40. Lydia

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«Allison resisti»
«Allison dai»
"Allison" era ciò che riuscivo a sentir dire mentre ciò che provavo io era preoccupazione.
«Fatemi vedere mia figlia»
«Portatela lì, veloci»
«1-2-3»
«Date ossigeno»
Era impossibile capire qualcosa tra i pianti, le urla e la velocità delle cose.
«Non mi fanno entrare» disse Ale.
«Cosa dicono i medici?» chiesi io.
«Non lo so, non mi parlano»
Andai verso i genitori di Allison.
«Cos'ha Allison?» chiesi io.
«È interapia intensiva»
Guardai dal vetro della sua sala e lei era lì, sdraiata che la stanno rianimando.
Non riesco a vederla, mi fa male, andai da Ale.
«È colpa mia, io potevo fermare tutto questo. Potevo far che lei non salisse su quella maledetta moto» dissi piangendo. Mi scendevano le lacrime.
Se Allison non ce la fa la colpevole sono io. Allison devi farcela.
«Non è colpa tua, ma mia. Io l'ho tradita e lei per vendicarsi è andata da Alex...cosa le avrà fatto»
«L'ha drogata pesantemente» disse il medico.
«Potete andarla a vedere»
Mi piombai all'ingresso della sua camera, la 130.
«Allison» dissi.
Le strinsi la mano.
«Ti prego, non abbandonarmi, sei la mia migliore amica, avevi detto che ci sarai sempre quindi non puoi andartene. Tu sei forte. Combatti»
Non sentvo nulla apperte i "bip" che erano collegato ai battiti del suo cuore.
«Sei una guerriera, lotta. Devi vivere.»
Mi scendevano le lacrime.
«Allison, per favore, non abbandonarmi. Non riuscirei a vivere senza di te. Mi hai sempre aiutata con i miei problemi»
«Lydia il tuo tempo è finito»
Le lasciai la mano.
Oltrepassai la porta.
Rimasi dietro il vetro. Intanto entrò Ale.
«Allison, mi dispiace. È tutta colpa mia. Non dovevo baciare Livia. Se ti stai chiedendo se io la amo la risposta è no. Non amerò nessuno come ho amato te. Perchè nessuno è come te.
Non puoi lasciarmi. Devi vivere.
Devi continuare la tua vita. Siamo qui che ti aspettiamo, ti prego svegliati.
Non me lo perdonerei mai.
Sei stata il mio primo amore.»
Rientrai nella stanza.
Le dammo la mano.
Si risvegliò.
Aprì gli occhi.
«Siete i migliori» disse.
Aveva la voce affaticata e continuava a tossire.
«Grazie. Ale sei il mio primo amore. E tu Lydia sei una sorella»
Stavamo piangendo entrambi.
Arrivò il dottore per assicurarsi che stava bene.
Allison continuava a tossire.
«Uscite veloci»
Uscimmo con le lacrime che erano aumentate.
«Non va bene la situazione»
«Le manca ossigeno»
«1-2-3»
«Resisti»
«Aria»
«L'elettrocardiogramma non da più segnali»
«Allison» urlai.
«Fatemi entrare» dissi sbattendo le mani sulla porta.
«Lasciatemi» dissi ai medici che mi fermavano.
«Voglio vederla» continuai.
Smisi di urlare.
Allison era morta.
Piansi come non mai.
«È tutta colpa tua razza di coglione»
dissi ad Alex.
«Ha avuto un infarto. C'è stata una interruzione del flusso sanguigno diretto al cuore» disse il medico.
Tutti stavamo piangendo.
«Lydia» disse qualcuno.
Mi girai era Stiles.
Mi abbracciò era venuto nel momento sbagliato.
Le mie lacrime gli bagnarono la spalla. Mi mise la mano tra i miei capelli.
La mia migliore amica è morta.

Poi sei arrivato tu [Stydia]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora