Capitolo trentasette.

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Sono passate quattro settimane e dello psicopatico non c'è più traccia, per il momento. Ho tenuto la bocca chiusa, ma la curiosità mi sta divorando.
La mia pancia cresce sempre di più, come la fama dei ragazzi, anche se penso che ormai non potrebbero essere più famosi di così. Siamo vicini alle vacanze di Natale e quindi al mio compleanno. 

Io e Nash avremmo compiuto ventuno anni, già. Il tempo è passato in fretta e mi sembra ieri quando per la prima volta venni a Mooresville e conobbi Jade e i ragazzi, invece sono passati ben cinque anni.
«Buongiorno! Svegliati», esclama Jade spalancando le tende in camera mia.
«Jade, prima che ti prenda a calci, che cosa vuoi?» le rispondo, lanciandole il cuscino addosso.
«È quasi Natale! Dobbiamo organizzare tutto! Il compleanno tuo e di Nash, cosa mangiare a cena e soprattutto dove festeggiarlo! Nessuno deve prendere impegni», risponde velocemente sdraiandosi accanto a me.
«Jade, il nostro compleanno capita alla vigilia di Natale, ovvero tra più di un mese e di solito si passa in famiglia. Ricordo che l'abbiamo festeggiata insieme quando compiei diciassette anni, ma penso sia stata un'eccezione, dato che quelli dopo li abbiamo passati tutti in famiglia. Tranne per il fatto che tu eri sempre con me a Natale, anzi eri sempre con me, ma dettagli», le spiego mentre mi alzo dal letto.
Mi dirigo in bagno per darmi una rinfrescata e Jade mi segue. «E qual è il problema? Staremo in famiglia il venticinque, non si lamenta nessuno! Dai, lasciami organizzare tutto, ti prego! Accetteranno, per loro non ci sarà problema. E comunque, le vigilie dopo i tuoi diciassette anni le abbiamo passate ognuno per conto loro perché avevamo perso i contatti con tutti gli altri, ricordi?» continua Jade, che mi prega.
«Ottima osservazione. Va bene, basta che smetti di chiedermelo e che ti fai aiutare da me», le rispondo e Jade emette un grido di gioia.
«Non te ne pentirai! Io penso ad avvertire i ragazzi, mentre tu pensa al luogo», continua e sparisce al piano di sotto. Il luogo è davvero un bel problema, avrei dovuto trovare un posto abbastanza grande per tipo venti persone.

Decido di chiamare Zayn per chiedergli se vuole venire da me e accetta subito. Apro l'armadio e al posto del pigiama indosso un pantalone della tuta e sopra una delle tante felpe di Cameron.
Scendo al piano di sotto, dove trovo Jade con una penna in bocca, una sull'orecchio e un'altra in mano e sta scrivendo Dio solo sa cosa su un foglio. 
«Che cosa stai... anzi no, non voglio saperlo», dico e vado in cucina per bere una tazza di caffè. Sento il campanello che suona e Jade corre ad aprire. «Buongiorno Zayn! Cosa fai qui? Ci sarai il 24 dicembre? È il compleanno di Alison», dice e Zayn fa due passi indietro, spaventato.
«Ehm... puoi farmi una domanda alla volta?» risponde e mi raggiunge in cucina, lasciandomi un bacio sulla fronte.
«Lasciala fare, è a mille perché vuole organizzare il mio compleanno a tutti i costi», gli spiego.
«Manca ancora un po', o sbaglio? Comunque certo che ci sono dolcezza. Ho portato la colazione», risponde Zayn aprendo la busta che ha in mano, all'interno della quale ci sono tre cappuccini e tre donuts al cioccolato.
«Ti adoro», ammetto e chiamo Jade, che si fionda in cucina.
«Lo so. Cameron dov'è?» mi chiede, sorseggiando la sua bevanda ancora bollente.
«È con gli altri a fare delle foto e pomeriggio invece hanno degli incontri con le fan o qualcosa del genere», gli spiego.
«Accidenti, sono molto impegnati ultimamente», nota Zayn e annuisco.
«Già, non riusciamo quasi mai a incontrarci nemmeno dentro casa», interviene Jade.
Spero che il loro programma cambi, dato che non riesco a stare con nessuno dei due dato che stanno sempre fuori. Gli serve una pausa, decisamente.
Per il resto della mattinata io, Jade e Zayn siamo usciti un po' con Joy e poi siamo andati a pranzo fuori.
«Che combinate oggi?» ci chiede Zayn, mentre mangia le sue patatine fritte.
«Studio», rispondo.
«Penso studierò anche io», sbuffa Jade.
«Che felicità, vi siete anche portate i libri da Los Angeles», ci prende in giro Zayn.
«Ehi, almeno noi facciamo qualcosa nella vita», ironizzo facendogli la linguaccia e Zayn mi tira una patatina in faccia.
Dopo aver mangiato come i maiali, io e Jade torniamo a casa dopo aver salutato Zayn.
Sento il cellulare che squilla, così lo tiro fuori dalla tasca e vedo chi è: mia madre.
«Ciao mamma», rispondo
«Ciao tesoro, puoi parlare?»
«Sì ma in fretta, dovrei studiare»
«Va bene. Volevo dirti che io, tuo padre e i genitori di Cameron abbiamo organizzato per te un brunch a casa per domenica, quindi non mancare! Se vuoi invita anche Jade e i tuoi amici. Dillo a tuo fratello dato che ha il telefono staccato».
I miei, dopo aver saputo che sono incinta, si sono stabiliti di nuovo a Los Angeles nella vecchia casa e avrebbero lavorato lì anziché a Chigago. Ora che sono a Mooresville sono voluti venire anche loro perché vogliono essere presenti il più possibile e avrebbero quindi lavorato da qui.
«Devo proprio? È imbarazzante», rispondo sbuffando.
«Alison Grier, dovresti essere onorata! Verranno anche nonna Samantha e gli zii», continua mia madre.
«No, nonna Sam no, ti prego. Comunque va bene, avverto io Nash»
«Lascia stare tua nonna! Bene, alle dieci vi voglio tutti in piedi a casa dei genitori di Cameron! Più tardi passo per vedere come stai», conclude e attacca, non avendo neanche il tempo di risponderle.
Prima di dimenticarmi, scrivo subito un messaggio a Nash e Cameron per avvertirli dell'evento di domenica. Sarà una giornata molto pesante, ci sarà un sacco di gente e di solito i pasti vengono serviti tra le undici del mattino e le quindici del pomeriggio e questo significa mangiare senza sosta, Matt ne sarà molto felice. 
Lascio il telefono sulla scrivania e scendo per prepararmi qualcosa da mangiare, visto che ho perennemente fame. Jade è sparita in camera sua per studiare, almeno così dice lei e infatti in casa c'è un silenzio assordante.
«Alison», mi chiama la mia amica dalle scale. Mi giro verso di lei e faccio un cenno con la testa, segno di continuare. «Ti ha chiamato Cameron e ho risposto al posto tuo», continua raggiungendomi in cucina.
«Grazie, che voleva?» le chiedo, finendo di prepararmi un panino.
«Ha detto che al brunch ci sarà», risponde. Sembra scossa e ha un'espressione spaventata.
«Va bene. Che hai?» le chiedo, guardandola attentamente.
Vedo che Jade alza il mio telefono, senza staccare gli occhi dai miei. «Perché non mi hai mai detto di questi messaggi?» chiede titubante e afferro velocemente il mio telefono.
Non doveva andare così.


 


Il migliore amico di mio fratello 2 || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora