Capitolo trentatré.

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«Cosa? Davvero? Ne è sicuro?» chiede Cam, evidentemente agitato. Dopo la notizia faccio un lungo sospiro, sono così sollevata.
«Assolutamente si, è lei il padre del bambino signor Dallas», ripete il medico.
Cameron si gira verso di me e mi abbraccia, stringendomi forte a sé e io ricambio.
«Ti amo tantissimo, lo sai vero?» mi sussurra all'orecchio, versando qualche lacrima. Non c'è niente di più dolce.
«Lo so, anche io», rispondo e sistemo il viso nell'incavo del suo collo, respirando il suo profumo a pieni polmoni. Adoro il suo odore, mi ci sono abituata ormai, lo riconoscerei ovunque. È il profumo di Cam, che mi fa sentire a casa.
Gli lascio un bacio sul collo e dopo aver ringraziato il dottore usciamo dall'edificio, camminando verso la macchina.
«Che bello, diventerò zia! E per fortuna è di Cam», esclama Jade battendo le mani «Nash tra qualche anno anche io vorrò un figlio, ti avverto», continua Jade, ma Nash non risponde, rimane vago.
«Amico? Che succede? Non starai mica piangendo», interviene Cam che si posiziona di fronte a mio fratello.
«Aw, non ho mai visto Nash piangere per me, o almeno non ho mai visto Nash piangere, nemmeno quando eravamo piccoli. Tranne quando successe il fatto della nonna», commento abbracciandolo.
«È normale commuoversi! Ho pianto qualche anno fa quando te ne sei andata a Chicago se rircordi e da piccolo quando avevi fatto la spia a nonna Samantha dicendole che avevo rubato le caramelle.Tranquilla che non succederà mai più», ribatte e scoppio a ridere.
Non è bello ricordare la nonna, siamo stati come traumatizzati da lei.
«Ci ho sperato», rispondo.
Una volta arrivati a casa saluto il piccolo cagnolino, come sempre e continuiamo ad organizzare la partenza.
«Allora, tra sei giorni noi partiamo dall'aeroporto di Los Angeles, ormai siamo qui e non ha senso tornare dagli altri, ci rivedremo direttamente tutti il giorno della partenza. Ha detto Bart che dobbiamo trovarci tutti a Mooresville e il nostro aereo parte alle due e mezza del pomeriggio, ci siete?» inizia a parlare Nash e noi annuiamo. «Bene, staremo da me come sempre, ma noi avremo delle cose da fare. Voi potete rimanere quanto volete, organizzatevi voi con i vostri impegni», continua ed è tutto chiaro per ora.
Non vedo l'ora di tornare a Mooresville! Decido di mandare un messaggio a mia madre per dirle che starò lì qualche giorno e che se poteva doveva raggiungermi, dato che devo darle la notizia.

"Certo tesoro, io e tuo padre troveremo qualche giorno per venire"

Perfetto, non oso immaginare la faccia che avranno i miei, di sicuro mia madre sviene. Non avendo niente da fare ne approfitto per sistemare la mia stanza, dato che all'interno c'è un casino.
«Hai chiamato i tuoi per avvertirli?» mi chiede Cam, facendomi girare.
«Sì, tu hai avvertito i tuoi invece?»
«Certo. Mi raggiungeranno a casa di Nash a Mooresville non appena arriveremo», spiega «come ti senti?»
«Diciamo che sono abbastanza stanca, ma sono felice», ammetto e subito dopo mi butto tra le sue braccia.
«Ancora stento a crederci», riflette ad alta voce. Già, nemmeno riesco ancora a realizzare. Il padre del bambino che ho in grembo è il ragazzo che amo alla follia, sono troppo contenta.
«Alison, ti va di uscire un po'? Dobbiamo fare dello shopping», mi chiama Jade raggiungendomi nella mia stanza.
«Jade abbiamo fatto shopping meno di una settimana fa!» rispondo, alzando gli occhi al cielo.
«E quindi? Stiamo per tornare a Mooresville e inizierà a fare fresco. Con la scusa facciamo fare una passeggiata a Joy, ti aspetto in sala», continua ed esce dalla mia camera. Ormai ho capito di non potermi opporre a Jade, in qualche modo mi incastra sempre.
«Vado prima che mi uccida», dico a Cam. Gli stampo un bacio sulle labbra, mi metto una felpa addosso ed esco con Jade e il cagnolino, avviandoci verso i negozi.
Compro pochissimi vestiti da portare a Mooresville, dato che ne ho acquistato già abbastanza e mi va bene così. Al contrario di Jade, che non smette mai di comprarsi vestiti.
«A momenti ti esplode l'armadio se continui così», l'avviso ma non mi da retta.
«Esplode? Ma se è praticamente vuoto!» mi risponde e mi metto una mano sulla fronte, ormai è andata.

-

I cinque giorni passano molto velocemente e oggi finalmente partiremo per Mooresville. Sono le undici del mattino e una volta svegli, andiamo tutti in cucina a fare colazione.
«Jade muoviti a chiudere la valigia», dice Nash lamentandosi.
«Evidentemente non ci riesco», risponde Jade.
«Evidentemente ci hai messo troppa roba», continua mio fratello.
Io e Cam ci scambiamo uno sguardo divertito, assistendo a quella scena.
«Troppa roba? È lo stretto indispensabile»
«Ah, le donne... siete una strana razza», commenta Nash, ricevendo un pugno sul braccio da parte di Jade.
Una volta finito di bere il mio caffè, mi preparo velocemente indossando un paio di jeans neri con una felpa grigia.
«Ehi, quella è una delle mie felpe!» nota Cameron, raggiungendomi.
«Esatto e adesso è una delle mie felpe», rispondo e Cam scuote la testa.

Finito di sistemare le ultime cose, tra le quali chiudere la valigia di Jade e sistemare Joy, di cui si occuperà Madison, saliamo in macchina di Nash e ci avviamo all'aeroporto. Una volta fatto il check-in ci imbarchiamo verso le due e venti, preparandomi al viaggio.

Arriviamo a casa di Nash verso le cinque e mezzo del pomeriggio e sono già esausta. Dopo una manciata di minuti arrivano Matt, Taylor, JackG ed Aaron e li saluto tutti, abbracciandoli. Dopodiché si presentano Hayley e Beth, che abbraccio per quaranta minuti; infine arrivano Carter, JackJ e Shawn.
«Allora, che mi raccontate di bello?» chiede Jade ai ragazzi.
«Beh, sempre tutto uguale. Matt che mangia come un maiale, i Jacks ed Aaron che provano a sfondare nel mondo della musica ma non ci riescono, Shawn ormai è alle stelle, Taylor... beh... è Taylor ed io sono l'unico normale», risponde Carter facendoci ridere.
«Carter si crede simpatico, ma in realtà nemmeno lui sta facendo niente», interviene JackG che sta cingendo la vita di Hayley, sono troppo belli insieme.
«Ehi, io continuo a fare i Vines a differenza vostra», si difende. È cosi bello essere tutti qui, di nuovo uniti.

Mentre i ragazzi continuano a bisticciare su chi fa qualcosa nella vita e chi no, sento il campanello della porta. «Vado io», dice Beth che è quella che si trova più vicina alla porta, che una volta aperta mi permette di scorgere Zayn all'esterno.
«Bentornata bionda», mi saluta ed io cammino velocemente verso di lui, abbracciandolo forte.
«Dio, quanto mi sei mancato», esclamo stringendolo a me. Riesco a sentire lo sguardo di Cameron che mi brucia la schiena.
«Anche tu, davvero», risponde e saluta tutti gli altri, compreso Cam: si stringono la mano e si danno una pacca sulla spalla a vicenda. Sembra abbastanza tranquillo, per ora.
Inizio a parlare con Zayn di quello che è successo negli ultimi mesi, dell'università, degli esami, del lavoro e della mia relazione con Cam.

«Alison sono arrivati i nostri genitori», mi chiama il mio ragazzo e mi dirigo velocemente in sala, salutando tutti e quattro.
«Bene, siamo tutti qui riuniti perché io ed Alison volevamo annunciarvi una cosa», continua Cam ricevendo una grande quantità di sguardi. Prima di continuare si gira verso di me e ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, dopodiché annuisce. Spetta a me dirlo.
«Io... ecco... s-sono incinta», confesso e chiudo gli occhi per paura che i miei genitori e quelli di Cam avrebbero reagito male. Appena li riapro vedo Zayn a bocca aperta, mia madre con la mano sulle labbra, mio padre senza espressione, mentre i genitori di Cam già piangono.
«La mia bambina», mi chiama mio padre abbracciandomi subito dopo, seguito da mia madre e mio fratello.
«Non so, vuole aggiungersi qualcun altro? Non respiro», riesco a dire.
«Oh scusami, è che siamo contentissimi per te», commenta mia madre. Mi giro verso Cameron, che abbraccia la mamma, deduco sia andata bene.

Si avvicina Zayn, che mi abbraccia un'altra volta. «Assurdo, sarò zio!» commenta, ridendo.
«Già, questo bambino o bambina avrà molti zii», rispondo e ricambio l'abbraccio.
Dopo aver scambiato qualche parola con i miei suoceri, raggiungo Cam che mi cinge le spalle con il braccio.
«Pensavo andasse peggio», ammette guardando i nostri genitori, che parlano senza sosta.
«Sì, anche io. Per fortuna l'hanno presa bene», rispondo e prendo la sua mano, intrecciandola con la mia.
«Non desidero altro al momento», gli confesso e Cam mi stampa un bacio sulla testa. Ed è vero, in questa stanza sono presenti tutte le persone di cui ho bisogno e che sono ormai indispensabili per me e continuo a ripetermi che sono molto fortunata.

Il migliore amico di mio fratello 2 || Cameron Dallas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora