Primrose Hill

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La notte era ormai passata e l'alba di un nuovo giorno filtrava dalle finestre, creando alcuni giochi di luce sulle pareti bianche della camera di Robert. Mai avrei pensato che svegliarsi alle prime luci del mattino sarebbe stato un vero e proprio piacere, anzi un altro giorno e in un'altra circostanza l'avrei trovato alquanto irritante. Era assolutamente una delle mattine più dolci della mia vita. Mi sentivo come una bambina la mattina di Natale, in trepida attesa di per poter scendere in salotto a scartare i regali che Babbo Natale le aveva lasciato con tanto amore. E forse un piccolo regalo di natale mi era davvero arrivato in anticipo.  Risvegliarsi accanto alla persona con cui hai condiviso una notte d'amore è qualcosa che d'indescrivibile. Potrei quasi affermare con certezza di essere felice, eccitata, appagata ma nessun'aggettivo sarebbe stato adeguato nel descrivere il mio stato d'animo. Ero consapevole di avere un sorriso compiaciuto da cretina stampato sulla faccia, ma sapevo di non poterne fare a meno e neanche mi interessava. 

Rinvenendo dalle mie riflessioni mattutine, paragonabili a quelle di una tredicenne alle prese con la sua prima cotta al liceo, volsi uno sguardo pieno d'amore verso Robert che giustamente era ancora nel mondo dei sogni. Mi rannicchiai vicino a lui poggiando la testa contro il suo petto cercando di non svegliarlo. Cominciò a muoversi e pensai così di aver fallito nel mio intento ma nel sonno, come era solito fare, mi strinse ancora di più a sé. Continuai ad osservarlo in silenzio, quasi con adorazione.  Ad alcuni può sembrare molto strano ma adoravo guardarlo mentre dormiva. Mi faceva un'enorme tenerezza: grande, disinvolto e a volte sfrontato da sveglio, ma così indifeso nel sonno, inconsapevole che i miei occhi erano posati su di lui da quasi un'ora. Adoravo la sua espressione corrucciata nel sonno, anche se a volte avevo paura che questa era dovuta a qualcosa che lo tormentava mentre dormiva. Con delicatezza gli passai una mano tra i capelli arruffati e ribelli che ricadevano sul viso.

La consapevolezza di essere particolarmente sdolcinata quella mattina mi fece arricciare il naso, ma dopo ieri sera credevo che mi era concesso pensare tutto sole, cuore e amore. Considerando ciò, mi lasciai sfuggire una risatina soffocata. A volte mi sorprendevo avere un lato da inguaribile romantica che si celava in me, nonostante mi piaccia spesso essere la cinica della situazione. 

Quello che mi sorgeva spontaneo chiedermi però in quel momento era se effettivamente questo voleva dire essere innamorati. Notare ogni piccola cosa che ogni giorno ti porta ad apprezzare i pregi e i difetti della persona che sta al tuo lato, soprattutto questi ultimi. Non riuscire a fare a meno di volersi l'uno con l'altro in tutti i modi possibili e tante altre piccole cose che ti fanno capire che forse c'è qualcuno al mondo che ti possa seriamente completare e capirti fino in fondo. Se così fosse, allora tutto ciò che prima credevo fosse amore non era nulla in confronto a quello che stavo provando in quel preciso istante. Ieri sera avevo provato sensazioni ed emozioni che non avrei mai pensato di provare in ventitré anni di vita. Mi ero sentita amata, apprezzata ma anche appagata come non lo ero mai stata. Completa.

La vera domanda a cui però volevo dare una vera risposta era: lo amavo? Dopo così poco tempo potevo ammettere di essere innamorata di lui? Me lo ero chiesta un centinaio di volte la scorsa notte mentre tentavo di prendere sonno abbracciata a lui e forse credo di avere la mia risposta definitiva. Lo amo, senza alcun dubbio. Mi spaventava ammetterlo, perché sapevo che andavo incontro a qualcosa di grande. Nel momento in cui glielo avrei confessato, le cose avrebbero assunto un altro significato, ma non potevo reprimere i miei sentimenti per pura paura di affrontare una cosa così grande come l'amore che stavo cominciando a provare per lui. Ero tentata di svegliarlo, baciarlo e confessargli tutto ma allo stesso tempo mi sarebbe dispiaciuto interrompere il suo sonno. Diedi un'occhiata veloce alla radiosveglia. Erano le sette e mezzo del mattino. Sospirando, decisi di scivolare lentamente fuori dal letto, cercando di sciogliermi con delicatezza dal suo abbraccio e non destarlo. Afferrai dal pavimento la camicia che Robert aveva indossato la sera precedente, me la infilai ed uscii dalla stanza, dirigendomi verso il bagno per farmi una doccia veloce e rigenerante.

Set fire to the rain || Robert Pattinson FF || Completa (IN REVISIONE).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora