Capitolo 33

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Per quanto J mi abbia tenuto stretta, sotto le coperte, per tutta la notte, io proprio non sono riuscita a togliermi dalla testa Maddy.
  È tutto così assurdo e io non riesco a capacitarmi di nulla.
   Ma mi faccio forza e nascondo a J i miei turbamenti, unendomi a lui per la colazione al locale.

   Mi faccio preparare una tazza calda di caffellatte e J ci aggiunge anche una brioche alla crema.
   «Ogni tanto puoi anche fare un piccolo sgarro e goderti le cose buone della vita» dice indicando la mia brioche e strappa un morso alla sua.

  «Davvero? Credevo esistesse una sola cosa buona nella vita...» ammicco maliziosamente.

  «Mmh, lasciami indovinare: ha per caso a che fare con qualcosa che ho nelle mutande?» Parla sottovoce ma si becca comunque una forte manata sulla spalla.

  «Shh, non dirlo. Potrebbero sentirci e io non voglio che qualcuna sappia che nelle tue mutande c'è qualcosa di veramente appetitoso...» resto al gioco facendolo scoppiare a ridere e riprendiamo a spazzolare la nostra colazione, dopodiché lo lascio al suo lavoro con il rinnovo della promessa di portarmi a cena fuori questa sera.

   Questa volta non permetterò che qualcuno ci rovini la serata e quindi vado via con un gran sorriso e una grande aspettativa di passare finalmente la nostra prima serata a cena e a passeggiare poi mano nella mano.

   La mattinata però trascorre lentamente e quando finalmente arriva l'ora di pranzo, Brenda decide di chiamarmi e pranzare con me.
   «Non ci vediamo da un po'. Come stai?» mi chiede non appena ci accomodiamo ad un tavolo, nel solito ristorante nei pressi degli uffici di mio padre, che siamo soliti frequentare.

   «Non è stato un bel periodo. Penso che tu l'abbia sputo»

   «Sì, qualcosa. Mi sono preoccupata, ma tuo padre mi disse che non volevi visite e quindi mi è sembrato giusto non disturbarti. Ma poi non ce l'ho più fatta...»

   «Scusami. In effetti non gradivo visite e quei medicinali che mi hanno somministrato mi stordivano in continuazione»

   «Ora stai meglio?»

   «Certo, ma i miei e i medici continuano a pensare che abbia qualche problema mentale...» e mi ritrovo a parlarle di Maddy e di tutte le volte che l'ho vista mentre ci gustiamo una calda vellutata di verdure. Ovviamente stenta a credermi e la cosa mi infastidisce, ma poi si ricrede e spero non lo faccia solamente per farmi contenta.

   «E dove è stata finora? Insomma, quanti anni sono passati da quando Jack e Andrew hanno creduto che fosse morta, due?»

   «Non ne ho idea» mi massaggio le tempie «Ma vuole riprenderselo... e temo che le sue minacce non siano solo parole al vento» un brivido mi percorre la schiena e mi stringo in me stessa.

   «Be', se J ti ama così tanto come racconti allora non dovresti temere nulla. Lui non le permetterebbe di farti del male...» sentenzia convinta ma io mi rabbuio.

   Brenda non può capire che la mia paura più grande è che J possa andare di nuovo via non appena si renderà conto che Maddy è viva per davvero... e io non potrei sopportarlo. Non la voglio un'altra delusione.

   Ma poi preferisco cambiare discorso e mi parla di Walter e del loro weekend passato fino alla nausea. Ma una volta terminato il pranzo mi invita a trascorrere con lei questo pomeriggio. Accetto volentieri di fare un po' di shopping al centro commerciale, dato che stasera alla cena con J voglio essere impeccabile.

   Ho la testa tra le nuvole quando usciamo dal ristorante e quello che troviamo sulla mia auto mi fa precipitare con forza al suolo, stordendomi all'istante.

Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora