-Capitolo 48:Il ritorno degli dei -

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<<Vieni. >>disse Loki, aiutando la compagna ancora debole, ad alzarsi,sorreggendola con cura.

Sentirono dei rumori forti di passi in lontanza, una folla di strane creature aliene armate si palesò davanti a loro, capitanata da un essere enorme fatto di sassi bluastri.
Il dio spostò leggermente la strega dietro di sé,dicendole con il dito davanti alle labbra, di fare silenzio, proteggendola da un eventuale attacco.

<<Eccola lì,la nostra
via di fuga. >>disse l'ormone corpulento, indicando una spaziosa ed enorme navicella blu, non accorgendosi del gigante di ghiaccio e della sua donna.
<<Ehy..e questo cos'é? >>
continuò prendendo in mano il telecomando grigio che Lenya aveva abbandonato a terra.

<<Fossi in te, non lo toccherei. >>
disse il corvino, avvertendolo, effettivamente aveva ancora addosso il cip, così la nipote del Supremo, con attenzione glielo staccò dalla tuta, lasciandolo lontano, mentre il gruppo di quei strambi esseri, spostava l'attenzione verso la coppia.

<<Ehy amico noi ora saltiamo su quella navicella. Tu e.. la tua signora venite con noi? >>chiese il gigante blu, sporgendosi oltre la spalla del principe cadetto per osservare Lenya.

<<Bene, si direbbe che voi.. abbiate un disperato bisogno di un leader. >>sentenziò il gigante di ghiaccio, facendo alzare gli occhi al cielo alla sua compagna.

<<Oh grazie. >>rispose la creatura marmorea.

La ragazza, accompagnata dal dio dell'inganno, che continuava a sostenerla, -mentre il flusso dei suoi poteri ritornava a prendersi possesso del suo corpo- seguì il gruppo di contendenti a bordo della navicella, che sfrecciò velocemente fino al portale spazio-temporale al centro del cielo,entrandoci dentro, li avrebbe condotti ad Asgard.

Dopo circa una quarantina di minuti di turbolenze e avvitamenti per evitare le macerie dentro al tunnel luminoso e fluorescente, arrivarono sul pianeta natale del gigante di ghiaccio e suo cognato. In lontanza,sul bifrost  videro parcheggiato il Commodor, anche gli altri ce l'avevano fatta,a pochi metri, si riversava il caos più totale, il popolo Asgardiano, per lo più gli uomini, cercavano di contrastare l'esercito di soldati di non morti, della sorella dei due dei, Hela.

Loki se ne stava in piedi, glorioso, con in testa il suo elmo dorato e lucente, dalle corna piegate all'interno, indossava i suoi tipici abiti asgardiani ed affiancato dalla sua compagna, che anche lei, per l'occasione, con un incantesimo, si cambiò gli abiti, indossando i tipici indumenti scarlatti di Kamar-Taj e il mantello nero.

<<Il vostro salvatore è arrivato. >>disse il dio dell'inganno,allargando le braccia, mentre il mezzo di trasporto, si avvicinava all'altezza del ponte arcobaleno.
Il corvino fu il primo a scendere,percorrendo la rampa che portava a terra, seguito da Lenya, che lui teneva per mano, e camminarono in mezzo alla gente.
<<Vi sono mancato? Forza tutti a bordo, svelti. >>ordinò il principe cadetto.

Si avviarono vicino ad Heimdall che era fermo a pochi metri.

<<Ben tornato a casa.
Vi ho visti arrivare. >>disse l'ex guardiano del bifrost, in realtà, le sue visioni, gli avevano concesso di vedere molto più di quello, una creatura, l'erede di Loki, fioriva nel ventre della sua compagna, ma decise di mantenere il silenzio, era giusto che lo scoprissero da soli, ma insieme.

<<Ovviamente. >>rispose secco la lingua d'argento, dando per scontati i poteri chiaroveggenti di quell'uomo, che fino a poco tempo prima, teneva d'occhio, tutti e nove i regni.

To be continued...











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