capitolo 2

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Sembra che i miei occhi non vogliono rimanere aperti, sono pesanti e mi sento così debole. Al solo pensiero che se mi lasciassi andare, permettendo ai miei occhi grigi di chiudersi, potrò vedere di nuovo il viso di Lucas. mi vengono i brividi. Non so mai quello che mi può aspettare appena lo sogno, è sempre una sorpresa, una scoperta. Ho paura. Voglio solo averlo vicino a me e che mi avrebbe dato ascolto, ma lui era testardo ed è successo quel che è successo..

Riesco a mostrare agli altri di essere troppo forte ma non posso mentire a me stessa: io dentro sto per morire.

Si decolla e sono contenta, finalmente sono arrivata a Los Angeles. Non so cosa aspettarmi, ma ho desiderato questo giorno da tempo. Ho iniziato esattamente dal mio diciassettesimo compleanno a mettere i soldi da parte e dopo 6 mesi sono riuscita ad ottenere la cifra giusta per poter partire. 

Appena arriverò, cercherò un posto in cui stare e poi un lavoro!

Ho intenzione di non chiamare i miei genitori e, dentro di me, sento ancora quell'enorme peso che mi ha riempito appena sono uscita da casa mia. Gli ho lasciato un biglietto e, mentre lo scrivevo, piangevo come una bambina ma ho cercato di fare attenzione a  non versare le lacrime sul foglio.

Esco dall'aereo e aspetto per riavere la mia valigia. 

Una ventata calda mi travolge e la mia pelle si imprestiosisce di gocce di sudore. Cerco l'ombra intorno a me, mentre aspetto un taxi che mi possa portare al centro. Mi siedo sul marciapiede come una barbona. Ho davvero caldo e indosso gli occhiali da sole sui miei occhi stanchi e pensanti per coprirli dal sole.

Intravedo un taxi in lontananza e mi alzo per essere notata. Mi sfreccia davanti e non si ferma. 

Sono offesa, esisto anche io!

Sbuffo e mi risiedo, devo dire che per questa notte potrei anche dormire qui. 

***

Dopo due ore di attesa, arrivo davanti a un motel che mi ha consigliato il tassista con molta gentilezza. Lo ringrazio e mi fa un piccolo sconto, gli lascio i soldi. Appena entro nella hall mi guardo intorno e vedo lo stile antico. E' interamente tutto in legno e qualche rifinitura dei mobili è in oro. Suono il campanello per attirare l'attenzione e da sotto la scrivania, esce fuori un signore anziano che mi sorride leggermente mostrando i suoi pochi denti. 

Trattengo una risata da bambina e inizia a parlare.

"Buongiorno, desidera una stanza per una persona?" chiede e annuisco sorridendo. "Perfetto.." si gira dandomi le spalle e afferra una chiave, oltre tutto è l'unica  appesa. Sulla targa, attaccata alla chiave, c'è il numero 12. Sarà il numero della mia stanza, dico tra me e me.

"Una ragazza come lei come può stare sola in vacanza a Los Angeles?"

"Beh.." 

Non so che dire, cosa potrei dirgli? 'Ah, sono qui perché sono scappata di casa visto che ho bisogno di respirare un'aria nuova?' non credo che possa rispondergli così, è un vecchietto carino e non voglio essere la causa di un suo infarto.

"Tranquilla.. quanto rimarrai?" domanda.

"Non so con precisione.." rispondo con sincerità. 

"Per due settimane compresa colazione sono 250!" 

Wow, dovrò sbrigarmi a cercare un lavoro!

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