19. Sto parlando con Zayn Malik?

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Alla fine, come era stato prevedibile, Harry aveva chiamato sua madre per avvisarla che avrebbe trascorso la notte fuori.
Io avrei dovuto fare lo stesso ma, visto che dall'altro lato non vi era alcuna preoccupazione, evitai accuratamente di farlo.
Dopo esserci rivestiti il ricciolino si era praticamente accoccolato contro il mio petto, facendo ciondolare le gambe.
Nonostante fosse davvero alto e troppo enorme per la sua età era comunque terribilmente tenero.
Mi si era messo praticamente in braccio, così avevo iniziato a tracciare piccoli cerchi tra i suoi capelli, facendolo rilassare.
Avevo, inoltre, scoperto che adorava le mie clavicole e le aveva anche marchiate un paio di volte -se mi dimentico di coprirle sono cazzi grossi quasi quanto il mio- e che adorava quando gli sussurravo nelle orecchie.
«Bimbo» mormorai, attirando la sua attenzione.
«Mh?» chiese, mentre le sue mani giocherellavano con il mio maglione.
«Ho un'idea su come poterci vedere» sospirai, un po preoccupato.
Lui parve incuriosirsi immediatamente, alzando lo sguardo e sorridendo gioioso.
«Verrai a casa mia a prendere lezioni di canto» dissi velocemente, in ansia per la reazione che avrebbe potuto avere.
«Ma prenderò altri tipi di lezioni» ghignò lui, scoppiando a ridere.
«Brutta peste!» urlai, sorridendo al suo faccino adorabile.
Stavo perdendo la testa, ma non per colpa della Regina di Cuori.

•••

«Voglio fare la nanna!» strepitò, dandomi un piccolo calcio che mi fece inarcare le sopracciglia.
Si era da poco fatto mattino e dovevo assolutamente riportarlo a casa prima che sua madre si accorgesse dell'enorme balla che aveva inventato.
Sinceramente, io ero un bugiardo centomila volte più abile e creativo.
Ingegnoso, direi.
«Harreh, principessina, dovresti davvero alzarti adesso» esclamai, cercando di avere un tono più rude del solito.
Lui alzò il capo, ma lo fece semplicemente per l'appellativo che gli avevo dato.
«Hai sentito bene, ma ora preparati se non vuoi che inizi a insultarti invece che darti nomignoli carini» ridacchiai, prima di dargli una pacca giocosa sul sedere.

•••

Ero distrutto.
Dormire in un'auto, sebbene col riscaldamento a mille e coi sedili reclinabili, non era stato il massimo per la mia povera schiena.
Ma avrei fatto di tutto pur di vedere due enormi crateri lunari comparire sul viso di quella dolce creatura.
Stavo per tornare a casa quando mi accorsi di aver finito le sigarette.
Feci per cambiare direzione ma poi un pensiero mi attraversò il cervello come i Beatles su Abbey Road.*
La carta alla stazione della polizia.
Piantai il piede sull'accelleratore, l'ansia a mille.

•••

«Lei sarebbe?» chiese un tizio dai capelli rossi, alto, magrolino, dalla faccia di cazzo.
«Il fratello maggiore, Louis William Tomlinson» sbottai, sollevando un sopracciglio.
Ero nervoso, incazzato e annoiato da tutta la faccenda.
Ero lì da più di mezz'ora per via di un fottutissimo foglio di carta.
«Dunque un tutore» disse quello, con la lentezza di un bradipo.
«Porco il cazzo, ti vuoi dare una mossa?» strepitai, non riuscendo più a contenermi e tirandomi i capelli per la frustrazione.
«Mi scusi, sta parlando con un ufficiale de-»
«Potrei anche star parlando con Gianni Morandi che non me ne fregherebbe meno di un dildo usato, okay? Fatemi firmare questa merda!» sbottai, cercando di abbassare il tono di voce.
Maledetta impulsività.
«Tenente!» strillò quello, voltandosi verso la porta spalancata alle sue spalle.
Un tizio decisamente più corpulento e abbastanza alto fece la sua comparsa di fronte a me, facendomi accapponare la pelle.
«Ha sentito ogni parola?» chiese di nuovo il rosso, gongolante.
«Ovvio, Murphy, e credo che questo ragazzino debba proprio firmare le carte.»
Sospirai sollevato, prima che il tizio riaprisse bocca.
«E successivamente una bella vacanza in una delle nostre celle.»

•••

«Parla Zayn Jawaad Malik, 20 anni, proprietario dell'azienda Jawaad Chaidaccendere Malik?»
Una voce spocchiosa e annoiata rispose dall'altro lato della cornetta.
«Uhm, si?»
«Zay, sono Louis, ehm- per caso potresti pagare la mia cauzione?»
«CHE CAZZO HAI COMBINATO QUESTA VOLTA, DANNAT-»
Fortuna che avevo chiamato lui invece di mia madre, pff.

•••

«Perché sono ancora tuo amico, eh? Tu e la tua stramaledettissima boccaccia!» urlò il moro, scendendo le scale della stazione di polizia a passo fin troppo svelto per le mie gambe corte.
«Se permetti la mia boccaccia era in grado di farti venire immed-» iniziai, incrociando le braccia.
«Piantala di ricattarmi con questa storia, d'accordo?» strepitò lui, arrossendo «È stato quando eravamo degli adolescenti confusi ed eccitati!»
Risi sonoramente, portando una mano davanti alla bocca.
«Stai rinnegando il nostro passato da scopamici, honey?» chiesi, fingendomi dispiaciuto e mettendo il broncio.
«Stai zitto, Tomlinson» disse lui, trattenendo a sua volta un sorriso e mettendo le mani in tasca per prendere da accendere.
Io feci lo stesso, prima di accorgermi che il mio telefono stesse vibrando.
Quando lessi il nome sullo schermo sbiancai improvvisamente e quasi voletti tornare in quella sudicia cella di qualche minuto prima.
«Signora Styles?» chiesi, cercando di mantenere un tono di voce contenuto e rilassato.
Il mio amico sbarrò gli occhi e la mandibola per poco non gli toccò terra al sentire quelle parole.
«Louis, tesoro, gradirei parlare con te riguardo una questione abbastanza importante, verresti qui un momento?»
Io mi voltai a guardare Zayn, le gambe tremanti e la fronte sudata.
Lui ricambiò il mio sguardo e la sigaretta gli cadde di bocca mentre esalava un «Oh-oh.»

*Beatles su Abbey Road: mi riferisco a questo, per chi non lo sapesse

*Beatles su Abbey Road: mi riferisco a questo, per chi non lo sapesse

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YOU'RE TOO CUTE! | Larry Stylinson |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora