Capitolo 46

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Sebastian pov
Dopo due ore di viaggio sono finalmente arrivato a Ombra, il viaggio è stato lungo e se ci penso potevo benissimo smaterializzarmi nell'ombra per arrivare prima, avrei sprecato un sacco di energie, ma ne sarebbe valsa pena. L'importante però è essere arrivato. Ed ora eccomi qui davanti alla sala del trono per incontrare quello che dovrebbe essere mio padre. Spalanco la porta senza bussare, come sempre d'altronde, e lo trovo seduto sul suo trono che sorride come se si aspettasse già una mia visita.
<Padre!>
<Figlio!> mi risponde <Qual buon vento ti porta qui, a incontrare il tuo caro padre?> domanda ironico
<Sono venuto per incontrare i prigionieri. Ho delle domande da porgli>
Lui si massaggia  il mento  pensieroso <E che genere di domande vuoi fargli?> dice dubbioso
<Voglio sapere il più possibile sui guardiani, sul loro esercito e sui poteri della principessa> 
<La principessa ... la principessa ...> sussurra <E così ne sei ancora infatuato, eh?>
<Non so cosa ve lo abbia fatto pensare, ma non è così. Come mi avete insegnato l'amore non porta a niente, se non a renderti debole. Quello che mi interessa è il potere che quella ragazza può darmi e voglio sapere come ottenerlo e sfruttarlo fino alla fine senza incidenti> dico gelido
Quell'essere sul trono mi fissa in cerca di qualche mia insicurezza, ma non trovandone ghigna. Dopotutto ho imparato del migliore a mentire e a non far trasparire nessuna emozione.
<Come vuoi tu figliolo, va pure hai il mio consenso. Quindi è vero che la principessa è finalmente tornata a casa?!> esclama scoppiando a ridere. Io stringo i pugni ed esco da quella stanza prima d commattere un omicidio. 
Mi dirigo a passo sicuro alle segrete, come al solito sono sorvegliate da due guardie ai lati, appena mi vedono si mettono davanti non lasciandomi passare
<Toglietevi> dico glaciale, lanciandogli un occhiataccia
Loro sussultano per la sorpresa e fanno un salto indietro
<P- principe, scusate non vi avevamo riconosciuto> balbetta uno, mentre l'altro tenta di aprire la porta con mani tremanti, ma la chiave gli sfugge finendo a terra, provocando un rumore che riecheggia per tutto il corridoio buio. Alzo lo sguardo agganciando i miei occhi nei loro, sono già abbastanza incazzato di mio per aver parlato con mio padre, e ora mi tocca sorbirmi l'incompetenza delle guardie ... alzo una mano davanti a loro e nonostante la poca luce posso vederli sbiancare, con un gesto veloce della mano li faccio sbattere contro il muro.
<Siete degli incompetenti> urlo, chiudo il pugno e loro si mettono le mani alla gola <Dovete essere più efficienti se non volete fare una brutta fine> ringhio lasciandoli andare <E ora aprite quella porta, non ho tempo da perdere> 
Loro si alzano all'istante e vanno ad aprire, spalancano la porta e si inchinano. Tzz, patetici!
Li supero e mi dirigo verso le celle che mi interessano, non facendo caso a tutti gli altri prigionieri. Chissà da quanto sono qui, non ho mai fatto caso a quanto fossero piene le celle. A mala pena si respira con il caldo che fa e la puzza che c'è. Le celle che però mi interessano sono le ultime, leggermente isolate dalle altre e dove si riesce a respirare leggermente. Mi fermo davanti a quella di mia "madre" e accanto a quella dei miei futuri suoceri.
<Bene, bene, bene. Chi abbiamo qui?!> ghigno. Vedo gli ex regnanti di Emerald mettersi sull'attenti, mentre Margaret mi guarda ormai stremata
<Che sei venuto a fare qui Sebastian?> sospira stanca
<Ma come?! Non sei felice di  vedermi?> ghigno, lei mi lancia uno sguardo di fuoco <E io che ero venuto proprio per farvi sapere come stanno  i vostri figli...>
Lei si alza di scatto <Che hai fatto?> si preoccupa
Il mio sorriso si allarga <Io?! Niente ...>
<Sebastian che hai fatto ai nostri figli?> si intromette il re di Emerald
<Vostra maestà, che piacere vedervi> sghignazzo facendo un profondo inchino 
<Smettila di scherzare. Dicci quello che sei venuto a dirci e vattene> esclama la regina. La guardo nei suoi grandi occhi marroni, proprio come quelli della figlia. Sembra una copia identica a Lulu solo più grande, proprio come Rachel lo è di Margaret.
<Vi volevo solo informare che la vostra cara figlia è al sicuro> ghigno
<Che vuoi dire?> 

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