«Ci voleva proprio questa giornata di relax» dice Brenda con gli occhi chiusi e aggiunge un verso rilassato non appena la massaggiatrice posa le sue miracolose mani al centro delle scapole.
«Già. Hai scelto proprio bene» dico a mia volta con gli occhi chiusi, beandomi di questi tocchi divini.
«Questo sabato ti fidanzerai, il che accade fra tre giorni esatti e dovrai essere rilassata, bellissima e sorridente» sentenzia con un gridolino euforico, come se fosse lei a fare il grande passo questo fine settimana. «E comunque dopo il massaggio, andiamo al negozio a provarci i vestiti. Poi ti va di venire a casa mia e raggiungere insieme la cena di questa sera?»
«No, non posso. Tra due ore ho l'appuntamento con lo psicologo»
«Ancora con lo strizza cervelli?»
«Mio padre vuole che continui con le sedute almeno per un altro mese. Dice che mi fanno bene»
«Secondo me, già stai bene. Sei molto migliorata» cerca di tranquillizzarmi con un ampio sorriso ma non sa che il merito è delle pillole contro l'ansia che prendo quotidianamente.
Mi limito ad annuire e libero la mente per godermi fino in fondo l'effetto benefico del massaggio, ma quando la giornata al centro benessere finisce e Brenda mi saluta per andare a prepararsi in vista della cena di stasera, ritorno a casa e rimango sola in camera mia a cercare di combattere contro quel vortice che ogni volta minaccia di riportarmi sul fondo.
Ingoio una pillola e chiudo gli occhi. Cerco di tenere a bada la respirazione, facendo uno di quegli stupidi esercizi che mi ha insegnato lo psicologo per controllare gli attacchi panico.
Libero la mente e respiro profondamente, con tranquillità, tenendo lontani i pensieri negativi, gli orribili ricordi, la vista di due cadaveri sgozzati, le mie braccia e il mio collo chiazzate dai segni dell'ustione e la colpa di aver ucciso un uomo. Mio padre per l'esattezza.
No! Non funziona.
Ingoio un'altra pillola.
La testa vortica. Il cuore accelera. L'affanno aumenta. Uno strato di sudore freddo si appiccica sulla fronte e sulla nuca. Vorrei gridare, ma le mie corde vocali non collaborano e finalmente la porta della mia camera si spalanca. Mio padre spunta sulla soglia.
«Tesoro!» Esclama allarmato e corre verso di me per stringermi al suo petto. Mi accarezza i capelli e mi bacia delicatamente sulle tempie.
Non riesco a dire niente ma ascolto lui. La sua voce e le sue parole rassicuranti mi calmano a poco a poco e mi ricordo le parole dello psicologo e i suoi consigli sul non rimanere a lungo da sola ma di fare tanta attività, tanti esercizi, tante passeggiate, di stare con la famiglia e con gli amici. Ed è per questo che papà ha insistito per farmi riprendere a studiare, di mostrarmi il suo lavoro che un domani erediterò e di passare del tempo in ufficio con lui, distraendomi da tutto quello che è successo.
Inizio a sentirmi meglio e mi stacco da lui, mormorandogli un «Grazie» appena udibile.
Mi accarezza il viso e mi sorride, e mi spiega di essere venuto in camera mia per ricordarmi l'appuntamento con lo psicologo.
Annuisco e mi lascio accompagnare, sorpassando mia madre totalmente presa in una telefonata con il catering del fidanzamento di sabato. È su di giri e sta organizzando tutto nei minimi dettagli. Io mi limito sempre ad annuire e ad accettare qualsiasi decisione prenda. Non mi va certamente di farmi venire il mal di testa per scegliere il menù, la marca del vino e il colore del tovagliato. Uno vale l'altro. Ma lei sembra essere davvero contenta in questa missione che l'aiuta a non pensare quello che ho fatto. Anche se, da quando è successo, nessuno ha più menzionato quel giorno.
Mio padre mi disse di non dover più pensarci perché aveva risolto tutto. Non avrei rischiato nulla e dovevo cominciare a vedere i fatti accaduti come un vecchio incubo.
Facile a dirsi.
Sono passati sei mesi e ancora vado in preda all'ansia quando mi ritrovo da sola, ma non posso dimenticare gli occhi rossi e colmi di lacrime di mia madre quando mio padre le ha raccontato tutto. Ed è lì che è subentrato Andrew. Be', in fondo c'è sempre stato ed è sempre stato bravo a tenere lontana la mia mente dal mondo esterno.
Ancora una volta vicini, a darci supporto e custodire due simili segreti. Lui in parte responsabile della morte di Maddy, io ho ucciso il mio padre biologico. Siamo sulla stessa barca a navigare controcorrente e a sostenerci per non ribaltarci. E poi... la sua presenza mi aiuta a tenere lontani i ricordi che mi parlando di lui.Papà mi riporta a casa dopo la seduta dallo psicologo e faccio ritorno nella mia camera solamente per farmi una lunga doccia e vestirmi per la cena.
Il letto è intatto da giorni. Ultimamente mi ritrovo spesso a restare da Andrew per la notte e mi stupisco di come i miei hanno acconsentito questa unione. Forse l'hanno fatto solamente per farmi dimenticare di lui. Sono disposti a tutto pur di cancellarlo dalla mia mente per sempre. E lo stesso faccio anche io: lotto tutto il giorno per rimandare indietro il ricordo delle sue mani sul mio viso, i suoi occhi persi nei miei colmi di voglia e disidero nel possedere le mie labbra ancora una volta, l'odore unico della sua pelle, il calore delle sue labbra sulle mie e il suo corpo che mi sovrasta non appena si attacca con la bocca alla mia, facendo diventare il bacio sempre più intenso e appassionante.
Esco in fretta dalla doccia e mi avvolgo in un grosso asciugamano, scuotendo più volte la testa e ignorando la stretta nostalgica allo stomaco, e il mio cuore che comincia a battere freneticamente.
Ritorno in camera mia e mi infilo in fretta un completo intimo per poi aprire l'armadio e tirare fuori una camicia col colletto impreziosito e un paio di pantaloni dal taglio elegante e ad alta vita.
Mi concentro sull'abbinamento e sui capelli che cerco di domare, legandoli in una coda abbastanza alta e mio padre bussa alla porta chiedendomi se sono pronta.
«Vi raggiungo tra un minuto»
«Okay. Ti aspettiamo di sotto»
Chiudo tutti i bottoni della camicia, in modo da nascondere i segni rimasti della scottatura e mi infilo le scarpe alte. Prendo una piccola borsa a caso, mettendoci dentro il cellulare, le pillole e il portafoglio, e prima di scendere mi assicuro che la finestra sia chiusa per bene e chiudo le tende, ma qualcosa infilata tra i battenti attira la mia attenzione.
Ci metto un po' per capire che si tratta di una lettera e che è indirizzata a me. Ma da quanto sta qui questa lettera?
E il cuore riprende a battere velocemente nel pensare che J sia stato l'unico ad averla messa.***
Ehilà 😃
Cosa ci sarà mai scritto in questa lettera? 🤔Eleanor ha sofferto molto in questi mesi. Gli episodi accaduti l'hanno segnata psicologicamente, tanto da chiedere l'aiuto di un esperto e dei farmaci per ritrovare il suo equilibrio... ma l'avrà trovato sul serio?
Andrew è davvero in grado di cancellare J dalla mente di Eleanor?A venerdì con il prossimo aggiornamento 😘❤️
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Un bacio e buona giornata 💗📚
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Rapita - parte 3
Mystery / ThrillerTerza e ultima parte della trilogia Rapita. La vita, si sa, ci mette a dura prova. I fallimenti sono la base da cui cominciare per raggiungere la felicità. E non importa quanta fatica e quanta buona volontà ci metti perché ci sarà sempre qualcuno...