Are you kidding me?

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Milano

25 dicembre 2012, h. 10 a.m.


"Alice!" esclamò mia madre dalla cucina "Puoi venirmi a dare una mano, per favore?"

"Un secondo" urlai da quella che fino a giugno era stata la mia cameretta.

Finii di digitare le ultime righe della bozza che avevo da correggere per dopo le vacanze natalizie e spensi il computer.

Dopo un mese e mezzo intenso, tra università, lavoro e i miei amici che avevano occupato gran parte del mio tempo ma soprattutto della mia mente, per le vacanze di Natale avevo deciso giustamente di tornare a casa in Italia dalla mia famiglia. Non vedevo i miei genitori da quando ero partita per Londra e Silvia non vedeva l'ora di rivedermi, specialmente dopo tutto quello che era successo.

"Eccomi" dissi palesandomi in cucina "di cosa hai bisogno, mamma?" le chiesi lavandomi le mani nel lavello della cucina.

"Aiutami a pelare le patate" mi ordinò indicandomi una pila gigante sul tavolo. Sbarrai gli occhi vedendo il lavoraccio che mi aspettava.

"Mamma, ma sei seria?" le chiesi scioccata "hai intenzione di fare un pranzo per un esercito o cosa?".

"Come già ti avevo annunciato, quest'anno verranno tutti a pranzo da noi e sai benissimo che siamo la metà di mille" borbottò, continuando a preparare una quantità industriale di lasagne al pesto. Avrà consumato cinque o sei barattoli di pesto ad occhio e croce. Infatti, quando si parlava di cene di famiglia non badava a spese e soprattutto in preda all'ansia di non avere tempo, rimbalzava da una parte all'altra della cucina per preparare tutto alla perfezione.

Mi lasciai sfuggire un lamento e mi andai a sedere contro voglia al tavolo per iniziare il lavoraccio.

"Fabio!" urlò mia madre chiamando mio padre, che in sala da pranzo preparava la tavola insieme a Silvia.

"Dimmi Monica" urlò di rimando dall'altra parte della casa, perché parlare come due persone normali non era venerato in questa casa.

"Avete finito di apparecchiare?" gli urlò nuovamente, mentre io sbuffando prendo la prima patata di una lunga serie.

"Quasi" borbottò lui, entrando per fortuna in cucina dando così fine alle urla. Anche Silvia fece il suo ingresso e si fece scappare una risata vedendomi all'opera.

"Che brava che sei Cenerella" mi prese in giro dandomi un pizzicotto sulla guancia. Le feci il dito medio, mandandola a quel paese con la mia solita classe.

"Attenta che potrei pelare il tuo bel faccino sorellina" la minacciai con il pelapatate "ma siccome a Natale dobbiamo essere tutti più buoni, ti risparmierò".

Mia madre si voltò verso di noi e sbuffò "Invece che prendere in giro tua sorella, prendi l'altro pelapatate e dalle una mano" le ordinò lei. Ridacchiai sotto i baffi mentre mia sorella evidentemente scocciata si sedette accanto a me.

"Forza Biancaneve" la presi in giro, ricevendo una gomitata in tutta risposta.

"Brave principesse, lavorate" ci prese in giro nostro padre. Gli lanciammo un'occhiataccia e lui fece finta di sentirsi intimorito dalla nostra minaccia silenziosa, anche se sapevamo che ce n'era una ancora più grande nella stessa stanza.

"Per quanto riguarda te" riprese mia madre, rivolgendosi a papà "Ci sono ancora tutte le posate d'argento posate sul ripiano, hai intenzione di metterle o aspettiamo il Papa?".

Set fire to the rain || Robert Pattinson FF || Completa (IN REVISIONE).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora