-Capitolo 1:Incontri divini -

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Quella mattina Lenya stava sorseggiando una tazza di thè caldo davanti al televisore, era il suo giorno di riposo.
Stava seduta sul divano in pelle nera, il pigiama grigio a quadretti le scaldava il corpo snello e slanciato dal gelo dell'autunno,i lunghi capelli argento , ricadevano in morbide e leggere spirali oltre le spalle, gli occhi grigi , scrutavano con interesse il notiziario di New York mentre le dita acarezzavano il pelo lungo e morbido del suo gatto, quando all'improvviso il suo cellulare iniziò a squillare sonoramente disturbando il micio dormiente, che con un balzo lasciò sola la padrona intenta ad afferrare il telefono per poter rispondere.

<<Pronto?>>disse la voce melliflua dell'agente.

<<Agente Price, sono Coulson. Il direttore Fury richiede urgentemente la tua presenza al quartier generale.>>disse il collega.

<<Arrivo subito. >>rispose la giovane chiudendo la chiamata.

Si alzò e andò a vestirsi con la sua divisa dell'intelligence, prese il casco nero e le chiavi della moto per poi uscire dal suo appartamento in periferia.
Dopo tre kilometri parcheggiò nel garage della base, venendo accolta da Philiph e una figura che aveva identificato come Tony Stark, quell'eccentrico miliardario con cui per sua sfortuna, aveva avuto spiacevolmente a che fare.

<<Price. >>disse l'industriale spostando leggermente gli occhiali da sole per squadrarla da piede a capo.

<<Stark. >>rispose quest'ultima iniziando a camminare insieme ai colleghi verso l'ascensore.
<<Dimmi Philiph, per quale motivo Fury mi ha convocato? >>chiese poi al collega più vecchio.

<<Philiph?! Ed io credevo che ti chiamassi Agente di nome. >>disse sarcastico l'imprenditore, guadagnandosi uno sguardo di disappunto della ragazza, caratterizzato da un sopracciglio alzato.

<<Tornando a discorsi più seri.. non so il motivo per il quale Nick ti abbia voluto qui,non me
l'ha voluto dire.>>mentì l'agente Coulson,  se gli avesse detto che doveva fare da "baby-sitter" a quell'impertinente di un dio, probabilmente avrebbe rifiutato l'incarico già in partenza.

Salirono sino in ufficio, lungo il corridoio aveva avvistato gli individui che facevano parte del progetto Avengers, oltre a Stark conosceva anche Clint e Natasha, in passato aveva collaborato con loro.
Attraversò la soglia della porta insieme a Coulson mentre Tony si ricongiunse al gruppo di persone che occupavano la saletta adiacente.

<<Allora, cosa ci faccio qui?>>chiese la ragazza dagli occhi grigi al suo capo.

<<Ho bisogno di un favore Price.. >>disse l'uomo scrutando Lenya.<<Sai, sei una delle mie migliori agenti e..>>continuò,in effetti era così, si trovava allo stesso livello della Romanoff, di Coulson e di Maria Hill.

<<Nick, smettila di fare il leccaculo e vieni al sodo. >>disse la ragazza tutto pepe.

<<Ho bisogno che tu ospiti il fratello di Thor. Ha combinato parecchi casini e non vorrei che se ne andasse in giro come un cane sguinzagliato e ne combinasse altri. >>disse l'uomo con la benda sedendosi sulla sua scrivania di fronte alla ragazza.

<<Cosa?!Non se ne parla!>>disse la giovane incrociando le braccia sotto al seno.

<<È solo questione di tempo, sei l'unica che se ne può occupare e che è in grado di tenergli testa. Verrà poi trasferito nella base di Washington. >>disse Fury.

Lenya si ritrovò a sbuffare,<<E va bene, ma solo per un po'. Niente di più. >>disse poi stringendo la mano al capo.

Presero l'ascensore e raggiunti dal dio del tuono salirono sino alla cella in cui era stato rinchiuso il fratello.
Al di là del vetro un uomo dai capelli corvini e gli occhi chiari, vestito con abiti asgardiani dai colori scuri e verdastri, se ne stava seduto su un sedia in legno.
Un ghigno malefico increspava le labbra, le sopracciglia scure e incurvate gli davano un'espressione di sufficienza.
La ragazza non si accorse di Natasha che le passò accanto uscendo dalla stanza, aveva appena finito di interrogarlo, l'agente Price era incantata dall'attraente dio all'interno di quella cella, dal canto suo quel diabolico corvino aveva fatto scivolare lo sguardo sulla figura intrigante della giovane.

<<Dunque questo è Loki, mio fratello. >>disse la voce profonda del dio biondo.

<<Non sono tuo fratello. >>rispose l'altro asgardiano, distogliendo lo sguardo dalla ragazza per spostarlo sull'uomo che aveva appena parlato, per guardarlo in cagnesco.
L'intuito dell'agente aveva dedotto che qualcosa, di sicuro di natura fastidiosa, si era insinuata nel loro rapporto.

To be continued...

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