Capitolo 36

4.6K 310 38
                                    

«Finalmente» mi avvento su J non appena scavalca la finestra della mia stanza.
  «Ehi, come stai?»
   «Bene, anche se è stato un continuo battibeccare con i miei per tutto il giorno... ma ti aspettavo. Non resistevo più» mi stringo a lui, ma non ricambia la mia stretta come ho desiderato per il tutto il giorno, anzi, si scosta.
  «È stata una lunga giornata al locale... Ah, e ti ho riportato questo» prende il mio cellulare dalla tasca anteriore dei jeans e lo posa sulla scrivania, ma io continuo a guardare il suo viso.
  «Riposiamo insieme allora. La giornata è stata lunga per entrambi» gli stringo la mano e cerco di avvicinarlo al letto.
  «Aspetta» non si lascia guidare e mi tira verso di lui per poi posarmi una mano sulla guancia «Vorrei sapere cosa diamine è successo ieri sera... se ti va di raccontarlo».
  E solo ora sondo la sua espressione che sembra impensierita, stremata... turbata. Il mio cuore sussulta. «Sì...» e la mia voce è stranamente incerta. «La porta di casa era spalancata... te lo dissi. E anche tutte le finestre... Ma poi tu mi avevi rassicurata e così ho chiuso tutto e ho cominciato a sentirmi tranquilla perché sapevo che stavi arrivando, ma... forse ho commesso l'errore di non controllare in tutte le stanze perché credo che lei era già dentro... in agguato...»
   J sospira e non mi guarda mentre glielo racconto, ma si siede accanto a me sul bordo del letto con i gomiti sulle ginocchia e le mani incrociate sotto il mento, e con i denti si tormenta il labbro inferiore.
    «È arrivata in silenzio poco dopo essere entrata nella vasca... credevo fossi tu e invece era lei. Da dietro mi ha messo una mano sul viso e ha cercato di spingere la mia testa in acqua. Indossava dei guanti, questo lo ricordo e mi disse che me lo meritavo, o una cosa de genere. Mi ha sempre minacciata, J, ma nessuno di voi mi ha mai creduto e ieri sera ha messo in pratica tutte le minacce fatte... ti rendi conto di quanto è dura adesso per me?» mi accorgo di avere le lacrime agli occhi e aspetto un conforto da parte sua, ma non dice nulla... e non fa nulla.
  «J...» gli poso una mano sull'avambraccio e sembra destarsi nell'esatto istante in cui lo tocco. «Cos'hai?»
  «Va tutto bene... tranquilla. È stata dura anche per me...» cerca di forzare un sorriso ma non riesce a tenere gli occhi nei miei e li riporta sul pavimento.
  Il cuore comincia a battermi decisamente troppo forte e l'opprimente sensazione della paura comincia a schiacciarmi. Perché è così pensieroso?
  Senza volerlo mi ritorna alla mente l'ultimo periodo che abbiamo vissuto insieme otto mesi fa. A quando si chiuse in se stesso... a quando pensava a Maddy.
  Cerco di scacciare questi pensieri posandogli le mani sulle spalle e mettendomi a cavalcioni su di lui «Allora rapiscimi di nuovo... portami via. Io ti seguirò anche in capo al mondo...» gli sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra ma lui mi afferra all'istante i capelli dietro la nuca e stringe fino a voltarmi sulla schiena e spingermi sul letto. Ma non aumenta la distanza dal mio viso e resta a guardarmi.
  Nei suoi occhi è ritornato quel bagliore dominante che non vedevo da un bel po' e il suo tocco è cambiato. Ne avverto la prepotenza, la durezza e il bisogno involontario di allontanarmi.
  Mi si mozza il fiato...
  «Non ti manca nulla qui...» mormora per poi posare le sue labbra sulla mia fronte. Mi stampa un bacio e poi si tira su. Qualcosa mi dice che questo è stato l'ultimo contatto tra noi.
  «No. No. No» la mi voce è strozzata e non posso impedire alle mie lacrime di sgorgare frenetiche. «Tu non puoi lasciarmi di nuovo. Non puoi, J... me l'hai promesso» mi aggrappo alla sua maglia ma lui non sembra intenzionato a voltarsi.
  «Eleanor, vorrei poter cambiare le cose ma sarebbe meglio che tu passassi del tempo con i tuoi e non con me...»
  «Ma che cazzo dici? Tu sai bene cosa voglio...»
  «Ma non funziona» sbotta.
  «Non è stata colpa nostra. Tra noi stava andando tutto a meraviglia... cosa è cambiato? Spiegamelo!»
  Sospira ma non risponde e si ferma davanti alla finestra.
  «Tu l'hai vista!» d'un tratto mi sembra tutto chiaro.
  J ha capito che Maddy c'è, che è viva e vegeta, in carne ed ossa... ed ora io non esisto più. Ed è bastato un attimo per far riaffiorare il suo passato, più violento di prima
  «No... non l'ho vista" risponde con un filo di voce, cogliendomi alla sprovvista.
  Riprendo fiato e mi asciugo le lacrime con il dorso della mano «Allora resta qui con me» lo imploro.
  L'attimo di silenzio che segue mi strazia e io non so cosa dire e cosa fare. Mi sento inutile e schifosamente svuotata... J non può farlo. Non di nuovo... non può lasciarmi ancora una volta e chiudersi nei suoi silenzi.
  «Non posso...» squarcia il silenzio squarciandomi anche nel profondo dell'anima «Dammi un po' di tempo...»
  «Tempo? Ma se sei stato tu a cercarmi, ad implorarmi... i-io proprio non ti capisco» mi è difficile buttare fuori queste parole per colpa del cuore che pompa dolorosamente nel petto, ma lui preferisce non rispondere. E allora io mi avvicino ad una pila di libri sulla scrivania, cerco con le mani tremanti la copia di Cime tempestose, e la apro alla pagina dove ho ripiegato la sua lettera. Nell'esatta pagina in cui Heathcliff grida: "rimani con me sempre, prendi qualsiasi forma, fammi diventare pazzo! Soltanto non lasciarmi in questo abisso, dove non posso trovarti. Oh Dio, è indicibile! Non posso vivere senza la mia vita, non posso vivere senza la mia anima"
  Conosco le parole a memoria per quanto si addicono a noi, ma la rabbia e la delusione prende il sopravvento su tutto e appallottolo la lettera per lanciagliela sulla sua schiena. «E questa? Dove fanno a finire tutte le promesse? Tutte le parole che hai scritto e che hai detto? Era un altro dei tuoi macabri giochi? Ti diverti in questo modo?» faccio uno sforzo immane per continuare a parlare con la gola completamente raschiata dal magone e dalle lacrime, ma lui continua a restare in silenzio. E dettata dalla rabbia decido di togliermi anche l'anello che mi ha regalato, ma solo adesso mi accorgo che non lo porto più al dito. E prima che riesca a dirglielo, lui scavalca la finestra e scompare nel buio.

****
Aggiornamento in anticipo.
Domani non sarò a casa e di conseguenza priva di connessione. Spero solo di non avervi dato una brutta buonanotte 😁
A venerdì 😘

Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora