Capitolo 32

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La sua mano mi prende per la nuca in un gesto virile e che esprime il possesso. Sono sua. Solamente sua. E le sue labbra si schiantano sulle mie, rivendicando ogni bacio perso in questi giorni.
   Riesce a far vibrare ogni fibra del mio corpo e spero solo di non svenire per la forte emozioni che provo nell'essere toccata dalle sue mani sui miei fianchi e dalle sue labbra affamate di me.
Mi aggrappo alla sua camicia e stringo le dita quasi a volergliela strappare di dosso anche qui, in mezzo a tutti. Ma lui mi afferra i polsi con entrambe la mani. La sua bocca rimane ancora sulla mia, a respirarmi e assaporarmi...

   «Andiamo fuori» mi sussurra e lo seguo all'esterno del locale, con il cuore a mille e la pelle d'oca per l'eccitazione.

  Mi spinge verso la sua macchina e ci sdraiamo all'interno, avvolti nel buio del parcheggio e della sera.
  «Mi sei mancata» ammette eccitato mentre ribalta il sedile.

  «Scusami» riesco a replicare senza fiato.

  «Neanche un giorno voglio stare lontano da te» alza l'orlo del mio vestito e mi fa scorrere le mutandine verso il basso. E le mie mani fremono mentre gli slaccio la cintura e i pantaloni, con all'interno il rigonfiamento che pulsa già pronto e voglioso di me.

  «J...» afferro il suo membro e lo accarezzo con gesti sensuali. Vorrei poter dire altro ma non ho voce, in quanto l'emozione di essere qui, sotto di lui, dopo una lunga settimana passata tra il nervoso e la rabbia, mi ha praticamente svuotato la mente e allontanato il mondo al di fuori di questa macchina.

   Socchiude gli occhi beandosi dei miei tocchi, ma poi con ferocia li riapre e mi schiude le gambe con le sue ginocchia per penetrarmi con forza e senza preavviso.

   Mi aggrappo alle sue spalle completamente piena di lui, muovendo il mio bacino per permettergli di spingersi fino in fondo.
   I movimenti circolari che fa con il bacino mi mandano in visibilio, facendomi perfino vorticare la testa.
   «Non ti fermare...» mugolo con gli occhi socchiusi e le dita che si spostano nei suoi capelli.

   China il capo verso di me per baciarmi il collo, il mento e poi di nuovo le labbra «Cazzo, stavo per impazzire senza di te» inspira tra i denti mentre scivola fuori di me per poi rientrare con lentezza e rimanere così, muovendosi di nuovo in circolo allo stesso ritmo.

   «Lo vedo...» e lo sento. Gli sono mancata e lo capisco dal modo in cui mi guarda, accarezza, fa l'amore... ormai è mio. Completamente mio. E ho fatto mio il suo cuore...

   Le sue mani si reggono ai bordi del poggiatesta e i muscoli delle braccia si gonfiano mentre fanno leva senza interrompere il movimento tanto appagante quanto lancinante per la lentezza che esercita.

  «Sentimi, Eleanor... Fino in fondo» le sue labbra tremano leggermente mentre continua a farsi strada dentro di me e riesco a sentire ogni sua singola emozione.

  Gli stringo il viso con entrambe le mani.

  «È davvero troppo quello che provo per te...» aggiunge facendo battere il mio cuore ancor più veloce.

  «Io... io sono felice, J» lo guardo negli occhi e lui posa le labbra sulle mie.

  «Io di più. Molto di più» mi dice tra le labbra, passandoci poi sopra il pollice e riprende i movimenti di bacino, rendendo gli affondi più veloci e precisi, svuotandosi poi dentro di me.

  Ma le nostre effusioni non finisco qui. J mi vuole ancora, e ancora... girandomi e rigirandomi in tutte le posizioni che vuole su questi sedili e in questo vano ormai saturo di noi e di sesso. I finestrini appannati e il sudore appiccicoso sulla nostra pelle nuda rendono il tutto ancor più eccitante. E mi rendo conto adesso che io e J siamo effettivamente una coppia come tutte le altre. Niente nascondigli, fardelli o paure. Ora siamo solamente una coppia normale che si ama e che fa l'amore in macchina...

  Posa le mani sulla mia pancia e mi accarezza delicatamente facendo scorrere i polpastrelli su e giù, e la sua testa è nascosta nell'incavo del mio collo...

  «Ti ho mai detto che amo il tuo profumo?» mormora sulla mia pelle.

  «Non ti riconosco più...» rispondo con una risata.

  «Sono così un caso perso?»

  «No, sei bello...»

  «Solo bello?» si alza per guardarmi negli occhi.

  «Mmh, fammi pensare...» fingo di trovare qualche altro aggettivo che possa descriverlo e lui mi interrompe facendomi il solletico.

  «Solo bello!» ripete fintamente offeso, bloccandomi i polsi in un suo palmo per continuare a farmi liberamente il solletico con l'altra «Mi hai praticamente rincoglionito. Passo con te tutto il mio tempo libero e mi sento morire ogni volta che te ne vai... e alla fine sono solo... bello?»

   Fatico a respirare per la forte risata e quasi strozzo con la mia stessa saliva «Ti prego... smettila. Ti prego»

   E all'improvviso smette, buttandosi sopra di me, prendendomi il viso tra le mani e avvicinarsi col suo a pochi millimetri. I suoi occhi sono seri adesso «Sei tutto quello che voglio. Tutto» sottolinea l'ultima parola.

   «E lo stesso vale per me» mi lascio baciare.

   «Mi avevi chiesto di non andare più via, ricordi? Ora non farlo più neanche tu» aggiunge e restiamo appiccicati ancora per un po', fin quando il suo cellulare non vibra per una chiamata preoccupata di Daniel.

   Mi vesto e sistemo l'auto mentre aspetto J che va a controllare il locale ormai in orario di chiusura. Ne approfitto per inviare anche un messaggio ai miei, nonostante l'ora tarda, ma almeno sapranno che sto bene e che sono con J. Ma quando metto via il cellulare e guardo fuori dal finestrino sperando di vedere J, una sagoma ormai familiare sull'altro capo della strada, sotto un lampione fiocamente acceso, mi fa mancare il fiato.

   Continuo a guardare il punto dove è scomparso J e spero che arrivi da un momento all'altro.

   Il panico comincia a farsi strada nella mia testa e nel mio petto, sentendo ormai la conosciuta sensazione opprimente che non riesce ad abbandonarmi.
   Perché è ancora qui? Era scomparsa! Non c'era più! Perché adesso la vedo ancora?

   Fisso lo sguardo su di lei che resta ferma in lontananza, con il cappuccio sempre chino sulla testa e le mani nelle tasche della felpa. Non si muove e non accenna a fare neanche un passo. Che diavolo vuole?

    Ma J spunta finalmente nella mia visuale, e lei trasalisce facendo un passo indietro. Ma tra di loro c'è la larga strada a dividerli e quando si rende conto che J non si è accorto della sua presenza, preferisce rimanere dov'è.

   J si avvicina all'auto e butta sull'asfalto il mozzicone della sigaretta, sedendosi poi accanto a me con un largo sorriso. «Daniel penserà a mettere la tua auto al coperto. Domani mattina torniamo a prenderla» mi avvisa mentre avvia il motore.

   Annuisco brevemente e ritorno con lo sguardo di nuovo sulla strada, e lei c'è ancora.
   Non ci capisco più nulla! È reale o esiste solamente nella mi testa? Non può essere che le mie paure mi stiano giocando questo scherzo così assurdo!
   O forse è davvero reale e questa settimana l'ha trascorsa spiando J invece che me, credendosi ormai una mia uscire dalle scene?

   Comunque sia, preferisco non dire niente a J e rivolgo lo sguardo verso di lui che imbocca la strada opposta a quella dove si trova Maddy e ritorniamo a casa.

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Scusate il ritardo 😫
Con i miei piccoli entrambi influenzati ho proprio dimenticato di aggiornare. Ma spero vi sia piaciuto comunque questo capitolo 😁
Buonanotte
A martedì 😘

Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora