quei due ragazzi nella tua scuola» conclusi, scrutando la sua reazione.
«M-ma quelle cose terribili si f-fanno in due» mormorò flebilmente, gli occhi verde smeraldo spalancati e le lunghe ciglia che si muovevano ritmicamente.
Sorrisi intenerito e gli risposi:«Si può fare anche da solo, se sai cosa fare.»
«Tu non hai una ragazza?»
Rimasi sorpreso dalla sua improvvisa domanda.
«No, e sinceramente non mi piacciono» ammisi.
Il ricciolino mi fissò incuriosito.
«Io non s-so nulla di tutte queste cose e ho d-davvero paura, però tu non sembri cattivo. Sei b-bello» diventò incredibilmente rosso e la sua innocenza mi fece stringere il cuore.
E non solo.
«Perché pensi che il sess- ehm, che queste cose siano cose negative?» chiesi.
«P-perché la mia mamma dice sempre che non si d-devono fare.»
Notai come lo avessi reso balbuziente e maledì mentalmente i genitori iperprotettivi.
«Non sono cose brutte, anzi, le persone si sentono bene mentre lo fanno. La tua mamma è solo preoccupata per te, però credo sia giusto che tu sappia le cose» sospirai, beandomi del suo rossore e delle sue fossette.
«P-puoi insegnarmele tu? Mi vergogno troppo c-con Liam, lui non parla di queste cose.»
Deglutì a vuoto.

•••

Harry era andato via da circa mezz'ora.
Gli avevo fatto promettere di non dire nulla a nessuno di quello che mi aveva visto fare ed ero sicuro che avrebbe mantenuto la parola data.
La mia unica preoccupazione, ora, era mio fratello Liam.
Mi odiava e, sicuramente, avrebbe detto a chiunque di questa storia.
Per questo mi recai da lui, prima che mia madre tornasse.
Come sempre, era sui suoi stramaledetti libri e dovetti alzare il tono della voce di parecchie ottave per essere degno della sua attenzione.
«Cosa vuoi, pervertito?» chiese, con un'espressione odiosa stampata sul volto.
«Un patto.»
«Sentiamo.»
«Quello di oggi resta un segreto. A qualsiasi condizione.»
«Bene.»
Si strofinò le mani e fece un sorriso maligno.
«Lo sarà se ogni settimana mi darai dieci pacchetti di sigarette.»
Strabuzzai gli occhi.
«Col cazzo! Tu non puoi fumare!» urlai.
«Non per me, rimbambito!»
Lo guardai, confuso.
«Voglio rivenderle» ammise, ritornando sui libri, per poi aggiungere:«Segreto?»
Ti odio, stronzo pezzo di merda.
«Si» mi arresi.
Devo chiamare Zayn.

YOU'RE TOO CUTE! | Larry Stylinson |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora