Capitolo cinquanta.

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Dopo aver fatto colazione, decido di uscire un po' con Joy e mi dirigo verso il bar dove lavoravo. Mentre cammino sento un intenso dolore alla pancia, che mi fa serrare gli occhi. Mi fermo qualche secondo e dopo una manciata di minuti riprendo a camminare.
«Non potete capire che cos'è successo ieri», dico entrando nel locale.
«Buongiorno anche a te. Sì, noi stiamo bene grazie, e tu?» risponde sarcastico Mike, che sta preparando un cappuccino d'asporto.
«Sono seria», ribatto «Cameron mi ha fatto uno scherzo terribile»
«Di che si tratta?» domanda Valerie, mentre mi serve il cappuccino.
«Mi aveva detto che non sarebbe rimasto a cena perché doveva uscire con una sua ex. Appena tornato mi dice che voleva lasciarmi e che dovevo ridargli l'anello perché voleva farlo a lei, è stato terribile», spiego e i ragazzi rimangono senza parole.
«Scherzo di pessimo gusto, ma ti sta bene, tu sei uscita con Jake», risponde Lucy portando i piatti sporchi dietro al bancone.
«Già, me lo sono meritato», rispondo.
«Come va l'organizzazione del matrimonio?» interviene Megan, che sta servendo un tavolo.
«Bene, spero. Non mi fanno fare niente, sarà tutta una sorpresa»
«Non vedo l'ora! Ancora non so cosa indossare», si lamenta Meg, seguita da Valerie e Lucy.
«Troverete qualcosa, sarete bellissime. Devo scappare a casa, ho i libri che mi aspettano. Ci vediamo dopo», rispondo e saluto i miei amici.
Appena tornata a casa trovo solo Jade, che mi ha detto che Cam e Nash sono a casa dei Dallas con gli altri, appena arrivati qui a Los Angeles.
«Non ci sono nemmeno venuti a salutare», commento. All'improvviso sento una forte fitta alla pancia e mugugno, per il breve dolore.
«Perché devono lavorare, di sicuro verranno più tardi. Stai bene?» risponde Jade e annuisco.
«Sì, non è niente. Vado di là», ribatto stranita e mi dirigo in camera e inizio a studiare, sono davvero indietro, ma non so come concentrarmi. Adesso il dolore non se ne va.

-

Come mi aspettavo, i ragazzi sono venuti a salutarci e qualche giorno dopo arrivano i miei e i Dallas, ormai manca meno di un mese al fatidico giorno e sono in ansia.
«Siete arrivati prima del previsto», commenta Jade rivolgendosi ai ragazzi. Siamo tutti fuori in giardino a goderci il sole.
«Già, ovviamente dobbiamo finire di organizzare una festa da sballo», risponde Taylor mentre beve la sua birra.
«Ovvero?» chiede Hayley, che si trova seduta sulle gambe di JackG,
«L'addio al celibato, ovviamente», continua Tay e lo fulmino con lo sguardo.
«Taylor... posso già immaginare cos'hai in mente, però non dico niente», intervengo.
«Nah, puoi stare tranquilla. Sarà il suo ultimo giorno da single, facci divertire», dice Aaron. Hanno ragione, ma sono seriamente preoccupata per Taylor.
«Sarà decisamente una festa da sballo! Siamo i migliori», interviene Shawn e batte il cinque a Taylor. A questo punto non so cosa aspettarmi da loro e specialmente dalle mie amiche, che anche loro hanno organizzato il mio addio al nubilato e ho seriamente paura.

Verso l'ora di cena ci rechiamo tutti a casa dei genitori di Cameron, dato che c'è abbastanza spazio per tutti noi e decido di portare anche Joy, che al momento è in giardino a giocare con Carter ed Aaron.
È quasi tutto organizzato nei minimi dettagli: l'aereo e l'albergo per gli invitati, il servizio catering, i vestiti che dobbiamo solo ritirare al momento giusto. Non vedo l'ora di vedere come sarà allestito il giardino di casa Dallas.
«Devi vedere i nostri abiti, sembriamo quasi dei bravi ragazzi», dice Carter vantandosi.
«Hai detto bene, quasi. Nessuno vi prenderà mai sul serio», risponde mio fratello e scoppiamo a ridere, dandogli ragione.
«Stai ferendo la mia sensibilità», interviene Matt, che sta mangiando dei biscotti.
«Andiamo, sai benissimo anche tu che è così. Allora, si esce?» continua Nash, guardandoci uno per uno.
«Non lo so, amico. Dobbiamo lavorare domani, Bart ci vuole spremere per bene», risponde Cam.
«A me sta bene, non mi interessa di Bart, io esco. Alison, posso portarmi Joy?» chiede Aaron e annuisco, ormai sono diventati amici per la pelle.
«Chi vuole uscire alzi la mano», esclama Carter, ricevendo quattro mani alzate, quelle di Hayley, Nash, Matthew, Beth e Taylor.
«Cazzo, siamo in parità», dice Tay.
«Beh, chi vuole uscire esce, chi non vuole rimane qui, non è una cosa difficile», intervengo io e infatti gli altri stanno per uscire.
Mi alzo dal divano per andare in cucina a bere dell'acqua, quando sento un forte dolore alla pancia e i miei pantaloni bagnati, così mi volto verso il divano, anch'esso umido.
«Cazzo», esclamo e serro gli occhi a causa delle improvvise fitte alla pancia e non riesco a reggermi in piedi, così cerco sostegno dal tavolo della cucina, è la cosa più vicina alla quale posso appoggiarmi. Non può succedere ora, in questo momento.
«A-Alison... credo che tu... cioè, f-forse mi sbaglio, però penso...», dice Cam balbettando e lo guardo con sguardo interrogativo.
«Cam, ci vuole tanto a dirlo?! Ti si sono rotte le acque, maledizione! Dobbiamo correre all'ospedale», interviene Taylor, che si avvicina a me afferrandomi per un braccio e mi aiuta a salire in macchina. «Che bello, stiamo uscendo tutti per andare all'ospedale, tempismo perfetto Alison, complimenti», continua mentre aumenta la velocità.
Non riesco a ribattere, troppo in ansia e in preda ai dolori. Chiudo gli occhi e continuo a fare respiri profondi, di solito aiuta. Una volta arrivati, Taylor e Cameron mi aiutano a camminare e dopo aver parlato con un'infermiera, quest'ultima ci conduce velocemente in sala parto.
«Bene, da qui ci pensiamo noi, dovete gentilmente uscire», annuncia il dottore.
«Io sono il fidanzato, rimango qua», risponde Cam che fa segno a Taylor di uscire, dopo avergli dato una pacca sulla spalla.
E da qui, inizia l'inferno.

Cameron's point of view.

Non sopporto di vedere Alison in queste condizioni, così sofferente. Sono ormai svariati minuti che è in preda alle contrazioni e le sue smorfie di dolore ne sono la prova. Sta succedendo tutto prima del previsto, ormai ci siamo e ancora non riesco a realizzare del tutto. Sentendomi un po' disorientato, mi avvicino a lei e le stringo la mano.
«Alison, amore, respira. Devi controllare in respiro, d'accordo? Ci sono io con te, non ti lascio», dico e lei annuisce, facendo respiri profondi, ma poco dopo ritorna il dolore e mi stringe forte la mano, cercando di non urlare.

Sento la porta dietro di me aprirsi e vedo Elizabeth, sua madre, con un borsone accanto a lei con il cambio per Alison e i vestiti per la bambina.
«Cameron, come va?» mi domanda, dandomi una pacca sulla schiena.
«Sta male e non riesco a vederla così, esco», rispondo, però mi afferra il polso.
«No, non andartene. Se ci sei tu è meglio, fidati», dice e annuisco, in fondo non posso abbandonarla in questo momento.

Sono passate sette ore e finalmente, dopo tutte questo tempo di travaglio, la bambina è pronta per uscire e mi tremano le gambe.
«Tiratelo fuori! Non ce la faccio più», si lamenta Alison con gli occhi serrati. Non riesco a vederla così, in queste condizioni.
«Bene, ci siamo», dice il dottore e torno al fianco di Alison, tenendole la mano.
«Respira, va tutto bene», la rassicuro e lei annuisce, sorridendomi. Dopo qualche minuto, al segnale del dottore inizia a spingere e noto che fa un enorme sforzo.
«Vai, un altro po', resisti», continua il medico e Alison segue tutte le sue istruzioni, con le lacrime che le rigano le guance. Dopo l'ultima e decisiva spinta, sento il pianto della bambina.
Mia figlia.
«È finita, sei stata bravissima», dico ad Alison, lasciandole un bacio sulla fronte. Pochi minuti dopo la riportano in sala, vestita con un body rosa e la porgono ad Alison.
Questa è la scena più bella alla quale io abbia mai assistito. Alison, bellissima, con in braccio la nostra bambina.
«Vuoi tenerla?» mi chiede e annuisco, avvicinandomi a lei. La prendo in braccio, ma ho paura di fare una mossa sbagliata, non ho mai visto un essere più piccolo, delicato e innocente di lei. Dopodiché, già in lacrime, la passo a Elizabeth e mi chino verso Alison, abbracciandola.
«Ti amo, ti amo tanto», le dico all'orecchio, senza smettere di piangere.
«Ti amo anche io», risponde debolmente.
«Ti lascio riposare», continuo. Il medico, dopo aver fatto degli esami alla bambina, la sistema nel lettino accanto ad Alison.
«Che nome diamo a questa splendida bimba?» ci chiede il dottore, che ha in mano una penna e un piccolo braccialetto rosa. Io ed Alison ci scambiamo uno sguardo, sorridendo.
«Grace», risponde lei e sorrido, si è ricordata che è uno dei nomi che avrei preferito darle.
Dopo averle lasciato un ultimo bacio, esco dalla stanza lasciandola sola con la madre e raggiungo i miei amici, che scattano in piedi.
«Allora? Com'è andata? È nata? Tutto apposto? Alison sta bene? Oddio, stai piangendo!» dice Nash, abbracciandomi.
«È andato tutto bene, è nata. Se entri adesso può essere la trovi ancora sveglia», rispondo e Nash si dirige a passo svelto nella stanza.
«Beh, congratulazioni. Sarai un padre fantastico», interviene Jade e la stringo in un abbraccio.
«Grazie Jade, davvero», rispondo.

Alison dovrà passare qualche giorno in ospedale, dopotutto Grace è nata prematura. Non riesco ancora a crederci, è il giorno più bello di tutta la mia vita, il venti maggio.
«Wow, è successo tutto troppo in fretta, devo sedermi», dice Taylor tornando sulla sedia. 
«Già, nemmeno io riesco ancora a realizzare! Cioè, Cam, sei padre», risponde Bethany prendendo posto vicino a Matt, che le prende la mano. 
«È così eccitante invece! Non vedo l'ora di crescerla», interviene Hayley applaudendo e sollevo gli angoli della mia bocca, formando un sorriso.
Sono il ragazzo più fortunato e felice del mondo, in questo momento conta solo Alison.









Il migliore amico di mio fratello 2 || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora