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Percorriamo una lunga strada illuminata di tanto in tanto da qualche lampione. Non so dove mi sta portando, anche se percepisco qualcosa di familiare in questo  posto. Adan mi accarezza la gamba togliendola dal manubrio e rallentando, facendomi capire di essere arrivati a destinazione. Scendo dalla moto con la delicatezza di un bue che mi contraddistingue, ma lui sembra non farci molto caso fortunatamente. Mi guardo intorno e finalmente riconosco questo posto. Luino, i miei mi ci portavano qualche volta durante i fine settimana, ricordo anche l'alberghetto dove alloggiavamo, quello color crema infondo alla strada, "Da Luisa". Sorrido al ricordo dolce portato da questo incantevole posto, e mi estraneo per qualche momento, allontanandomi dal parcheggio in preda ai ricordi.
-Ehi tutto bene?- Adan arriva alle mie spalle, circondandomi con le braccia e scostandomi i capelli per potermi sussurrare all'orecchio. Sento le sue parole raggiungere il mio collo nudo che mi fanno  sussultare, per poi disperdersi nell'aria frizzantina della notte. Mi giro, guardandolo in viso con un sorriso ebete che risponde da solo alla sua domanda.
Chiacchieriamo allegri lungo le strade caratteristiche del paesello, raggiungendo una panchina con vista lago. Mi fa accomodare dicendo di aspettarlo qui due minuti. Lo ascolto incredula e curiosa di scoprire abbia in mente questo ragazzo.
Nell'attesa mando un paio di messaggi ai miei amici rassicurandoli di essere sana e salva. In un batter d'occhio  Adan è accanto a me con un cartone da un profumo invitante e una birra. Iniziamo a mangiare con gusto le cose che ha portato, io aspetto che Cami mi risponda per mettere via il cellulare.
- Nemmeno mi allontano e già messaggi con i tuoi amanti, un po' di rispetto!- dice ironicamente cercando di mamtenere un tono serio ma non ci riesce.
- Non stiamo insieme, tecnicamente l'amante sei tu. Stavo soltando tranquillizzando il mio ragazzo avvisandolo che farò tardi.- sono troppo brava con gli scherzi, lo dico talmente seriamente che vedo i suoi occhi rabbuiarsi, la sua mascella serrarsi e il suo umore cambiare del tutto.
Inizio a  sentirmi in colpa per come c'è rimasto male, vorrei non aver fatto quello scherzo. Solitamente mi diverto a punzecchiare, a fare la stronza, ma con lui no se vuol dire fargli del male.
Mi avvicino prima che possa emettere parola, sedendomi su di lui e premendo la mia testa contro il suo petto, non voglio che veda come mi sta trasformando, non mi sento sicura senza la mia armatura.
- Adan stavo scherzando volevo solo avvisare i miei amici di stare bene.- dico con la testa sempre ben nascosta, quasi non si capisce ciò che dico. - Scusami, non volevo farti soffrire se avessi saputo quale sarebbe stata la tua reazione non lo avrei mai fatto - continuo, non mi sono mai preoccupata così tanto dei sentimenti altrui, questo ragazzo mi sta facendo conoscere una parte di me di cui ero allo scuro, o semplicemente la ignoravo, la mia parte più debole.
Adan mi accarezza e mi stringe a sé con forza, non mi staccherei mai da questo abbraccio.
- È normale che avrei reagito così, tu mi piaci, voglio che tu sia la mia ragazza, e senza altri cascamorti intorno- mi dice mentre le nostre labbra si scambiano baci fugaci. Per fortuna non c'è uno specchio ma sento di essere così rossa da poter fare invidia ai pomodori.
Per stemperare la tensione o non so per cosa, d'improvviso Adan si alza, e con me in braccio corre verso il lago. - Questo è per lo scherzo idiota che mi hai fatto- urla ridendo mentre corre ancora più veloce. - No, no ti prego ho freddo nooo - urlo anch'io ridendo fragorosamente da non riuscire ad articolare parole. - sei così dolce così, sembri un koala. -sussurra stavolta nel mio orecchio. Effettivamente sono stretta a lui così forte che sembro davvero  un koala attaccato suo albero. Arrivati alla soglia del lago Adan fa finta di volermi buttare in acqua, facendomi morire di paura per quanto lo fa bene. In un suo attimo di distrazione riesco a rifare il koala, e lui quasi perde l'equilibrio per la forza che ho impiegato per questa operazione faticosa. Stavolta sono io in vantaggio, se cado io cade anche lui. - Sembra che la situazione si sia capovolta- gli dico per prenderlo in giro, poi predo i lembi del colletto dell sua giacca nera tirandolo ancora più verso di me. - Se vado giù tu vieni giù con me. - e in meno di un secondo sono catapultata verso la spiaggia, Adan mi adagia con dolcezza sul fondo, sdraiandosi su di me con estrema velocità, baciandomi con passione. Io ricambio, e con una mano gli scompiglio tutti i ricci, questa cosa gli piace un sacco perché continua a baciarmi ancora con più impeto, passando dalla bocca al collo, il mio punto debole. Non riesco a capire più nulla, il tempo si ferma mentre noi due siamo intenti a confonderci le anime. Sono così presa dal momento che non mi preoccupo nemmeno che qualcuno ci veda, sono così appagata che non me ne fregherebbe neppure. Dopo non so quanto tempo Adan stacca la sua bocca dal mio corpo, spostandosi accanto a me, continuando ad accarezzarmi i capelli. Adesso siamo in silenzio, occhi contro occhi, ma sento che ci stiamo dicendo più cose di quante ne abbiamo dette durante la serata.
La serata continua in maniera splendida, tra chiacchiere, battute e baci, tanti baci. Guardo l'orologio per vedere che ore sono, mezzanotte.
- Perché guardi l'orologio, se vuoi andare via dimmelo - esclama ridendo facendo il finto imbronciato, e per sendere il tutto più credibile si gira dandomi la schiena.
- Guarda io in realtà non ci volevo nemmeno venire, mi stai annoiando un botto- rispondo io trattenendo la risata, ma è impossibile.
Adan mi riprende in braccio ma stavolta con più calma e dolcezza, mi guarda negli occhi sorridente, un sorriso che fa un baffo alla luce che emana la luna. - sei proprio una piccola dolce  stronza- mi redarguisce ridendo con un bacio a stampo fugace.
Percorriamo il lungomare deserto io in braccio a lui, che sembra non fare alcuna fatica. - I tuoi genitori sanno che sei qui? Li hai avvisati, potremmo tornare molto tardi- esclama mentre mi adagia sulla moto, coccolandomi ancora un po'. Ecco. Questa era la domanda che avrei voluto evitare, ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivata, è inevitabile. Mi sento strana improvvisamente, non sono arrabbiata come lo sono di solito quando devo rispondere a domande di questo genere. Stavolta sono calma, sento una voglia irrefrenabile di vomitare tutto quello che ho dentro, ma so che non sarebbe giusto. Non voglio rovinare il nostro primo appuntamento.
Adan nota che mi sono rabbuiata, e che non emetto parola, quindi si toglie il casco, mi toglie dalle mani quello che stavo per mettere io e mi gira in moda da poter stare di fronte a lui.
La sua espressione è seria. Non riesco a capire cosa sta pensando, la sua mente in questo momento è totalmente impenetrabile.
- Giulia- comincia accarezzandomi il viso, e poi incorniciandolo con entrambe le mani. - Ho intuito sia successo qualcosa ai tuoi, voglio chiederti scusa se sono stato troppo invadente, non era questa la mia intenzione. - posiziona con dolcezza il mio viso così da far combaciare perfettamente i nostri sguardi. Vorrei rispondergli che non deve sentirsi in colpa, ma continua. - Capisco che tu ora non te la senta di parlarne, ma quando vuoi, se sarai pronta io ci sarò sempre in qualsiasi momento.- sento che stanno per fuoriuscire delle lacrime, cerco di alzare lo sguardo per non fargliele vedere ma lui continua a tenermi il viso fra le mani, togliendo le due lacrimuccie con i pollici.
Sono commossa dalle parole così vere, davvero qualcuno vuole ascoltarmi, a qualcuno interessano davvero i miei sentimenti, e questo non succedeva da tempo. - Non devi sentirti in colpa Adan- dico spostando le sue mani dal mio viso per poterlo abbracciare.  Ritorno alla posizione di prima, tenendo le sue mani ben salde alle mie.
- I miei e mio fratello...- scandisco bene le parole parlando molto lentamente, e mentre lo faccio d'istinto chiudo gli occhi. Di solito provo molta difficoltà  a parlare di questo, ma adesso, dopo la prima frase sento la mia mente più leggera, mi sento paradossalmente bene.  Riapro gli occhi e continuo.
- Sono stati uccisi in un attentato in venezuela-. Non si può dire in modo più dolce una cosa del genere, quindi non mi impegno.
- Quando?- mi chiede visibilmente scosso, continuando ad avere le mani tra le mie.
Quasi un'anno fa, non so se leggi i giornali o guardi la tv, ma sono stati su tutti i giornali. Loro erano fotoreporter, anch'io sarei dovuta andare con loro ma avevo gli esami all'università. Adesso sono sola, anche se ho tante persone che mi vogliono bene e a cui tengo.- Nonostante le parole crude, sono calma, non percepisco più quelle parole come dolore, ho imparato ad esprimere di più quello che provo, non solo attraverso la carta.
Vedo Adan come non l'ho mai visto per quanto lo conosca. È logorato dentro dalle mie parole, sta soffrendo tantissimo, e io non voglio lo faccia.
Si avvicina a me per baciarmi, mi abbraccia forte e mi sussurra all'orecchio " sei una ragazza incredibilmente forte." E per la prima volta da quando è successo mi sento davvero così. Forte.

Gravita Con MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora