La luce del giorno invade la stanza e mi sveglia dolcemente, non so perché ma non appena apro gli occhi la mia mente mi riporta al libro divorato la scorsa notte e alle parole che aveva scritto Adan, nessun ragazzo mi aveva mai chiesto di uscire in quel modo. Mi siedo a gambe incrociate sul letto, prendo il libro e lo avvicino al naso, e assaporandone l'odore della carta lo sfoglio fino a trovare il suo nome e sorrido.
Mentre piroetto nella stanza in cerca di qualcosa da mettermi noto che è disordinata, devo darle una sistemata appena avrò un po' di tempo altrimenti se continuo di questo passo non riuscirò nemmeno più ad aprire la porta . Queste ultime settimane sono state piene di lavoro, gestire una libreria e lavorarci é come fare una chiacchierata di metà mattinata con un dissennatore. Ho bisogno di aiuto, fortunatamente Camilla e le sue doti seduttive mi hanno portato il numero di un amico di un suo amico che sta disperatamente cercando lavoro e così con una telefonata ci siamo accordati per fare una prova oggi pomeriggio.
Prima di uscire di casa torno in camera a prendere il libro di Adan, poi chiudo la porta d'ingresso con energia, forse troppa. Mi dirigo verso il centro per incontrare Camilla in un bar che adoriamo entrambe, fanno un gelato al thè verde che é la fine del mondo. Ovviamente lei é già seduta ad uno dei tavolini, anche quando penso di essere abbastanza puntuale con lei sono sempre in ritardo, da quando la conosco non ho mai dovuta aspettarla, infatti il mio "scusa per il ritardo" ormai è il mio modo di salutarla.
-Ciao Giulietta!
Direi intanto di andare ad ordinare i nostri due caffè.- Il suo saluto è dolce e raggiante come se non ci vedessimo da una vita, stranamente non mi dice nulla sul ritardo, evidentemente ha perso le speranze.
Mi alzo per andare all'interno del locale a fare la nostra ordinazione, c'é una bella differenza di temperatura rispetto all'esterno, anche se questa mattina uno dei primi soli primaverili prova a rendere l'aria meno gelida, scaldando le nostre chiacchierate.
I minuti passano scanditi dalle nostre parole, dovrei correre verso la libreria ma il discorso mi tiene incollata alla sedia ancora un po'.
- Ma quindi, questo prima ti risponde male, poi ritorna con la coda tra le gambe e in un modo romantico ti chiede di uscire, e tu ancora non lo hai contattato?- Mi dice Camilla un tantino troppo ad alta voce. - Shhhhh! Non penso che il signore accanto che sta leggendo il giornale voglia sapere i dettagli di questa storia- Le intimo un po' arrabbiata per aver allarmato tutto il bar. - Ma tu mi sconvolgi!io non lo so cosa ti passa per la testa a volte, devi contattarlo subito! Uno che si comporta cosí va premiato almeno per lo sforzo che ha fatto di comportarsi come una persona normale! Lo sai che gli uomini sono stupidi di base, ma quando qualcuno si sforza per sembrare intelligente devi fare qualcosa!- Stavolta abbassa il volume, ma la sua affermazione fa ridere comunque non solo me, ma anche un paio di ragazzine che di passaggio accanto al nostro tavolo. - Sù, è tardi, fammi vedere questo dannato libro, salvati questo dannato numero e davanti a me ringrazialo e accetta quel dannatissimo invito!- Ha ricominciato ad urlare, quando si tratta di ragazzi si altera sempre facilmente. Ultimamente non do corda a nessuno anche se lei quasi mi obbliga a fare sempre il contrario, poi dopo un'ora di paranoie inutili capisco la sua esasperazione. Non facendo caso al tono minaccioso le sorrido e frugo nella borsa con lo sguardo rivolto verso di lei. Continuo a frugare, stavolta sposto lo sguardo all'interno della mia borsa rossa gigante per trovarlo più facilmente, non ci trovo mai nulla lì dentro, e puntualmente quando tiro qualcosa sù pesco altre 800 cose che non mi servono.
- Oh cazzo! O santo dio, non è possibile, ma io l'ho preso, in metro lo tenevo in mano!- Mi alzo all'improvviso appoggiando la borsa sul tavolo e ficcandocimi con la testa. - La metro... l'ho lasciato in metro...oddio ma com'è possibile, non posso crederci.- mi siedo sulla sedia stanca di cercare, totalmente demoralizzata. Forse è un segno del destino, non dovevo scriverlo, o forse sono solo un'idiota. Camilla guarda la scena a bocca aperta, non sa cosa dire, probabilmente vorrebbe insultarmi anche lei, ma vedendo che ci sto pensando da sola evita e cerca di consolarmi avvivinandosi a me e abbracciandomi
- Dai Giulia non preoccuparti, lui frequenta la libreria, magari viene per vedere come mai non lo hai scritto, avrai sicuramente occasione di vederlo- ci prova, ma sa anche lei che probabilmente non succederà. Magari penserá che non mi interessa e cambierà libreria, non posso, non devo pensarci.
I miei pensieri fortunatamente vengono interrotti dal mio telefono squillante. É Maria, devo aprire io oggi e probabilmente saranno già tutti lí avanti aspettandomi.
- Grazie Cami, ma non penso succederá, da quel poco che ho scoperto di lui so che è un tipo orgoglioso, già è tornato una volta da me per scusarsi, non ritornerà per chiedermi che fine abbia fatto. - Le dedico sorrido malinconico, mentre metto a posto tutte le cose che ho cacciato dalla borsa e poggiandomela sulla spalla. - buon lavoro, ci vediamo sabato sera per la serata di Toni- le volto le spalle e corro mentre sento dietro di me un " stai tranquilla, credici e succederà!" Ma non mi giro, mi fa troppo male, non so nemmeno perché, é un ragazzo che ho visto tre volte di sfuggita eppure mi è entrato dentro, mi pesa dirlo, non sono una romantica, ma é la verità, e se ho capito qualcosa in terapia è che devo ammettere quello che sento almeno a me stessa, e a me quello spilungone riccioluto piace, ci uscirei, eccome se ci uscirei, ma ora non posso perché sono un'idiota, e ho rovinato tutto.
Arrivo davanti alla saracinesca della libreria, ho mandato i dipendenti a prendere un caffé in un bar quí accanto per evitare di farli infreddolire davanti alla libreria chiusa, apro tutto e accendo le luci in un nanosecondo. La vita che pensavo mi stesse iniziando a sorridere invece è amara esattamente come prima, e non riesco a mandarla giù oggi.-Giulia, è arrivato il ragazzo!- Bussa Maria aprendo la porta del mio ufficio, mostrandomi un biondino sorridente probabilmente della mia stessa età. È il ragazzo che mi ha procurato Cami per aiutarmi con gli instore, dovrebbe chiamarsi Niccoló, ma in questo momento non ricordo bene.
Fortunatamente non devo azzardare perché si fa avanti, mi porge la mano e si presenta continuando a sorridere raggiante. Si, si chiama Niccoló, almeno questo lo ricordavo bene. Saluto Maria e invito il ragazzo ad accomodarsi in ufficio.
-Bell'ufficio- Esclama, e io accenno un sorriso mentre prendo posto sulla mia sedia. La tenzione è molta, troppa. Non sono abituata a fare colloqui,non so bene come si fa, e questo si capisce perché passiamo circa cinque minuti in un silenzio molto imbarazzante. Infine scelgo di dire qualcosa. - Allora Niccolò, come penso tu sappia io ho bisogno di qualcuno che si occupi di organizzare instore con i menager degli artisti, e che si occupi di tutto l'evento perché io da sola non riesco a gestire anche le vendite.- -Tu hai mai fatto qualche lavoro del genere?- - Ah, e ti prego- lo interrompo prima che possa aprire bocca - Dammi pure del tu- . Lui mi guarda e inizia ad elencare la sua esperienza, ha lavorato già come organizzatore di eventi e questo è ottimo, in più conosce anche tre lingue, il che potrebbe servirci per portare anche artisti stranieri. In più sembra un ragazzo molto alla mano. Ho già deciso, anche se continuo a fargli qualche domanda di prassi, come ad esempio se gli va bene l'orario di lavoro, il pagamento. - Sono molto contenta di averti nella mia squadra, sei un ottimo elemento, spero che ti troverai bene- Questa volta mi alzo dandogli la mano amichevolmente. - Vieni Nico, ti porto a conoscere lo staff- Esclamo con un po' troppa foga, ma chissene,la prima cosa bella che succede in questa giornata di merda.
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Gravita Con Me
AdventureQuesta è la storia di come la vita sia meglio di qualsiasi favola, seppur a volte si sembri sprofondare, è sempre pronta a regalare nuovi scenari, magari migliori. Giulia, 23 anni, classica ragazza della porta accanto, divoratrice di libri, dopo la...