Capitolo 34

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Si è preso tutto di me...

   E ricordo ancora la sua mano stringere il mio braccio fuori da quel negozio per impedirmi di cadere. Non sapevo nulla di lui. Non sapevo chi fosse, da dove venisse, il suo passato e tutti i tormenti che c'erano nella sua testa.. ma quella presa, così salda e protettiva, aveva scaturito in me milioni di sentimenti contrastanti mai provati durante la mia vita agiata, agevolata e salvaguardata. Con la sua vicinanza ho avvertito il pericolo, la passione, la paura, la curiosità... e la strana sensazione che prima o poi ci saremmo rivisti e il presentimento che mi avrebbe cambiato la vita.
  E adesso lo ammiro, mentre dorme beato come mai gli ho visto fare, con una mano salda sulla mia pancia e le labbra posate sulla mia spalla nuda. È bellissimo... perfetto, nonostante la cicatrice che gli segna il viso, nonostante i tatuaggi e il freno alle emozioni, ma adesso ha saputo trovare quel lato dolce e amorevole dentro di sé e sta ricambiando i miei sentimenti con devozione e accortezza.
   E mi dispiace per Andrew, per i suoi genitori e per i miei... ma come faccio ad ignorare questi sentimenti così forti che provo per J?
  Ho cercato di accontentarmi con Andrew, pensando che un uomo accanto attento come lui fosse stata la soluzione giusta per esorcizzare tutto il passato, e invece ho solamente peggiorato ogni cosa, deludendo lui e tutte le sue aspettative...
    Mi sistemo meglio accanto a J e mi addormento cercando di scacciare questo improvviso amaro nel cuore ed un rumore proveniente dalla cucina ci fa sobbalzare nel cuore della notte e drizzare le orecchie.
  «Ma che diavolo è stato?» sbotto terrorizzata e un altro rumore di un oggetto che va in frantumi rimbomba tra le pareti.
  J non risponde e recupera subito la pistola dal comodino e corre verso la porta con addosso solo un paio di boxer, ma dei passi nell'altra stanza cominciano a correre veloci e quando J arriva in cucina non trova nessuno.
  Lo seguo, coprendomi a stento con la sua camicia, che recupero dal pavimento, e mi arresto sulla soglia non appena mi rendo conto del casino che c'è tra il salottino e la cucina.
  La porta che dà all'esterno è spalancata e J esce all'istante con la pistola puntata nel buio.
  «J!» lo chiamo per farlo tornare indietro. L'ultima cosa che voglio è che apra uno scontro a fuoco con un ladro, anche se ho la netta sensazione che si tratti di Lei, perché qui non è stato rubato nulla. Sono state distrutte solamente le mie cose e le cornici con le nostre foto. Il vetro è sparso sul pavimento e le foto sono state strappate a metà... e per terra ci sono solamente le metà che ritraggono me. Le parti di J sono sparite...
  «È scappato. Figlio di puttana!» J rientra col fiatone e richiude la porta a chiave alle sue spalle «Come cazzo ha fatto ad entrare se questa cazzo di porta era chiusa a chiave» assesta un calcio sulla parte inferiore e poi si volta verso di me «Tu stai bene?»
  Solo ora mi rendo conto di essere rimasta in ginocchio sul pavimento a tenere tra le mani le foto strappate «Io non credo sia stato un ladro» dico senza pensare a quello che potrà rispondermi. «Non è stato rubato nulla... ma guarda qui» allungo le mani per fargliele vedere e lui si avvicina titubante. «Le ha strappate e si è tenuta le parti che ritraggono te! J, adesso mi credi?»
  «Che vuoi dire?» la confusione si fa strada nei suoi occhi scuri.
  «È lei! È lei! Ed è riuscita ad entrare qui dentro. Nella nostra casa. Mentre stavamo dormendo... Me la vuole far pagare» inizio a delirare e avverto il tono strozzato della mia voce per colpa del magone che mi si è bloccato in gola.
  J si guarda intorno e fa un resoconto mentale di tutte le cose che sono state distrutte e si rende conto che sono solo cose mie: i miei libri, i miei occhiali da lettura, la tazza col mio nome, il contenuto della mia borsa completamente rovesciato e perfino alcuni miei trucchi, creme e profumi schiacciati sul pavimento.
Non sa cosa dire. Si passa una mano nei capelli e si inginocchia di fronte a me. «Okay, qui qualcosa non torna... hai ragione. Ma adesso, se qui non ti senti sicura, potremmo sempre vestirci e passare il resto della notte in un hotel o dai tuoi, come meglio preferisci»
   «No, no. Forse sarà meglio mettere in ordine» guardo tutta la mia roba sul pavimento e un brivido mi fa tremare.
  J mi stringe le mani e mi obbliga a guardarlo «Eleanor, non è necessario. Ora andiamo via di qui e domattina chiamerò qualcuno che rimetta tutto a posto... ora sta' calma» mi stringe a sé, ma la paura non mi lascia in pace.
  Ho una brutta sensazione e non so come descrivergliela a parole. Sento solo che più il tempo scorrerà e più Maddy diventerà pericolosa. Ma J mi costringe ad alzarmi. Le mie gambe tremano così tanto che fatico a sorreggermi da sola e mi aiuta a rivestirmi e ad andare via nel bel mezzo della notte.
  Ci fermiamo in una piccola caffetteria e J mi ordina una cioccolata calda. Nota le mie dita che tremano ancora mentre cerco di afferrare la tazza e lui si avvicina ancor di più a me «Stai tremando tutta. Ricordo che in quel bunker eri molto più coraggiosa, nonostante le minacce che ti facevo» cerca di sdrammatizzare con un sorriso.
  Ma io non rido e poso la mia testa sul suo petto «Perché la paura di perderti è più forte di tutto quello successo nel bunker» ammetto. Io non ho paura delle minacce di Maddy o di quello che sarà in grado di farmi, ma ho paura che mi porti via J e che lo faccia suo ancora una volta.
  Mi prende il viso e mi stampa un bacio «Non dirlo neanche per scherzo. Io non andrò da nessuna parte!» e pronuncia l'ultima frase mantenendo i suoi occhi fissi nei miei.

  Il giorno seguente è un tormento per me.
   Passo l'intera giornata con un emicrania assurda a zonzo per le strade solamente per non dovermi relazionare con le persone che conosco.
   Guardandomi in faccia si capisce subito che c'è qualcosa che non va e non voglio finire sotto inquisizione per un qualcosa che non riesco nemmeno a spiegare.
   Il punto è che ho così tanta paura di perdere J da rimanere completamente paralizzata.
   Maddy esiste, e ne sono fermamente convinta. Ma cosa farà J se la vedrà? Cosa farà lei per riconquistarlo? Lui si renderà conto che quello che prova per lei è decisamente più forte di quello che prova per me? E io? Lo sopporterei?
   In balia di questi pensieri, arriva la sera senza neanche che me ne accorga e, facendomi coraggio, mi avvio a casa.
   Chiamo J durante il tragitto e mi informa che mi raggiungerà a breve, dandomi l'ordine di non mangiare nulla perché ha intenzione di portarmi di nuovo a cena fuori.
   Sorrido nel sentirlo così dedito a trascorrere gran parte del suo tempo libero insieme a me per fare le cose più normali mai fatte prima. E metto da parte ogni cattivo pensiero per dedicarmi esclusivamente a lui.
   Non devo temere nulla perché J mi sta dimostrando con tutto se stesso quanto ci tiene a me, rafforzando sempre di più il nostro legame.
  Ma non appena arrivo a casa nostra, la porta dell'entrata è spalancata e anche le finestre sono tutte aperte.
  L'aria in casa è gelida e rimango pietrificata sulla soglia, percorsa da milioni di brividi. E non sono brividi di freddo ma di paura.
  Richiamo J e gli imploro di venire subito, ma non appena mi rendo conto che in casa non c'è nessuno mi rassicuro e chiudo tutte le finestre, compresa la porta a doppia mandata.
  «Tranquilla. Forse quelli delle pulizie non hanno chiuso bene e una folata di vento forte ha aperto tutto» mi dice J in viva voce.
  Annuisco e mi tolgo il cappotto, restando sempre con lo sguardo vigile in ogni angolo «Vieni presto» mormoro.
  «Sì, sarò presto da te. Sto sbrigando le ultime cose. Anzi, perché non riempi la vasca? Ho tanta voglia di fare un bagno caldo con te...» aggiunge con tanto di voce bassa e sexy, che mi fa fremere all'istante.
  «Okay» ubbidisco e mi dirigo in bagno per riempire la vasca.
  Rilasso un po' i muscoli tesi accendendo il riscaldamento e mi spoglio aspettando che J si faccia vivo presto.
  L'acqua arriva al bordo ed è piena di schiuma. Mi ci immergo e chiudo gli occhi, provando a sciogliere tutta la tensione nel tepore e nel silenzio assoluto.
  Mi rendo conto di essere un fascio di nervi e questa giornata è stata lunga e logorante per me. Ora mi merito solamente un po' di pace e un po' di relax con il ragazzo che amo, e nel frattempo mi appisolo.

  Dopo svariati minuti, o almeno credo, anche perché l'acqua è ancora caldissima, un rumore di passi mi fa ridestare e sorrido al pensiero che J stia per immergersi insieme a me.
  «Finalmente» dico scivolando ancor di più col sedere, fino a far salire l'acqua al mento.
  Ma da J non arriva alcuna risposta e una mano inguantata si posa con forza sulla mia bocca e il mio naso.
   Comincio a dimenarmi dallo spavento con l'odore acre del lattice dei guanti che mi sale su per le narici, ma l'altra mano mi stringe con forza i capelli cercando di spingermi nell'acqua.
  Vuole soffocarmi! E anche se non la vedo in viso so benissimo che è lei!
  «Ti avevo avvisata!» mi sussurra «Perché non sei rimasta con la tua ricca e fasulla famigliola? Tu non meriti Jack... lui lo deve a me tutto questo, non a te!» sento la sua voce strozzata dalle lacrime anche se tutto inizia ad apparirmi ovattato e sfocato per colpa dell'acqua che mi inonda le orecchie e mi fa bruciare gli occhi.
   Ne ingerisco anche un bel po' e sento la mia testa scoppiare per la mancanza di ossigeno.
  «Hai rovinato tutto! Me l'hai rubato! Ed è per questo che meriti di morire!» continua tra le lacrime anche se la sua voce mi sembra sempre più lontana.
  Mi sforzo di rimanere lucida, ma non riesco più ad imboccare ossigeno. Mi dimeno con le restanti briciole di forza che mi restano, ma non riesco a rialzarmi e una strana sostanza calda mi pizzica il naso. È sangue.
  Maddy mi tira fuori per constatare quello che mi sta accadendo. Riprendo fiato, ma non serve a molto perché mi sento completamente inutile e inerme. E mi ributta giù, di nuovo sott'acqua.
  Il sangue si ramifica nell'acqua e io non riesco più a tenere gli occhi aperti.
  Dopo poco... buio totale.

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Perdonatemiiiiiiii
A chi ha chiesto di me vi rassicuro che sto bene. Oggi sono stata via da casa e non ho avuto modo di aggiornare, e scusatemi adesso per l'ora tarda.
Spero di non farvi arrabbiare con questo capitolo ma accetto ogni vostro commento.
Dai dai che la storia è quasi giunta al termine
Un bacio grande
A venerdì 😘

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