Capitolo 11

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Le ore di lezione sono passate veloci. Forse grazie a una mora che non smetteva di parlare, con cui mi sono organizzata per vederci il pomeriggio a casa mia. Era piuttosto sorpresa quando le ho detto che vivo da sola. Ci dirigiamo verso l’uscita, ma quando sto per uscire dal portone Rachel mi blocca. <Non possiamo uscire se loro non se ne vanno> mi dice indicando dei ragazzi con un giubbotto di pelle occhiali da sole, non ostante sia nuvoloso, che fumano, davanti al cancello. Io la guardo confusa <Perché non possiamo uscire?> le domando

<Bisogna uscire, sempre, prima che si fermino al cancello o, dopo, quando se ne vanno> dice lei guardando l’orologio freneticamente

<Perché?>

<Se qualcuno passa quando ci sono loro va a finire male, i ragazzi vengono picchiati, le ragazze molestate e per colpa loro io faccio sempre tardi e mia madre si arrabbia con me.> dice sbuffando <Di sicuro non posso dirle il vero motivo per cui ritardo> 

<Abiti lontano da qui?> le chiedo e lei mi risponde con un si appena percettibile. Non mi piacciono quei ragazzi, solo perché sono più grandi non possono fare ciò che vogliono e io non posso permettere che la mia quasi amica si faccia rimproverare per niente.

<Andiamo> le dico. Lei spalanca gli occhi e fa qualche passo indietro

<Cosa sei impazzita? Hai sentito quello che ho detto?> dice

<Si, ho sentito. Ma se tu ritardi tua mamma si arrabbia e questo non va bene, mia mamma se si arrabbia fa paura, quindi evito di farla arrabbiare. Non so se la tua sia come la mia, ma se posso evitare che ti sgridi perché non farlo.> dico avviandomi <Non ti preoccupare non ti succederà niente, se stai accanto a me> Credo sarà divertente! Mi dirigo verso il cancello tranquilla con Rachel attaccata alla mia giacca

Mentre avanzo sento i bisbigli che si scambiano tra di loro gli altri studenti e sento la presenza di Pixel da lontano. Siamo arrivati al cancello e i cinque ragazzi, ci fissano con dei sorrisi che non promettono niente di buono. Stiamo per superarli, quando uno di loro ci blocca la strada. Speravo di non arrivare alle maniere forti, ma se lui non si sposta credo non avrò scelta. <Potresti spostarti per favore, siamo di fretta?> cerco di usare un tono dolce. <Sei nuova dolcezza?> mi chiede uno a sinistra, siamo state circondate. Yuppy che bello! Sento Rachel stringermi il braccio <Si, sono nuova. Perché?> 

<Sei molto carina e anche la tua amica, se volete vi possiamo dare un passaggio>dice indicando le moto dietro di loro

<No,andiamo a piedi. Non accettiamo passaggi dagli sconosciuti> detto questo prendo la mano della mia amica e cerco di superare il ragazzo che ho davanti, ma sono troppo nana <Sentite non vogliamo avere problemi, quindi toglietevi dai piedi e fateci passare> dico verso il ragazzo che mi sembra il capo del gruppo

<Se venite in un posto con noi non avrete nessun problema, anzi ci divertiamo e poi vi diamo uno strappo a casa> ci dice facendo l'occhiolino

<No. Conto fino a tre se non vi spostate con le buone lo faccio io con le cattive. Siamo già in ritardo>

I ragazzi cominciano a ridere e appena conto tre prendo il primo che mi capita e lo stendo a terra. A quel punto smettono di ridere e mi guardano a bocca aperta, a uno gli cade, addirittura la sigaretta che aveva in bocca. <Ora ci fate passare o devo stendere qualcun altro?> dico gelida, sistemandomi la giacchetta, che si era leggermente sgualcita. <Senti, bambolina chi ti credi di essere?> mi domanda un altro di loro avvicinandosi.

Io mi giro e guardo Rachel <Fra quanto devi essere a casa?> domando

<15 minuti ma il tempo della strada è di mezz’ora ma il bus è già passato> sorrido sapendo come fare 

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