Capitolo 4

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E passeranno giorni, mesi o anni ma il destino cercherà sempre di metterci uno difronte all'altra.
È questo quello che fa la vita: cerca sempre di confondere noi essere umani.
Un giorno sei felice e spensierata e il giorno dopo sei sopraffatta dai dubbi e dalla confusione.
Eppure si sa che il giorno della resa dei conti di una storia bruscamente finita prima o poi arriverà. E ci sarà sempre un conto da pagare!
E il prezzo può consistere nel vomitare fuori tutte le parole non dette o di lasciare spazio alle emozioni che lotteranno per riuscire a sopraffare il corpo e la mente, basta che l'orgoglio ne resti fuori, ma non so quale dei due prezzi da pagare sia il migliore per me.
Può dipende dal carattere di ognuno. Io non sarò affatto in grado di sbattergli in faccia tutta la mia rabbia e non posso nemmeno permettere che le emozioni prendano il sopravvento, ma le mie mani che tremano al contatto con la busta che contiene la lettera non è per niente un buon segno. Temo di cedere, di cercarlo, di concedermi ancora e di dargli un'altra possibilità a prescindere da tutto quello che ci sarà scritto.
   Ma io dovrei essere felice così, lontana da lui e lontana dai suoi subdoli piani. Io ho deciso di buttarmi tutto alle spalle e di non voltarmi mai più indietro. Ho deciso di stare con Andrew che in tutto questo tempo non ha mai smesso di tendere una mano verso di me e di aiutarmi in qualsiasi situazione. E in tutti questi mesi di terapia ho compreso che J mi ha solamente fatto del male e che solamente nella mia testa esisteva un ideale di amore vero, nella sua invece c'era solamente il desiderio di resuscitare dei vecchi ricordi che gli stavano più a cuore di me. E quindi ho imparato ad attribuirgli solamente parole come dolore, rabbia e odio.
   Ma la punta del mio indice scorre sulla carta e il polpastrello brucia a contatto col mio nome scritto da lui, e un brivido mi percorre la spina dorsale seguito da un leggero capogiro. Perché mi fa tutte queste sensazioni? Perché non riesco ad accantonarlo e basta?
   Devo concentrarmi sul fatto che lui è piombato nella mia vita strappandomi via dalla mia famiglia e dalla mia routine con l'intenzione di farmi a pezzi solo per il gusto di vedere Andrew piegato in due dal dolore.
Ma non l'ha fatto. Mi ricorda una vocina.
   Scuoto la testa e mi rifiuto di ascoltarla. Dovrei strappare questa lettera in tanti piccoli pezzi proprio come lui ha ridotto il mio cuore.
Ma non lo farai. La vocina continua a tormentarmi. E infatti le mie dita, un po' tremolanti, aprono lo busta con un'estrema delicatezza, facendo attenzione a non romperne neanche un lembo. E il mio ritmo respiratorio si blocca del tutto. Riesco a sentire solamente i battiti potenti del mio cuore mentre cerco di estrarre il foglio. Involontariamente mi mordo il labbro inferiore e mi sembra di stare per commettere l'ennesimo errore, sempre lo stesso, quello proibito e pericoloso, dove le fiamme dell'inferno sono pronte ad avvolgermi, ancora una volta.
Ancora sottomessa a lui. A lasciarmi dominare dai suoi pensieri che prendono il sopravvento e da questo pezzo di carta che emana tutto il suo odore.
E lo rivedo, ancora e ancora, che allunga la sua mano verso di me, ad accarezzarmi con delicatezza il viso mentre i suoi occhi scuri sono incatenati ai miei, facendo crollare tutti i miei scudi che in questi sei mesi avevo con fatica costruito. E mi fa rabbia perché non è reale! Lui non c'è! C'era prima ma mi ha umiliata e calpestata, mettendo davanti a tutto il suo egoismo... ma qualcuno decide di salvarmi in calcio d'angolo, chiamandomi al cellulare.
La suoneria mi ridesta e il nome di Andrew mi fa ritornare alla realtà, mandando in frantumi ogni ricordo di J.
   Ripiego la lettera senza riuscire a leggere neanche una riga e rispondo alla chiamata con la voce un po' smorzata.
«Sono appena arrivato. Sei pronta?»
«Ehm, sì... dammi qualche minuto», e riattacco senza dargli il tempo di rispondere.
Stringo la lettera tra le mani e stringo anche i denti perché non so che diavolo fare, non so che decisione prendere e in quale via dirottare i miei pensieri contorti. Ma davvero la sto facendo così difficile?
   La soluzione è solamente una: liberarsi di J.
   Ho scelto di stare con Andrew, domani ci fidanzeremo e nulla può andare storto. Questa è la mia decisone e non torno più indietro.
   Mi ravvivo il trucco e i capelli e mi impongo di sorridere con splendore. Saluto i miei al piano di sotto e li avviso che ceno fuori con Andrew e che molto probabilmente resto insieme a lui anche per la notte. Ormai non si oppongono più alle mie scelte. Hanno capito che Andrew è capace di non farmi camminare a ritroso nel tempo e di aiutarmi a dimenticare tutto ciò che è accaduto sei mesi fa. E ci stava riuscendo, fino a quando non è arrivata quella lettera!
   Esco di casa con la sensazione che qualcuno mi stia osservando, che J mi stia osservando, e di colpo il cuore riprende a battere più forte. Ma non mi lascio sopraffare e cammino a passo spedito verso l'auto di Andrew, senza cadere nella tentazione di guardarmi intorno. Anche se non è detto che ci sia davvero...
Scuoto la testa e chiudo la portiera. Andrew avvia il motore e uno strano silenzio piomba nell'abitacolo. Fatico a tranquillizzarmi e a rivolgergli un sorriso, forse dovrei parlargli della lettera?
«Cosa ti va per cena?» Mi chiede con gli occhi verso la strada e le mani salde sul volante.
Alzo le spalle «Quello che vuoi tu». La risposta che ogni uomo odia e vorrei mordermi la lingua.
Sospira e cerca di mantenere la calma, solo adesso mi rendo conto che qualcosa non va. È teso e infastidito e non ho idea del perché.
«Okay, allora ceneremo in barca. Non ho molta voglia di vedere gente stasera» sbotta e mi sento in dovere di approfondire l'argomento.
«È successo qualcosa?»
«Dovresti dirmelo tu» mi lancia un'occhiata fugace e un guizzo sulla sua mascella mi fa intuire che sta stringendo i denti dal fastidio.
Io mi acciglio «Cosa dovrei dirti?» Sa della lettera?
«Ah, bene. Non vuoi parlarmi della lettera che hai ricevuto da quel pazzo criminale?» Accosta l'auto con una brusca frenata e un conducente dietro di noi ci lancia degli insulti mentre ci sorpassa.
Non ci bado e abbasso lo sguardo sulle mie mani incrociate in grembo. Quella pettegola di Brenda di sicuro avrà parlato con Walter e lui non ha saputo tenere la bocca cucita che a sua volta l'ha spifferato a Andrew. E ora non so proprio cosa dirgli.
«Non dici nulla?» Insiste, aggiungendo poi una piccola risata incredula appena udibile e si rimette comodo sul sedile con le mani sul volante, ma non riavvia il motore. «Quindi finisce così? Lui ti manda una stupida lettera e tu calpesti quello che abbiamo creato noi due in questi mesi?» Noto le sue mani che si stringono con forza sul volante.
   «No, non è così» rispondo con un filo di voce.
«Bene, illuminami allora. Fammi capire cosa diavolo sta succedendo il giorno prima del nostro fidanzamento»
«Niente, non sta succedendo niente. Ho ricevuto la lettera, okay. Ma non l'ho letta... e non ho intenzione di farlo». Anche se non ho fatto niente di grave mi sento disgustosamente colpevole perché penso a J continuamente e non riesco a chiuderlo in qualche meandro buio del cervello.
   «Oh» si rilassa immediatamente non credendo alle sue orecchie «Quindi tu, tu non...»
   «Non l'ho letta» ripeto, interrompendo la sua frase.
   Tira un sospiro e si rilassa sul sedile, passandosi una mano nei capelli chiari «E non hai intenzione di correre da lui, giusto?» Chiede titubante.
   Scuoto la testa in risposta e lui si volta verso di me per stringere la mia mano nelle sue e i nostri occhi si incrociano. «Okay, scusami. Ho creduto che la nostra storia fosse di nuovo in pericolo e non ho intenzione di perderti ancora una volta, soprattutto adesso che sta andando così liscio...»
   Lo interrompo ancora, ma questa volta gli poso l'indice sulle labbra. «Shh, non c'è nessuna minaccia per noi. Non ho intenzione di mandare all'aria tutto questo... e promettimi che non mi lascerai mai sola» ammetto faticosamente senza staccare i miei occhi dai suoi.
Ho bisogno di sostegno. Che mi tenga la mano. Che non mi lasci sprofondare nell'abisso dei miei pensieri. Che non mi lasci commettere lo sbaglio di aprire quella lettera.
   Solo Andrew può impedirmelo. E sembra capire perfettamente, ancora una volta, la mia silenziosa richiesta di tenermi la mano e non lasciarmi correre da J.
«Non ti lascerò sola» afferma con decisione e mi stringe a sé.
Mi rilasso sul suo petto e cerco di eliminare dalla mia testa ogni pensiero che riguarda J.
Andrew mi aiuterà a dimenticarlo. Io sarò forte e non lascerò che prenda il sopravvento sulle mie emozioni. E cosa più importante: domani c'è il mio fidanzamento.

***
Ué ué, ma che sta succedendo?
Possibile che J non ha più potere su Eleanor e che niente riesca ad impedire questo fidanzamento?

A venerdì readers 😘
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Rapita - parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora