Cerco di cacciare dalla mia mente la vocina che mi invita a bere un goccino, a chiamare Paolo per farmi avere un po' di roba buona. No. Paolo non devo chiamarlo per nessun motivo al mondo, giova dei miei fallimenti e delle mie cadute, è una di quelle persone da allontanare senza esitazioni. Quando ritornai qui,lui si offrì di aiutarmi, di starmi accanto, ma tutto ciò che fece fu il contrario. Mi lasciai abbindolare dal suo fascino da apparente bravo ragazzo, e lui mi trascinò nell'oscurità, come se ce ne fosse stato bisogno.
Continuo a svuotare le stanze velocemente, prima farò tutto questo e prima andrò via da questo posto.
Manca solo la cucina, mi avvio velocemente verso il bancone di marmo scuro, mi ci appoggio prendendo fiato. Non so che ore siano, sono distrutta, ma non di fatica. Sono distrutta dentro.
"Un bicchierino di vino non sarà un problema" penso, ma so dentro di me che non sarà così. Mi avvicino al mobile in legno in cui nascondevo gli alcolici,ed eccoli lí. Vino, vodka, rum, una varieta abbastanza estesa di grappe e una birra.Non so quanto tempo sia passato, so soltanto che sono ubriaca fradica. Ho bevuto del vino, ma non mi sono fermata a questo, mi alzo dal pavimento sul quale ero crollata e cammino tra le bottiglie vuote. Mi avvicino al lavabo lentamente e barcollando, voglio lavarmi la faccia. Mentre provo ad aprire il rubinetto con non poche difficoltà sento il suono familiare del campanello. Ho paura, non so chi sia, e non sono in grado di difendermi.
-Chi è ?- esclamo accanto alla porta d'ingresso, cercando di sembrare meno ubriaca possibile. -Ehy bellezza, sono io, Paolino- Me lo aspettavo, eppure sono spaventata come se non avessi mai potuto immaginarlo. La sua voce mi porta alla mente ricordi che pensavo di aver definitivamente messo nella cartella "cestino " del mio cervello. E invece, soltanto la sua voce li ha fatti riaffiorare tutti. - Ho sentito in giro che sei rirornata, e volevo salutarti, tutto qui- continua,rassicurandomi. Ma io non lo sono affatto.
- Paolo sei l'ultima persona che voglio incontrare, davvero, apprezzo il tuo gesto ma preferisco non farti entrare- stavolta non riesco a mantenere un tono fermo e calmo, e infatti ciò che ho appena detto gli provoca una grossa risata. - Dai Giulia, siamo amici, stiamo un po' insieme, fumiamo, parliamo dei vecchi tempi e basta- prova a spingere la porta, sento il suo affanno provocato dallo sforzo. Questa è una porta sottile, vecchia, com'è possente lui potrebbe aprirla con un paio di calci. Mi impegno per cercare di capire come funziona la chiusura dall'interno,ma la mia vista annebbiata, i miei continui giramenti di testa non mi aiutano. Premo una maniglia che dovrebbe chiudere la porta, ma in realtà non è così, non è questa, Perché la porta si apre, e Paolo balza in avanti non aspettandosi che aprissi la porta. Mi cade addosso, ridendo come fa lui, una risata rude, odiosa. Io sono nella confusione più totale, mi divincolo velocemente cercando di mantenere la lontanaza da lui. Sono un'idiota. Lui rimane seduto, appoggiato al muro del salone, rovistando nella sua giacca. - Ecco il mio regalo per te, per la tua accoglienza- mormora ancora indolenzito per la caduta. Mi porge della polverina bianca in una bustina, e prepara una banconota di 50 euro per aspirarla. Io continuo a dire tra i denti che non ne voglio, che deve andare via, che ho combattuto per molto tempo questa guerra e non voglio tornare indietro. - Ma ti guardi? Sei già tornata. Non riuscirai mai a liberarti da tutto questo, vuoi vendere questa maledetta casa,ma di tutto questo non ti libererai mai.- esclama ridendo, mentre alzandosi si avvicina oscillando quella dannata bustina. Io indietreggio sempre di più, finché dietro di me trovo la gelida parete. - non te ne libererai- mi sussurra all'orecchio, mi accarezza dolcemente, mi abbandono a lui disperata, non so più che fare, se non prenderla.
- Giú le mani brutto stronzo!- sento un urlo provenire dal salotto, dei passi, molti passi. Sento la voce di Adan, di Cami e degli altri. Improvvisamente mi sento più debole, non so dove sono, ho solo voglia di cadere al suolo, e mentre lo faccio, all'improvviso sento un silenzio rumorosissimo. Sento il rumore sordo della mia testa a contatto con il pavimento. Adesso invece sento urla, sento Adan, sento anche lui, piange, mi accarezza, io vorrei parlargli, ma non riesco. Vorrei muovere almeno la mano per togliergli quelle lacrime che ho provocato io. Vorrei,ma non posso.
............
Ecco! Come promesso ho aggiornato il prima possibile! Fatemi sapere dopo aver letto il capitolo se vi piace💗
Benni

STAI LEGGENDO
Gravita Con Me
AdventureQuesta è la storia di come la vita sia meglio di qualsiasi favola, seppur a volte si sembri sprofondare, è sempre pronta a regalare nuovi scenari, magari migliori. Giulia, 23 anni, classica ragazza della porta accanto, divoratrice di libri, dopo la...