Capitolo 22

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Okay, il trasferimento è completo. La nostra storia sta spiccando il volo e ieri sera mi ha anche regalato un anello di fidanzamento con tanto di promessa per un futuro sempre insieme.
L'ho ripetuto ormai innumerevoli volte, ma sono davvero felice di averlo ritrovato... in meglio. Glielo leggo negli occhi tutta la sua voglia e il bisogno di una vita tranquilla insieme a me e non permetterò a nessuno di intromettersi, neanche a mia madre che sto per incontrare adesso a pranzo.

Parcheggio la mia auto sul retro del ristorante, che siamo solite frequentare, e scorgo la sua auto poco più distante dalla mia.
Bene, è già qui.

Prendo un profondo respiro e mi stringo nella sciarpa, avvertendo una folata di vento freddo sul viso. Oggi è l'ultimo giorno di ottobre, le strade sono ricoperte di foglie secche, gialle e rosse che scricchiolano sotto la suola delle mie scarpe. Mi avvio verso il ristorante, pensando di ordinare una calda vellutata di zucca e crostini.

Mia madre è seduta al solito posto con lo sguardo perso nel menù. Lo legge e rilegge e poi ordina sempre la stessa insalata ogni santa volta, anche in inverno. Mi faccio coraggio e mi avvicino al tavolo, imponendomi di restare calma e di non lasciarmi ferire dalle sue cattive allusioni su J. Oggi deve capire che è cambiato.
«Ciao mamma»

Alza lo sguardo da menù «Oh, eccoti qui. Mi chiedevo quanto tempo avrei dovuto aspettare ancora»

«C'era traffico» chiudo seccamente questa prima parte di conversazione già sul piede di guerra e mi siedo di fronte a lei, posando la sciarpa e la borsa sullo schienale della sedia. Faccio un cenno al cameriere che subito si avvicina per prendere le ordinazioni. Vellutata di zucca per me e, ovviamente, insalata per lei.

«A cosa devo questo invito a pranzo?» Le chiedo non appena il cameriere si allontana. Da quando ho scelto di stare con J non abbiamo più pranzato insieme...

«Non posso pranzare con mia figlia? Ti ricordo che lo facevamo ogni santo giorno prima che Jack si intromettesse...»

«No, oggi non tollero che parli male di lui. Siamo a pranzo io e te, e gradirei un normale momento madre-figlia come li abbiamo sempre avuti... se poi il tuo intento è quello di ricordarmi quanto sia stupida e quanto sia un criminale il mio ragazzo allora posso anche andarmene...»

«Ferma, ferma, ferma...» ripete severa «Sei mia figlia e posso dirti tutto quello che voglio... ma quello cos'è?» Si interrompe per indicare il mio anulare con stupore e confusione.

«Un regalo di Jack. A quanto pare le cose tra noi stanno diventando serie» dico con soddisfazione.

Si ricompone all'istante «Ottimo. Spero che durerà tra voi»bma non c'è certezza nelle sue parole, anzi solamente freddezza e vergogna nei confronti delle sue amiche che mi considerano una ragazza scapestrata e capricciosa.

   Scuoto la testa e mi concentro sui grissini a centrotavola, sperando che questo pranzo finisca presto.

   «Cambiamo discorso...» aggiunge e tiro un sospiro di sollievo. Finalmente. «Tuo padre è molto fiero di te. È contento di come cerchi di dedicarti a quello che fa...»

   «Sì, mi piace» ammetto con un lieve sorriso e il cameriere arriva con le nostre portate.

   «Leonard ha fatto tanto per noi... ci tiene molto a te»

   Certo. Per tutti questi anni ha creduto che fossi sua figlia.
   Tengo per me il commento e mi limito ad annuire, rimpinzandomi di zucca e crostini.

   Anche lei si dedica alla sua insalata e il resto del discorso scivola lento e banale. Non menziona più J e mi parla dell serate di beneficenza organizzate da lei per il prossimo mese. È la madrina per eccellenza di varie associazioni, dai malati ai senza tetto, dagli animali abbandonati alla calotta polare artica. Ogni problema di questo mondo le sta a cuore, ma credo che tutti i suoi amici non sono molto contenti di staccare assegni ogni mese per tutte le serate che organizza. Ma comunque resto ad ascoltarla con piacere e declino la sua offerta non appena mi invita alla serata che si terrà tra due settimane.
   «Come vuoi» termina la sua insalata e io mangio l'ultimo crostino «Lo sai che ci tengo a vederti...»

Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora