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La giornata inizia magnificamente, con un'altro instore da preparare nel pomeriggio organizzato alla perfezione da Nico, che in queste settimane si è rivelato fantastico, davvero non so cosa ho fatto in qualche vita precedente per avere dei dipendenti così perfetti. Se posso fare un piccolo appunto a Nico, é che ci sta provando spudoratamente dal secondo giorno di lavoro, ma la cosa più di tanto non mi infastidisce perché non è petulante, però si vede lontano un miglio che mi fissa il culo in continuazione. Cami se sapesse di sicuro mi rimproverebbe, "é un bel ragazzo, buttati", ma no, a me non piace, o forse semplicemente ho chiuso il cuore a chiave da un bel po', e ho l'impressione che l'unico che aveva la chiave o almeno ne aveva una molto simile alla serratura non lo vedrò mai più.

Dopo la pausa pranzo corro in ufficio a sbrigare alcune faccende, prima di scendere per sostituire Fausto e Maria alla cassa per via dell'instore. Ormai non so nemmeno chi si esibisce in libreria, é così bello e liberatorio scoprirlo al momento. Così, in un momento di desolazione totale abbandono la cassa lasciando solo il mio collega, dirigendomi verso la sala musica al piano di sotto. Mentre scendo le scalinate in vetro ascolto un motivetto che mi è familiare, è quella canzone che sto ascoltando continuamente da tempo! Com'è piccolo il mondo, a momenti scoprirò chi è il cantante e magari potrò anche fargli i complimenti. Scesa, vedo tutto fuorché lui, c'é così tanta gente che intravedo solo i suoi capelli, riccissimi, quasi come quelli di... si, quasi come i suoi. La canzone finisce mentre il pubblico è in delirio, il cantante ringrazia per aver partecipato e si prepara per essere scortato dalla sicurezza per raggiungere l'uscita. Raggiungo Nico che è accanto al palco così da poter vedere in faccia il poeta misterioso che ha accompagnato la mia vita per un bel po' di settimane. Appena arrivo lì sotto per una decina di sencondi trattengo il respiro. Lí sopra, sul palco, c'é Adan, i riccioli allora non erano come i suoi, ma sono i suoi. Lo guardo a bocca aperta, scioccata in preda ad un turbinio di emozioni devastanti, dentro di me in questo momento ci sono una settantina di farfalle svolazzanti. Lo osservo attentamente mentre ignaro di tutto posa la sua chitarra con cura nella custodia, quasi accarezzandola. Infine decide di scendere dal piccolo palco, e finalmente sotto le piccole scale incrocia il mio sguardo. Anche lui è sorpreso, anche se dovrebbe esserlo di meno di me dato che io lavoro qui. Mi guarda per qualche secondo con uno sguardo serio, indecifrabile, ma subito dopo questo veloce scambio di sguardi, come se non sapesse chi sia si avvicina all'uscita scortato con attenzione per evitare che i fan in delirio lo bloccano.

- Quindi non ti ha minimamente pensata?- Urla dal microfono del suo cellulare Cami, seguita da Toni e Matteo che mi riempiono di domande - Come se non vi foste mai visti??-
- Si ragazzi. Ha fatto finta di non avermi vai vista prima. Probabilmente è incazzato perché non gli ho scritto nessun messaggio. O forse semplicemente è un montato del cazzo e davvero non si ricorda di me perché si comporta da cascamorto con tutte.- rispondo in tono secco, incavolata nera liquido i miei amici e chiudo il cellulare. Non riesco a capire cosa mi passa per la mente, tutti i pensieri  svolazzano velocemente nel mio cervello, e d'improvviso mi ritrovo a correre verso l'uscita sul retro, alla ricerca di non so cosa. Vorrei non saperlo, ma so benissimo cosa sto facendo. Pensavo di non essere il tipo, e di non fare mai una cosa del genere  in tutta la mia vita, e invece, sono qui che corro come una matta verso il furgone nero che contiene un ragazzo che conosco da pochissimo tempo, "conosco,che parolone.
Arrivo al furgone, non ci sono fan in delirio qui, ma comunque lui è entrato e sembra non voler uscire. I vetri oscurati del furgoncino mi mettono a disagio, non riesco a capire se è davvero dentro, se mi sta guardando. Mi focalizzo su un pezzetto del finestrino posteriore, guardando attentamente scopro di intravedere i suoi occhi, fissi sui miei. Questo scambio di sguardi sembra durare un'infinità ma allo stesso tempo pochissimo, perché improvvisamente il furgone parte e mi lascia sola sul retro ancora più confusa di prima.

Gravita Con MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora