Capitolo tredici.

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«Secondo me hai fatto la cosa giusta Ali», risponde Hayley bevendo il suo caffè.
È mattina e stiamo facendo colazione, il pomeriggio dobbiamo tornare nell'edificio per fare il set fotografico.
«Lo penso anche io, però mi sento profondamente in colpa! È più forte di me», confesso finendo il mio succo.
«Tranquilla, si sistemerà tutto. E sai in che modo? Shopping! Adesso usciamo e ci godiamo tutta la mattinata», interviene Beth e credo sia un'ottima idea. Quando finiamo di mangiare, andiamo subito in camera per prepararci.
«Ali, dove andate?» mi chiede Nash entrando nella stanza.
«Andiamo a fare un giro per la città, dimmi», rispondo infilando tutto il necessario nella mia borsa.
«Volevo solo dirti che poco fa mi ha chiamato mamma, voleva anche sapere come stavi tu»
«Dille che come sto non sono affari suoi»
«Alison io ti capisco, ma...»
«No, Nash, non provare a giustificarli! Ti ricordo che mi hanno fatto passare un momento letteralmente di merda e avrei voluto vederti al mio posto», rispondo.
«Hai ragione... scusami, avevo sottovalutato quel "particolare"», ammette Nash con lo sguardo basso e a questa visione mi addolcisco.
«Non fa niente, dico semplicemente che potevano continuare ad essere presenti dopo avermi fatto tornare a Mooresville. Io esco, le ragazze mi stanno aspettando. Ci vediamo dopo», concludo e gli lascio un bacio sulla guancia, scendendo nella hall.

Ci facciamo accompagnare dall'autista dei ragazzi e San Diego è una città troppo grande, c'è l'imbarazzo della scelta. Alla fine giriamo per vari negozi, acquistando qualche vestito.
«Sono esausta, mi mancavano queste giornate con voi!» confessa Bethany.
«Già, anche a me», rispondo dando ragione alla mia amica.

Dopo qualche minuto torniamo alla macchina che ci riporta in albergo. Sono le tre del pomeriggio e inizio a prepararmi.
«Ma cosa ti prepari a fare se i vestiti per le foto ce li daranno loro?» domanda Jade.
«Beh, non vorrei vestirmi come una barbona», le rispondo e Jade ride.
Alla fine decidiamo di vestirci il modo semplice ma formale.

Alle quattro scendiamo tutti nell'atrio e saliamo di nuovo nelle benedette macchine.
«Questo è un altro grande passo ragazzi», prende parola Bart che è in macchina con me, Nash, Jade, Aaron e Taylor
.«Vogue pubblicherà le foto che farete oggi, quindi mi raccomando, siate gentili e dovrete essere tutti bellissimi! Sono fiero di tutti voi», conclude. Quando vuole sa essere molto dolce.
Arriviamo alla sede della famosa rivista ed entriamo subito dopo.
Accolti di nuovo dallo stesso e inquietante uomo-armadio lo seguiamo al secondo piano, che è interamente dedicato allo scatto delle foto e all'estetica: capelli, trucco, vestiti.
«Buon pomeriggio a tutti, ragazzi. Sono un dipendente di questo straordinario edificio, mi chiamo John e ci mettiamo subito a lavoro, abbiamo molte cose da fare!» si presenta un signore, sembra giovane.
«Ragazze, voi andate nella sala del make-up, è lì in fondo a destra, è anche scritto sulla porta. Voi ragazzi invece venite con me», continua dividendoci.
Noi ragazze cominciamo a camminare verso la stanza indicata e noto che la scritta "Make-Up" è incisa su una targhetta di argento, è molto bello.
«Salve ragazze... o mio Dio, è un piacere vedervi dal vivo», esclama una delle truccatrici.
«Non siamo noi le star ma fa piacere lo stesso sentirselo dire», si vanta Beth.
«Ci state dentro anche voi ormai, o sbaglio? Comunque, dolcezze, prendete subito posto che abbiamo tanto lavoro da fare», continua la ragazza guardando i capelli di ognuna di voi.

Mi dovrei sentire offesa, cos'hanno i miei capelli che non vanno?
«Lizzie, Amy e Jay, si comincia», conclude e iniziano a torturarci i capelli e a truccarci.

Dopo due ore, tra trucco e acconciatura, passiamo ai vestiti.
Ci danno otto mila vestiti diversi, dallo sportivo, ai vestitini, ai tailleurs e devo ammettere che sono tutti fantastici. Abiti di tutte le marche. Una volta pronte con il primo outfit, usciamo dalla stanza e ci spostiamo nella sala delle foto dove c'erano già i ragazzi, che sono bellissimi.
«Siete tutti perfetti! D'accordo, iniziamo con i ragazzi», dice il fotografo di nome Brian, da quanto ho letto sul cartellino attaccato sulla sua felpa. Devo dire che è molto carino.

Uno alla volta iniziano a salire sul piccolo palchetto, facendo foto singole e ci mettono tantissimo tempo, comunque devono fare qualche scatto con tutti i vestiti da cambiare, che non sono pochi. Brian gli mostra quali pose fare, quali espressioni avere ecc...
Poi diventa il turno di noi ragazze e una alla volta ci posizioniamo davanti al fotografo, seguendo i suoi consigli. Come minimo Brian ha fatto quaranta foto per ogni outfit che abbiamo dovuto provare. Finiti tutti gli scatti, noi ragazze torniamo nella sala di prima.

«Ehi, ciao», sento dire, alzo lo sguardo e vedo Brian davanti a me.
«Oh, ciao», rispondo. Perché mi sta rivolgendo la parola?
«Volevo dirti... si beh... che sei uscita molto bene nelle foto», continua evidentemente imbarazzato.
«Grazie, sei molto gentile! Non vedo l'ora di vederle», ammetto.
«Le vedrai presto», conclude facendomi l'occhiolino e se ne va.

Entro nella sala delle ragazze, che mi stanno fissando. «Che c'è?»
«Il sexy e fantastico fotografo ci stava provando con te», prende parola Jade.
«Cosa?! Ma non dire cazzate», rispondo. Quando si impuntano con una cosa non mi lasciano più.
«Ti ha fatto l'occhiolino e guarda caso ha parlato solo con te, oltetutto dicendoti che sei uscita molto bene nelle foto», interviene Hayley.
«Voi siete completamente fuori di testa e prima che vi picchi, andiamo», concludo uscendo dalla stanza, sono veramente incredibili. Torniamo giù e saliamo nelle macchine, che ci riportano direttamente all'hotel.
«Bart ma quando pubblicheranno le foto?» domanda Aron.
«Sì e no... ci vorranno una o due settimane», risponde Bart. Giustamente devono prima selezionare le foto, che non sono poche, da mettere vicino l'intervista. Scendo dalla macchina e decido di chiamare Zayn per dargli la buona notizia.
«Ehi bellezza», risponde Zayn.
«Ciao tesoro! Come stai? Oggi ho fatto il mio primo servizio fotografico!» gli racconto.

Noto che gli altri sono tutti rientrati, mentre io decido di rimanere fuori, così mi accendo una sigaretta. «Davvero? Ma è fantastico! Sempre per Vogue?»
«Sì sì, sono emozionatissima!»
«Sono contento per te Ali, sul serio. Anche io devo darti una notizia...»
«Di che si tratta?» gli chiedo preoccupata.
«Sono partito con i ragazzi...»
«Cosa? Per sempre? Non tornerai più a Mooresville?»

Non posso perdere Zayn, non posso. «Rilassati! Sono partito per qualche giorno!» risponde, meno male.
«Per un momento mi sono spaventata, lo ammetto. Dove siete andati?» gli domando.
«Voltati»

Che? Non capisco.

«Non... non credo di capire...»
«Cos'è che non capisci? Girati!» risponde divertito Zayn. O mio Dio. Decido di girarmi e lo vedo esattamente qui, davanti a me, a San Diego, davanti al mio hotel e davanti ai miei occhi.

Il migliore amico di mio fratello 2 || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora