Stiro la lettera con le mani e la rileggo per quella che mi sembra la centesima volta, e ad ogni lettura mi sembra di cogliere la presa per i fondelli nascosta tra le righe.
Vorrei avere il coraggio di strapparla in mille pezzi e calpestarla, ma non ci riesco, e quindi la rimetto al suo posto, tra le pagine di Cime tempestose, lasciandola in quel mondo fantastico e struggente che si trova nei libri. Ma questo non cancella le delusione che si sta impadronendo del mio cuore e dei miei organi. J ha saputo prendermi in giro ancora una volta e io, stupidamente, gliel'ho lasciato fare. Ho lasciato che si insinuasse ancor più profondamente nella mia pelle, fino a contagiarmi col suo finto amore.
Ormai fuori è giorno.
L'alba inizia a colorare la mia camera con tante sfumature di tinte viola, ma dalla finestra entrano solamente i timidi raggi del sole anziché J in persona per sorridermi e rassicurarmi che è stato tutto uno scherzo.
Come avrà passato la notte? Dove sarà stato? Con chi sarà stato?
Può mai essere possibile che sia ancora così profondamente legato a Maddy da non riuscire a liberarsene?
E provo una fitta morsa di gelosia allo stomaco, uno strano senso di fallimento e di invidia che mi fa bruciare l'esofago e gli occhi.
Riprovo a chiamarlo in preda alla rabbia ma il suo cellulare squilla sempre a vuoto e all'ennesima chiamata senza risposta scaravento il cellulare dall'altra parte della stanza, trattenendomi dal mettermi ad urlare a squarciagola e a lasciarmi andare ad un pianto disperato.
Ingoio tutte le lacrime e le grida sentendomi nauseata e furibonda, ed è orribile starsene qui con le mani in mano a tormentarsi per le solite risposte mancanti e per le verità non dette. E ancora una volta vengo presa da quello strano impulso di fuggire, di cercarlo, di dargli una scrollata e gridargli in faccia «Perché cazzo non sei sincero, una volta per tutte?»
Ma stavolta non cedo. Non scappo. Non corro da lui. E con l'amaro nel cuore l'accetto.
Sono stata stupida. Mi sono fidata nonostante mi abbia spezzato il cuore per ben due volte e io non ho imparato la lezione. Mi sono lasciata distruggere ancora una volta. Ho lasciato che mi usasse di nuovo come un rimpiazzo o per tenere in vita i suoi stomachevoli ricordi del passato vissuti con lei.
Mia madre entra in camera mia con una tazza di tè e si accorge di quanto fa schifo la mia faccia dopo una notte insonne passata a cercare di digerire la delusione. «Tesoro, come stai?» si siede accanto a me sul bordo del letto e mi accarezza i capelli.
«Un po' così...» alzo le spalle ma preferisco non parlarle di J «Sono stati dei giorni un po' strani»
«Lo so... e noi risolveremo tutto. Vedrai che ti rimetterai presto e andrà tutto per il meglio»
«Non farò gli esami, mettitelo in testa. Non sono pazza e non c'è niente che dobbiamo risolvere» sentenzio con un tono acido e frustrato.
Lei sospira ma cerca di non perdere la pazienza «Sii ragionevole... non puoi vivere in questo modo. Ne va della tua salute e sei solo una ragazza...»
«Io sto bene. E sono sicura che da oggi in poi mi lascerà in pace...» mi si incrina la voce e mi bruciano gli occhi al solo pensiero che lei possa essere tra le braccia di J in questo momento a ridere di me e della mia stupidità. E mi si attanaglia lo stomaco nell'immaginare la scena in cui si tengono stretti, si baciano, si fanno promesse o che addirittura fanno l'amore. Mi sento morire, anzi, vorrei vomitare...
Ma mio padre che bussa alla porta mi strappa via da questi pensieri struggenti e mi sforzo di fare un sorriso.
«Ehi, piccola. Stai meglio?»
Annuisco e mi lascio accarezzare il viso.
«Sto per uscire. Vuoi che ti porti qualcosa?»
Se puoi portarmi J mi faresti un gran favore «Non grazie. Sto bene così...»
«Okay. Resti tu con lei?» chiede a mia madre che prontamente asserisce con la testa e nello stesso istante in cui sta per uscire arriva un messaggio sul suo cellulare.
Mia madre si incuriosisce all'istante «Chi è, caro?» Ma a lui basta leggere solamente la notifica per irrigidirsi.
«Nessuno di importante» ci rivolge un altro sorriso e poi va via.
Io e mia madre ci scambiano un'occhiata confusa e poi decido di bere il tè che mi ha portato.
«Okay...» si riprende e ricomincia a sorridere «Che ne dici di passare una bella giornata madre figlia? Shopping e pranzo fuori?» e si mette a riordinare alcune delle mie cose sparse.
«Va bene» accetto perché qualunque cosa da fare è sicuramente migliore di quella di starsene rinchiusa qui in camera a deprimersi. Anche se i miei pensieri non riescono a cambiare proprio rotta: J perché mi hai distrutta ancora?****
Scusate il ritardo 🙏🏻
A venerdì 😘
Ho letto tutti i vostri commenti nel capitolo precedente e ho letto tutti i vostri pensieri su J. Aspettatevi la svolta nei prossimi capitoli, manca poco 😃
STAI LEGGENDO
Rapita - parte 3
Mystery / ThrillerTerza e ultima parte della trilogia Rapita. La vita, si sa, ci mette a dura prova. I fallimenti sono la base da cui cominciare per raggiungere la felicità. E non importa quanta fatica e quanta buona volontà ci metti perché ci sarà sempre qualcuno...