Capitolo 27

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Poco più tardi, nella quiete del bagno, immersi nell'acqua calda della vasca, gli faccio la fatidica domanda «E ora che si fa?»

La mia schiena preme sul suo petto e lo sento prendere un respiro «La cosa giusta...»

Mi volto verso di lui e l'acqua ondeggia leggermente «Non avevi detto che tra noi due non c'è spazio per nessuno?» Lo guardo con un sorriso che riesco a trattenere a stento.

«Per un marmocchio sì...» mi risponde inaspettatamente e mi accarezza la spalla con il dorso delle dita.

Il sorriso che minacciava di arrivare scompare all'istante «N-non ho capito...»

La sua mano sale lungo il mio viso e con il pollice mi sfiora le labbra, ma non mi sfugge il sorriso che si allarga sulle sue labbra «Eleanor, io ti amo... e voglio dimostrartelo in qualunque modo. Stasera è andata così, ma sono pronto a prendermi ogni responsabilità»

   Affondo il viso nel suo collo «Non c'è bisogno di dimostrarmelo decidendo di fare un figlio... Promettimi solo che non te ne vai. Mi basta questo»

   «Te lo prometto» mi bacia la tempia e restiamo a mollo nell'acqua ancora per un po' e usciamo solamente quando la nostra pelle è completamente raggrinzita e il nostro stomaco brontola per la fame.
Ordiniamo una pizza da asporto e la mangiamo avvinghiati sul divano sotto un plaid, dopodiché ritorniamo a letto e ci accoccoliamo sotto le lenzuola.
J mi accarezza con dolcezza, tenendo la mano sul mio ventre, da sotto la canotta, e con il pollice scrive dei cerchi attorno all'ombelico. Io invece gioco con le dita nei suoi capelli mentre la sua testa è adagiata tranquilla sul mio petto.
Solo i nostri lievi respiri rompono il silenzio e il mio sguardo è teso verso la finestra. Le tende coprono i vetri, ma non mi sfuggono le ombre al di fuori... Maddy non può esistere solo nella mia testa, e anche se lo fosse, J, ha cercato di dimostrarmi che io valgo di più per lui.
Il nome di Maddy non ha più alcun effetto per lui e non riesco a spiegargli quanto sono felice e rassicurata. Il passato non è più un problema ormai e lui è finalmente guarito da tutti i suoi demoni, tanto da voler formare una famiglia insieme a me.
Ma io non sono pronta.
È ancora troppo presto per pensare di mettere al mondo una creatura indifesa. Io e J abbiamo ancora tanto lavoro da fare per consolidare il nostro rapporto e voglio prima che tutti accettino lui e la mia decisione. Ed è per questo che il mattino seguente chiamo Brenda per farmi accompagnare dal ginecologo e lei pensa bene di presentarsi con Walter.

«Ma lui non può venire con noi!» Sbotto prima di entrare in macchina.

«Ci aspetterà in macchina» mi rassicura Brenda.

Mi accomodo sui sedili posteriori e Walter mi lancia uno sguardo da finto offeso dallo specchietto. Non so cosa stia combinando in quest'ultimo periodo ma lo vedo molto dimagrito e più uomo. «Scusami, Walter, ma preferivo vedere Brenda da sola...» mi sento in dovere di spiegarglielo con gentilezza.

«Lo so, ma mi stavo annoiando senza far nulla. Fate come se non ci fossi...»

«Ma non è la stessa cosa» sbuffo.

«Dai, non ci pensare. Mi dici invece perché dobbiamo andare da un ginecologo?» Chiede Brenda mettendomi in imbarazzo.

«Ginecologo? Qui la cosa è seria...» sogghigna Walter mentre guida.

«Walter!» Lo ammonisco ma lo strillo di Brenda mi fa sussultare.

«Cosa avete combinato?»

«Ma niente...» arrossisco.
«Dai, non dire stronzate...»

«È la verità... devo solo farmi prescrivere delle cose...»

Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora