19. Mio

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È un nuovo giorno, uno di quelli brutti. Sapere che mio padre se ne va mi fa stare peggio. Poteva dirmi qualcosa, anche una cosa brutta mi bastava solo sentire per l'ultima volta la sua voce.
Andai sull'autobus, stesso posto.
Ascoltai la musica, misi una di quelle playlist più tristi che avevo.
Guardai fuori il finestrino, mi scese una lacrima e poi un'altra.
Arrivai a scuola con gli occhi rossi.
Una nuova mattinata mi aspettava.
Entrai subito in classe, senza guardare chi c'era all'entrata.
Mi sedetti. Presi un fazzoletto e asciugai le lacrime.
Davanti a me arrivò Stiles.
«Lydia, cos'hai?» mi chiese preoccupato.
«Niente perchè?»
«Stai piangendo»
«Sarà perchè non ho dormito, quando ho sonno piango»
«Lydia dimmi la verità»
«Ma io sto bene perchè dovrei piangere» feci un sorriso tirato.
Suonò la campana.
Mike e Malia entrarono insieme, mano nella mano.
Quelle M dovrebbero stare per Merde.
Mike si sedette.
«Prof...posso cambiare posto? Qua non vedo bene» dissi mentendo, ma lei ci crebbe perchè ero in ultima fila.
«Va bene Lydia...vai vicino a...Malia»
Questa decisione è veramente pessima, stare vicino a colei che mi ha rubato il ragazzo.
Mi sedetti li.
«Ciao Lydia, so che sarai arrabbiata con me, ma io so che non ti piaceva realmente Mike. Si vede che ti piace Stiles»
«Che cosa?» l'ha capito anche lei? Chissà quanti lo avranno capito allora.
«So che ora vorrai negare anche perchè non ti fiderai di me, ma io lo so che è cosi» ha ragione.
Iniziammo la lezione.
Le ore passarono in fretta.
«All come è andata con Ale?»
«Stiamo insieme»
«Oddio sono felice per te» dissi abbracciondola.
«Piuttosto cos'hai tu? Hai gli occhi rossi»
«I miei divorziano e mio padre non mi ha neanche salutata» dissi piangendo.
«No Lydia mi dispiace»
Cercai di sorridere, ma come fai a sorridere per una cosa del genere?
Rientrammo in classe.
«Martin alla lavagna, risolvi questa espressione»
La risolvetti con successo.
Alle 13:35 andai a casa.
«Ciao tesoro cosa ti preparo?»
«Non ho tanta fame»
«Lydia dai devi mangiare e poi ti ho preparato una cotoletta con patatine»
Andai a mangiare.
Dopo aver studiato uscii.
Stiles era dietro di me.
«Lydia aspettami» urlò.
Traversai la strada senza vedere la macchina.
«Lydia» urlò.
Mi afferrò per la mano, mi tirò e la macchina non mi investì.
Eravamo a due centimetri di distanza.
Mi abbracciò.
«Lydia, stai bene?»
«Si...solo grazie a te»
Mise le sue mani intorno ai miei finachi e mi baciò.
Il bacio più appassionato, uno di quelli in cui senti tutto e che poteva durare un'eternità.
Tutte le persone che c'erano per me erano come sparite, per me c'eravamo solo io e Stiles il mio Stiles. Il mio lui.
Dio quanto lo amo. Non sapevo che in un semplice bacio potevi provare tutto.
«Lydia, ti amo» disse.
Sta volta era realtà, non era la mia immaginazione. Era la pura e vera realtà.
«Anche io ti amo»
Mi abbracció e mi fece girare.
Diedi qualche calcio alle persone ma poco importava, in quel momento felice e di gloria.
«Ehi state attenti» disse una vecchietta.
Mi mise giu.
Andammo al parco, mano nella mano.
Mi accompagnò a casa.
Entrai.
«Lydia, non sapevo di trovarti a casa se no non sarei venuto»

Poi sei arrivato tu [Stydia]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora