PARTE 14

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Capitolo 14

Jordan

Passo il fine settimana sul divano mentre mio figlio si prende cura di me. Un bimbo di sette anni che si prende cura del padre pestato da colui il quale sarebbe dovuto essere suo suocero è davvero il colmo. Per fortuna non ha continuato a fare domande ma non si è mai staccato da me, per paura che forse poteva accadermi di nuovo qualcosa di brutto.

Ma al suo papà non succederà più nulla perché da oggi in poi si difenderà contro tutti.

Nonostante i lividi e il volto tumefatto, decido comunque di andare all'università questa mattina nella speranza di ritrovarla e di parlarle ma qualcosa mi dice che Beatrice oggi non verrà. Dopo aver accompagnato Brian a scuola, arrivo in aula e noto che Stefano è già seduto alla cattedra. Stranamente non fa domande, si limita a salutarmi in maniera fredda, forse è per via dell'altro giorno, perché sono scappato ed ho lasciato che finisse di interrogare lui gli studenti.

A mano a mano tutti gli studenti entrano e vanno ad occupare i loro posti. Individuo quella che dovrebbe essere l'amica di Beatrice di nome Marta ma accanto a lei c'è un posto vuoto. Come pensavo, la donna che amo non verrà a lezione e scegliere di diventare un professore è stata una pessima idea. Noto gli sguardi degli studenti addosso, più che altro guardano il modo in cui mi hanno conciato e non me, non sono così interessante, sono un uomo triste e vuoto che nella vita ha commesso molti sbagli.

La lezione sembra durare un'eternità senza di lei, avrei voluto che ci fosse almeno da poterla guardare tutto il tempo che volevo. E' Stefano ad occuparsi delle spiegazioni ed è giusto che continui lui il suo programma mentre io interverrò soltanto quando per alcuni le nozioni non saranno così chiare.

Decido di passare la pausa pranzo ricopiando gli appunti per Bea così magari da consegnarglieli, andrò a casa sua oggi stesso e non mi importa delle conseguenze, voglio solo vederla e passare del tempo con lei.

Ogni volta che devo vederla sono ansioso come al nostro primo appuntamento. Lei è di una bellezza disarmante, una volta che ne hai avuta un po' ne vorresti sempre di più. Forse è stato questo che mi ha portato a compiere quel gesto estremo, la volevo completamente sapendo che per molto non l'avrei più avuta.

Arrivo a casa sua, con la stessa sensazione di sempre, quel fastidiosissimo tremolio alle gambe e l'ansia che non vuole proprio andare via.

Noto che è seduta sul dondolo, lo faceva sempre anche quando stavamo insieme, lei si sedeva lì ad osservare la bellezza della natura che contorna casa sua. Sembra così piccola rannicchiata su se stessa e con quegli abiti neri che non mi piacciono per niente. Gloria non mi ha voluto dire il motivo per il quale li indossa ma prima o poi lo scoprirò.

Mi avvicino lentamente a lei, mi ha notato e ancora non ha urlato, non è entrata dentro casa e non è andata via.

"Una cosa buona...Dai Jordan, non avere paura"

<<Bea...>>

La saluto, con la voce di uno stupido e credo la faccia di un pesce lesso, di uno completamente innamorato, di uno che farebbe di tutto per parlare anche solo due minuti con la donna che ama.

<<Jordan dovresti essere a casa a riposarti, dio ma come ti ha ridotto?>>
Dice, non appena mi vede, alzandosi dal dondolo e venendomi incontro.

Mi guarda con pietà, ma vorrei tanto che mi guardasse in un altro modo. Purtroppo non posso pretendere altro, non posso pretendere che nei suoi occhi ci sia ancora amore.

<<Posso sedermi?>>
Le chiedo gentilmente e nello stesso tempo impacciato.

Di fronte il dondolo c'è una sedia, ma non so se mi vorrebbe accanto a lei.

La mia Arizona(The power of love #1)NUOVA VERSIONE-COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora