Capitolo Ventidue

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CAPITOLO VENTIDUE

Claudio

15 novembre

Accarezzo lentamente la testa di Mario, stringendo tra le dita le ciocche scure dei suoi capelli morbidi, mentre con l'altro braccio lo tengo stretto a me. Non so come ci siamo finiti in questa posizione. Mario è completamente steso sul mio corpo, la faccia appoggiata al mio petto mentre dorme con le labbra leggermente schiuse, il suo respiro che si infrange sulla mia pelle, le braccia esili a stringermi forte il busto. E no, non so come ci siamo aggrappati così, nel sonno, ma Mario dorme sereno e questo è tutto ciò che conta.

Sfioro con la punta delle dita la pelle morbida del suo braccio, poi mi sposto un po' più giù e traccio la linea della sua spina dorsale, fino a raggiungere le sue fossette di Venere. Poi torno su e compio di nuovo lo stesso tragitto.
La consistenza del suo derma è qualcosa che mi manda totalmente e letteralmente fuori di testa: è morbido, liscio, quasi vellutato, e sembra fatto per essere toccato dalle mie mani. Sento il calore della sua pelle sotto le dita e automaticamente un bisogno di toccarlo mi pervade. E' così, e lo è dal primo giorno. Ho fatto fatica ad ammetterlo anche a me stesso, ma ora lo so e lo sa. E non sono mai stato bravo a comunicare le mie emozioni a voce, ho sempre fatto fatica ad esternare le mie sensazioni, ma spero che abbia capito che a lui tengo veramente tanto. E prego che lo sappia, che lo senta, che mi senta, che mi creda. E supplico qualcuno, non so nemmeno chi o che cosa, che non ceda, che non molli, che non si allontani. Che non mi lasci. Perché, Dio!, lui mi ama e io sto per ferirlo di nuovo.


*


La sensazione di sentirsi amati è difficile da spiegare a parole. Forse ci riuscirebbe uno scrittore. O un poeta. O un cantante. Ma io non sono niente di tutto ciò.

Guardo Mario steso ancora sopra di me, la schiena lasciata scoperta dal lenzuolo, gli occhi assonnati che mi scrutano attenti ma sorridenti, il mento appoggiato alle sue mani a loro volta addossate al mio petto.

Ecco. Questa scena potrebbe essere la descrizione giusta.

Claudio, qual è la sensazione di sentirsi amati? È Mario che appena apre gli occhi ti guarda come se fossi la cosa più bella.

Claudio, qual è la sensazione di sentirsi amati? È Mario steso su di te, completamente nudo.

Claudio, qual è la sensazione di sentirsi amati? È Mario che si fida e fa l'amore con te.

Claudio, qual è la sensazione di sentirsi amati? È Mario che ti dice "Ti Amo".

Smetto di tracciare i contorni del suo corpo, gli rivolgo un sorriso sincero e alzo leggermente la testa per lasciargli un tenero bacio sul naso. È una cosa che non ho mai fatto prima d'ora con altre persone, l'ho sempre reputato un gesto troppo sdolcinato, e forse anche troppo intimo per i miei gusti. Eppure, ancora una volta, questo ragazzo riesce a farmi fare cose che non avrei mai pensato possibili.
Lo guardo e mi sciolgo come neve al sole. Lo guardo e sento l'impulso di viziarlo. Lo guardo e sento il bisogno di farlo sentire coccolato. Lo guardo e lo sento mio. Lo guardo e voglio dargli tutto quello che non ha mai avuto nella vita. Lo guardo e nonostante tutto questo, però, non posso dargli la cosa più importante.

"Buongiorno", mi sussurra con voce roca e sonnacchiosa, aprendosi in un sorriso luminoso e raro, per poi abbassare la testa e stropicciarsi gli occhi sulla mia spalla.

"Sembri un panda dormiglione", gli dico ridacchiando e solleticandogli il fianco destro, "Buongiorno a te, comunque! Sei bellissimo quando ridi".

"Tu lo sei sempre", mi dice rialzando il volto e facendosi sempre più vicino. Mi lascia un piccolo bacio a stampo e poi rotola giù dal mio corpo privandomi della sensazione di calore e completezza che mi dava la sua presenza.

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