21. Lydia

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Mi svegliai.
Voglio morire oggi c'è la verifica di grammatica e matematica.
Salgo in autobus con i libri per ripassare. Arrivo in classe ripasso.
Suona la campana.
«Separate i banchi c'è la verifica»
Sul banco lascio solo la penna, una matita, una gomma e la mia salvezza, il bianchetto.
Se non esistesse morirei.
Mi arriva il foglio della verifica di grammatica, saranno le due ore più lunghe della mia vita.
Sono le 8:00 e il test finirà alle 9:55.
Inizio a crocettare.
Controllo l'orologio e mi guardo in torno.
Quanto amo Stiles.
No Lydia non è il momento di pensare a lui, mi ripete il mio subconscio.
Continuo a fare la verfica.
Sono le 9:50 la consegno, ritorno al mio posto.
Suona la campana. Esco.
Sento le braccia di Stiles che mi circondano.
«Allora? Com'è andata?»
«Penso bene» risposi io.
«Lydia devo andare c'è Justin che mi chiama»
Andai in bagno.
Dalla soglia si sentiva qualcuno che piangeva.
Entrai.
«Allison che hai?»
«Mi...mi mi»
Mi avvicinai sempre più verso di lei.
«Cosa?»
«Mi hanno comprato un gatto stamattina»
«Oh merda, All mi hai fatto preoccupare»
Dissi abbracciandola e ridendo.
«Lydia e tuoi genitori?»
«Mio padre se n'è andato, ieri l'ho visto e l'unica cosa che ha saputo dire è stata "Non sapevo che ritornassi così presto" e io "Se c'ero non venivi?" E lui "Esatto"»
«Lydia, mi dispiace»
«Cambiamo argomento»
Suonò la campana.
«Perfetto» dissi io.
Andammo in classe.
Yee verifica di matematica ora.
Altre due lunghe ore.
Andai a casa.
Mia madre era in camera sua, sdraiata e triste.
Mi sdraiai accanto a lei.
«Mamma ce la caveremo»
«Lo so Lydia, ce la faremo insieme»
«Ordino una pizza?»
«E pizza sia»
Devo dire che adoro mia mamma.
Mangiamo.
Un nuovo messaggio.
Entro su whastapp.
Stiles: non possiamo stare insieme
Ma cosa? Mi scende una lacrima.
Lydia: stai scherzando vero?
Lydia: dimmi che è uno scherzo
Lydia: perchè visualizzi se non rispondi? Stiles?
Stiles: NON POSSIAMO STARE INSIEME
Lydia: ma perchè?
Stiles: basta
Uscii da whastapp.
Ma perchè si comporta così?
Era tutto perfetto.
Cos'ho fatto?
«Lydia, cos'hai?» chiese mia madre.
«Non ho Stiles»
Corsi in camera, ma portai con me la pizza. Piangevo sempre di più.
Ma io lo amo e anche lui mi ama, perchè l'ha fatto?
Finisco di mangiare.
Metto le mie huarache e prendo le chiavi di casa.
Esco. Corro a casa di Stiles.
Suono. Mi apre.
«Che cosa fai qui?» disse lui.
«"Che ci fai qui?" Sai dire solo questo?»
«Si» disse deciso.
«Perchè non possiamo stare insieme, io ti amo e tu pure»
«No, io non ti amo» disse guardando altrove.
«Guardami negli occhi e ripetilo»
«Io non ti amo» disse con difficoltà, guardandomi negli occhi.
«E quei baci? Tu che a mezzanotte vieni da me? E quando mi hai detto che mi ami? Era tutto finto?»
«Si, ora devi andare sei venuta anche senza la felpa e fuori c'è vento»
«Però ti preoccupi per me»
«No, mi preoccupo per tua mamma, che dovrà sopportarti se tu avrai la febbre»
«Ah»
«Tieni» disse dandomi la sua felpa.
«Grazie»
«Ora vattene»
«Stiles, ma io ti amo»
«Lydia io non ti amo, ora va via»
Mi scese una lacrima, poi un'altra e un'altra ancora.
«Ok, me ne vado»
Mi asciugò il viso.
«Continui a preoccuparti per me» dissi.
«Lydia non ti amo, vattene» disse urlando.
Me ne andai.
Corsi fuori da quel maledetto palazzo.
Andai a casa.
Mia mamma era andata al lavoro.
Questa dannata felpa ha il suo profumo. Mi ricorda lui.
Me ne andai a letto.

Da d'ora in poi quando metterò il nome di una persona come nome del capitolo e significherà scriverò il suo punto di vista.

Poi sei arrivato tu [Stydia]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora