Capitolo 3

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Dopo la cena, ovviamente non ritorno a casa.
   Saluto i miei che si intrattengono per un goccio di whisky insieme ai genitori di Andrew e vado via con lui.
   Brenda e Walter hanno preferito non raggiungerci allo yacht e passare il loro fine serata soli soletti. Ah, quando la invidio a Brenda. La vita non crea mai imprevisti con lei. Non ha dubbi, non ha pensieri, non ha gli attacchi d'ansia, non ha una madre bugiarda e soprattutto non ha un ex ragazzo come J che l'ha fatta volare dapprima verso il sole per poi tagliarle le ali e farla schiantare al suolo.
   Mi sa che ho una sfiga assurda io!
   Comunque sia, non ce l'ho fatta nemmeno a passare per casa a prendere un cambio. Quella lettera che ho nascosto nel cassetto sembra farmi una silenziosa richiesta di prenderla e leggerla tutta d'un fiato. Forse dovrei inviare un messaggio a mia madre e scriverle di prenderla e bruciarla, così non correrò nessun rischio di cedere alla tentazione di leggerla, ma se glielo dico poi si arrabbierà di brutto e sarà capace di far murare la mia finestra pur di impedire a J di infilare qualche altra cosa tra i battenti in futuro. Quindi sarebbe meglio non dirle nulla.
   E perché? Una vocina interiore vuole mettermi alla prova.
   Risponderei che non ho nessunissima intenzione di farmi chiudere per sempre la finestra se non fosse per il fatto che una piccola parte insana di me spera di vederlo comparire sul davanzale con l'unico scopo di combattere i tormenti nella mia testa e salvarmi per sempre.
   Ma lui non riesce a salvare se stesso, come posso pretendere che salvi me?
   «Sei pensierosa». Andrew piomba nei miei pensieri, facendomi sobbalzare lievemente. Le sue dita scorrono con delicatezza lungo il mio braccio nudo e accarezza con amore le macchie sulla mia pelle.
   Mi rilasso accanto a lui, sdraiati sul letto in cabina ricoperti dalle lenzuola blu con i disegnini in oro di corde e rose dei venti. «No, sono solo stanca», lo tranquillizzo con un sorriso e poso la mano sul suo mento perfettamente sbarbato.
    «Giornata lunga?» Mi stringe i fianchi e posa il capo sul mio petto, lasciandosi accarezzare il viso e i capelli.
   «Non proprio. È che quando si passa una giornata intera con Brenda si rischia di perdere completamente la testa»
   Ride e conferma «Non so come fai a sopportare le sue chiacchiere inutili da così tanto tempo»
   «Credo di essermi ormai abituata alla sua voce squillante», affondo le dita nei suoi capelli chiari e lui ritorna serio, alzando di poco il capo per guardarmi negli occhi.
   Un lieve sorriso si disegna sulle sue labbra leggermente carnose e le sue iridi chiare mi fissano con dolcezza «Ancora non riesco a crederci che stiamo per compiere questo passo. Tra poco la nostra relazione sarà ufficiale e da qui in poi ti prometto che ci sarà sempre un sorriso a splendere sulle tue labbra», mi ci passa sopra l'indice e mi accarezza la bocca con gentilezza. Le sue parole mi emozionano e gli stringo il viso per avvicinarlo al mio.
   Non devo pensare a J. Non devo pensare alla sua lettera. Questa è la mia vita. Andrew è quello che mi spetta. Lo studio e il lavoro di mio padre sono il mio futuro... J non ne fa parte. Non devo permettergli di ripiombare nella mia vita e permettergli di trascinarmi ancora sul fondo, perché io ho tutte le intenzioni di non cedere e di non crollare più.
Stringo gli occhi e lo bacio, scacciando via ogni brutto pensiero o lontano ricordo. E le mie mani si stringono sul suo viso per premere con un'ulteriore forza le sue labbra sulle mie.
   Voglio fargli capire che ho bisogno di lui, che deve esserci sempre e che non deve lasciarmi fare qualcosa di cui poi possa pentirmene.
   E come già sapevo, Andrew sembra capirmi all'istante. Posa le sue mani nei miei capelli e ricambia il mio bisognoso bacio, sussurrandomi tra le labbra «Ci sarò sempre, Eleanor»

   Il mattino seguente, Andrew raggiunge suo padre in banca e io raggiungo mia madre per la colazione, e mentre bevo la mia solita tazza di latte di soia lei mi aggiorna sulle decisioni prese la sera prima insieme a mia suocera per quanto riguarda il menù definitivo, che lei personalmente ha assaggiato la settimana scorsa. Le dico che apprezzo molto quello che sta facendo e se le andrebbe di passare con me il resto della giornata. Ovviamente lo dico solo per non ritrovarmi da sola in camera mia e mi stupisco di come la lettera sia diventata il mio unico pensiero. Ieri sera ho dormito senza l'aiuto delle pillole e anche al risveglio non ho avvertito quel bisogno di ingoiarla. J è diventato ormai un pensiero così fisso che ha praticamente annullato tutti gli altri. E non so se questo sia un bene...
   Comunque, mia madre accetta di passare con me la giornata e trascorriamo gran parte della mattina a fare shopping, e in ogni negozio in cui mettiamo piede le commesse la venerano come se fosse una dea.
   Mia madre non bada a spese, ha un vero e proprio debole per i capi di abbigliamento alla moda, e mentre lei si guarda allo specchio indecisa se comprare o meno l'ennesima pelliccia, io aggiungo agli acquisti qualche altro foulard. Ormai questi pezzetti di stoffa svolazzanti e colorati sono diventati dei pezzi indispensabili per i miei outfit. Non amo mettere in mostra il mio collo bruciacchiato e evito anche di andare in giro con le maglie a maniche corte.
   Questa estate è stata per me un vero problema, dato che non volevo farmi vedere in giro con le macchie sulla pelle e per di più il medico mi aveva specificatamente obbligato a non espormi al sole, altrimenti avrei solo peggiorato la situazione. Ma per fortuna l'estate è passata. Non uso più maglie a maniche corte e posso tranquillamente indossare foulard, giacchetti e camicie.
   Dopo lo shopping sfrenato, il pranzo con Brenda e sua madre è d'obbligo e nel primo pomeriggio raggiungiamo l'atelier per ritirare il vestito. Ma loro insistono affinché lo misuri un'ultima volta prima del fidanzamento e così mi lascio accompagnare dalla commessa al camerino che mi aiuta a metterlo. Anche se non è poi tanto difficile dato che si tratta di un vestito rosa cipria a spalle larghe semplicissimo, morbido e scivoloso, non troppo incollato addosso ma elegante e romantico che sfiora appena il pavimento. E copro le braccia con un piccolo giacchino bianco stile chanel fatto di una sottile e leggera pelliccia. E per quanto riguarda il collo scoperto, la truccatrice mi ha garantito che con un fondotinta magico riesce a schiarire le macchie delle scottature. Be', lo spero.
   Esco dal camerino facendo attenzione a non inciampare e mia madre sembra davvero emozionata nel vedermi così acconciata, manco fossi uscita dal camerino con un abito da sposa ma sono contenta di vederla così felice.
   Ovviamente i complimenti non mancano e quando sono tutte convinte dell'impeccabilità del vestito finalmente mi lasciano toglierlo e portarlo a casa, e per casa intendo: posarlo in camera mia, che per me è un vero incubo.
   E adesso mi ritrovo qui, col vestito lasciato sul letto e la lettera tra le mie mani.

***
Che dite? È arrivato finalmente il momento di leggerla?
Ma cosa ci sarà mai scritto?

Mi scuso per questi capitoli un po' a rilento, ma vi avevo avvisato che il libro sarebbe stato caratterizzato da due parti contraddistinte.
Pazientate perché tra poco ci sarà una svolta 😊

Un bacione e buona domenica.
Martedì lo scopriremo 😘

Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora