Capitolo 14

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Ho cercato di cancellarlo e debellarlo  dalla mia mente un'infinità di volte, ma il pensiero di J non ha mai voluto saperne di abbandonare la mia mente. Anzi, si è rafforzato e si è impiantato sempre più in profondità. Difficilmente potrei dimenticarlo, ora come ora.

   Eppure le ho provate tutte, perfino fidanzarmi ufficialmente con Andrew... ma non è bastato. Inconsciamente ritornavo sempre a J. Nei sogni, nei desideri, nei pensieri più lontani e nel profondo del cuore, ho sempre cercato J.

   Ed ora, non posso impedirmi di raggiungerlo. Non posso impedirmi di amarlo e di volerlo. È una cosa che non riesco a controllare. Amare J è un bisogno vitale, qualcosa che devo assolutamente fare e ci sono ormai troppo dentro per tornare indietro.

   Arrivo al bar nel pieno del pomeriggio e la musica assordante raggiunge anche la strada.  
   Un happy hour è in pieno svolgimento e c'è anche un bel pienone di clienti.

   Parcheggio nello stesso punto in cui ha parcheggiato Andrew la sera scorsa e per la prima volta varco la soglia del Liberty Bar.

   La sensazione che mi travolge è adrenalina allo stato puro e uno strano brivido caldo mi mette in subbuglio il cuore e lo stomaco.
   Solo pochi istanti mi separano da J e la mia testa vortica al pensiero di rivederlo, di respirarlo e di toccarlo.

   Mi avvicino ad una ragazza che si appresta a servire drink e stuzzichini e il suo aspetto carino e curato mi trasmette fiducia all'istante.
   «Ciao, sapresti dirmi dove posso trovare J... Jack?» Mi correggo.

   Lei sgrana gli occhi non appena mi rivolge la sua attenzione e qualcosa mi dice che mi ha riconosciuta. «Ma tu sei, sei...»

   «Eleanor, sì. Dovrei vedere Jack, è importante» la imploro e lei si riprende subito dallo stato di trance.

   «Ma sì. Sì, certo. Vado subito a chiamarlo, Eleanor. È un onore davvero averti qui...» posa il vassoio nelle mani di una sua collega con i capelli per metà rasati e corre verso il bancone, per poi aggirarlo e raggiungere una porta sul retro.

   Nel frattempo che aspetto J, mi guardo un po' intorno.
   Devo ammettere che ha fatto davvero un bel lavoro. Questo posto non ha nulla a che vedere con quello che gestiva precedentemente. Questo è molto più moderno, pulito, ben fornito e strapieno di ragazzi che hanno solamente voglia di divertirsi e bere qualcosa in compagnia.
   Non c'è nessuna faccia losca, né tipi ubriachi fino a rischiare un coma etilico e nemmeno spacciatori nascosti all'angolo.
   Sono davvero fiera di lui. E questo posto è senz'altro frutto del suo tanto atteso cambiamento.

   E mentre sorrido, circondata da tutti questi ragazzi che si divertono e ballano al ritmo della musica del momento lanciata da un dj molto giovane, mi sento sfiorare la mano e J appare al mio fianco. Stringe le sue dita tra le mie e mi sussurra all'orecchio «Vieni con me» prima ancora che riesca a voltarmi verso di lui.

   Il mio cuore aumenta pericolosamente il battito e lo seguo mentre stringo a mia volta la sua mano. Superiamo una fila di persone al bancone e sorpassiamo il ragazzo che prepara drink a suon di acrobazie, tenendo il ritmo con la musica, e che fa senz'altro incantare le ragazze in attesa davanti a lui.

   J supera due porte a battenti e una luce fioca illumina quello che sembra un deposito di bevande. Ma siamo soli adesso. La musica è attutita e ci guardiamo negli occhi, mentre mi stringe anche l'altra mano.
   «Sei qui» mi dice con un sorriso.

   «Sono qui» rispondo pur sapendo che non c'è altro da dire.

   E infatti, mi tira vero di sé e le sue mani si staccano dalle mie per stringermi un fianco e i capelli dietro la nuca mentre le sue labbra si avventano sulle mie con prepotenza e desiderio.

   E nell'istante in cui le nostre labbra si schiantano, tutto al di fuori di noi cessa di esistere.

   Sono completamente e incondizionatamente attratta da lui, dal calore delle sue labbra, dal loro sapore, dal suo corpo, dalle sue mani e dalla sua voce che con un flebile e roco sussurro mi dice quanto gli sono mancata.

   «Dì il mio nome. Ripetilo» mormoro tra le sue labbra. Ho bisogno di sentirglielo scandire per bene. Parola per parola. Ho bisogno di sentire il suo bisogno di me, Eleanor, e non di lei. E lui stringe la presa sui miei fianchi, facendomi aderire al suo corpo.

   «Tu, Eleanor. Mi sei mancata e stavo impazzendo senza di te. Ti prometto che non sbaglierò più, anche in ginocchio se vuoi...» e fa per inginocchiarsi per davvero ma glielo impedisco e lo tiro nuovamente verso le mie labbra.

   «Ti credo» ammetto «Promettimi solo che non andrai più via...»

   «Non lo farò. Non più... te lo prometto». Mi stringe il viso e mi bacia ancora.

   Il suo bacio è così lungo e disarmante che rimango senza fiato, con il cuore in gola, in balia delle emozioni più belle che si possono provare. E non c'è malizia, possesso o impudicizia... c'è solamente la gentilezza, il bisogno e l'amore.

   «Ti amo, Eleanor... ora l'ho capito»

   E potrebbe usarmi ancora, se è quello che vuole. Può calpestarmi, umiliarmi, ferirmi e distruggermi...  tanto ormai è impossibile cambiare quello che provo per lui.

*****
Daje 😍
Quanto abbiamo sudato per leggere questo capitolo?
Buona domenica mie adoratissime lettrici.

A martedì 😘

Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora